Tamponi: cinquanta sfumature di Covid

Molecolari, antigenici, salivari: le feste di Natale hanno portato sotto l’albero soprattutto tamponi. Test più o meno attendibili, a cui parenti e amici hanno fatto ricorso pensando di mettere al sicuro le persone con cui dovevano entrate in contatto. Le farmacie in Valle Peligna sono state prese d’assalto: chi ha prenotato il test con largo anticipo (magari perché programmato per un volo prenotato), chi ha comprato il kit da distribuire in casa come “aperitivo”, chi ha approfittato degli screening organizzati dai diversi Comuni (oggi, a proposito, a Sulmona si bissa in piazza XX settembre dalle 16 alle 19,30) e chi, ancora, per stare sicuro sicuro, è andato fino nelle città capoluogo (Chieti, L’Aquila e Pescara, principalmente) per sottoporsi al molecolare a pagamento: 60 euro e cinque ore di attesa per trascorrere il cenone delle feste in tranquillità.

Sull’attendibilità dei tamponi, però, si è molto discusso e c’è ancora molto da discutere e non solo per quelli rapidi, perché il risultato dipende molto da come e da chi viene prelevato il campione, da come si interpretano i risultati e anche dalle diverse gradazioni dei parametri di virulenza del virus eventualmente riscontrato.

Insomma cinquanta sfumature di Covid, che certo non aiutano a risolvere paure e preoccupazioni sul contagio e a preservare i contatti avuti e che, forse, stanno mostrando in queste ore i risultati di quelle che spesso sono solo approssimazioni.

Gli esempi, anche locali, non mancano: alcune farmacie della Valle Peligna, ad esempio, hanno coniato una nuova forma di contagio: il “leggermente positivo”. Ovvero una colorazione non troppo accesa della seconda linea del test (quella della T che indica la positività) che ha fatto ritenere ad alcuni operatori non pericoloso il soggetto, senza quindi segnalarlo al contact tracing. Una libera interpretazione che probabilmente si è rivelata più dannosa di un tampone non fatto, anche perché i test rapidi antigenici sono di per sé meno sensibili all’identificazione delle positività, basandosi sulla ricerca della proteina e non dell’Rna come fa il molecolare. Insomma si può risultare negativi al rapido e positivi al molecolare, ma molto difficilmente il contrario, tant’è che proprio ieri la Regione ha deciso di saltare la conferma del molecolare dopo la positività riscontrata all’antigenico. Quel “leggermente positivo” che ha liberato alcune persone nei giorni scorsi, potrebbe aver innescato quindi una catena di positività non più tanto “leggere” che probabilmente arriveranno al pettine nelle prossime ore (ma importanti avvisaglie si sono avute già nella giornata di ieri).

Anche sull’infallibile molecolare, però, le sfumature di Covid dipendono dalle interpretazioni e dai parametri base utilizzati. Una esercente di Sulmona, ad esempio, dopo oltre due mesi di infezione, non riuscendo ad ottenere un molecolare negativo dalla Asl (pur risultando negativa al rapido), si è sottoposta al tampone molecolare in uno studio privato dell’Aquila dove, “magicamente”, è risultata negativa. Due risultati diversi allo stesso tipo di controllo (e a distanza di poche ore), dovuti, spiegano dalla Asl, ad una diversa valutazione dei parametri dell’infezione.

1 Commento su "Tamponi: cinquanta sfumature di Covid"

  1. … non è una questione di tamponi… la verità é che ci siamo “ sbracati” nel NON rispettare le più elementari misure di prevenzione: mascherina e distanziamento.
    I nodi sono già venuti al pettine, i numeri che date sono sottostimati, e di molto; nel paese delle torri mi dicono che il totale dei positivi sia da moltiplicare almeno per 5, se non di più… molti di loro sono silenti, non sono andati a farsi il tampone, girano… e le fanno “ girare “…
    Asintomatici e… Untori consapevoli.
    Auguri…

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