Conclusa l’esperienza con il simbolo di “Sovranità” che portò al candidato sindaco Alberto di Giandomenico ben 905 voti restando per una manciata di preferenze fuori dal consiglio comunale, per il gruppo della destra cittadina si accende l’avventura di “Italica”. La nuova formazione politica e civica, presentata ieri al Celestiniano, ripone il vessillo d’ispirazione Salviniana, optando per una veste più locale, una connotazione fortemente identitaria, che trova nelle “ragioni del territorio” il suo fondamento.
Proprio sulla tutela dei diritti dei cittadini si avvia la prima istanza di Italica, protocollata e sottoposta all’attenzione di sindaco, assessori e consiglieri, che chiede il riconoscimento della Lis lingua italiana dei segni per abbattere le barriere della comunicazione e favorire una vera inclusione sociale di tutti.
Sulla gestione a Palazzo San Francesco, Di Giandomenico esprime perplessità, “non si comprende chi gestisca il Comune, chi porti avanti la politica”. Il coordinatore di Italica ammonisce il clima poco collaborativo e la mancanza di intenti comuni anche nell’opposizione, “un Consiglio in cui ci sono quattro gruppi consiliari, liste civiche di provenienza più disparata che non comunicano, ognuno tira l’acqua al suo mulino”. Insomma “un consiglio gestito da tutti e nessuno”. Di Giandomenico contesta la logica dei “comitati d’affari”, sul sindaco Casini conclude “un sindaco lasciato da solo, sprovvista anche lei di una struttura politica dietro”.
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