Tribunali, la Cgil: “Vicenda kafkiana, si convochi la Commissione regionale”

Una vicenda kafkiana la definisce la Cgil, con il ritorno ciclico del rischio di chiusura, ormai da quasi dieci anni, dei tribunali cosiddetti minori, rimasti in Abruzzo aperti finora grazie a deroghe su deroghe che, questa volta, però, sembrano essere lontane dalle intenzioni del governo centrale.

La mobilitazione dei territori e l’invito ai parlamentari a sostenere la causa per i presidi di giustizia di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto, ora trova un’altra voce amica: “Cgil e FP Cgil Abruzzo Molise sostengono la rivisitazione della geografia giudiziaria con l’unico obiettivo di riportare Tribunali, Procure e Uffici Giudici di Pace vicino ai bisogni e ai diritti di cittadini e imprese – scrive il sindacato -. I presidi di giustizia sui territori di competenza sono elementi di legalità e civiltà: sopprimerli significa violazione di diritti protetti dalla Costituzione negando l’accesso al servizio giustizia per i cittadini con evidenti ripercussioni negative sul tessuto sociale ed economico sui territori di riferimento”.

La Cgil dà poi anche la sveglia alla Regione chiedendo la convocazione urgente della Commissione Tribunali Abruzzo che venne costituita nel 2017 dall’allora presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio: “Il fine – spiega il sindacato – è di avere un piano congiunto di interventi, istituzionali e politici, e per sostenere la salvaguardia dei Tribunali e relative Procure di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto”.

1 Commento su "Tribunali, la Cgil: “Vicenda kafkiana, si convochi la Commissione regionale”"

  1. Rubio del Bigliett | 25 Luglio 2021 at 13:42 | Rispondi

    Questi altri sono invece i sindacalisti retro’ della utopia.
    Su un altro giornale si parla di una proposta di legge Spano’ ;di ragione contemporanea al progresso che stiamo vivendo; per la agevolazione dello Smart-Working nei piccoli centri rurali.. La Giustizia, l’ordine pubblico, benché di alto concetto sociale, sono settori molto poveri che la economia della nazione affida ai poveri.Non si è mai visto in Italia un carabiniere o di un agente di polizia penitenziaria, che ha lasciato una tenuta di 2000 ettari di terreno coltivabile per andare a fare i turni di notte in favore del popolo italiano. Lo stesso sono della povertà e del bisogno gli avvocati ed i giudici, ormai, anche per risalita familiare. Quindi, nella futura smart-economy , questi compiti di valore economico inferiore , quali processare un imputato per un crimine, saranno lasciati al compito delle aree più povere e marginali del Sud. Perciò chiudendo il Tribunale a Sulmona aumenterà il lavoro a servizio della Giustizia poiché oltre quelli di Sulmona un reato commesso a Brescia verra giudicato sempre a Sulmona da impiegati statali in smart-working. Quindi quando saranno soppressi tutti i tribunali circoscrizionali od in muratura che si voglia dire, tutto il lavoro inerente alla giustizia verrà svolto ,come di tradizione, dai meridionali , però dal sud ,senza più recarsi nelle tetre ed inospitali sedi del nord. Ciò, con la chiavetta di accesso, ma con comodità climatica da propria casa loro , con il balcone vista mare.Mentre il primario lavoro finanziario ed economico si svolgerà al nord secondo la diversità di valore che esiste al tavolo di Governo Italiano tra il ministro della economia e quello della giustizia…Lo stesso dicasi per l’insegnamento scolastico, se una professoressa con una cattedra in un liceo di Torino può insegnare da casa sua a Torino di Sangro anche alternando tra lezioni in presenza ed in remoto.La CGIl si deve svegliare ed interessarsi (oltreché favorire) ai nuovi aspetti giuridici del lavoro Smart.

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