Abruzzo Prossimo: come spendere 2,2 miliardi di euro

“L’eventuale assegnazione di parte delle risorse del Pnrr alle regioni resta unicamente legata alle scelte del Governo, tenendo presente che la Giunta regionale ha presentato il proprio contributo”: il presidente della Regione Marco Marsilio ha confermato così oggi in conferenza stampa quello che Il Germe aveva anticipato nel Ruglio dell’ultimo trimestrale e che, nei fatti, riduce a puro pourparler le affannose, quanto inutili, riunioni, pressioni, indirizzi che gli enti locali e i sindaci stanno facendo nelle ultime settimane per indirizzare le risorse del Recovery Fund.

Su quella montagna di soldi, insomma, l’Abruzzo non giocherà alcun ruolo attivo, tantomeno i sindaci di provincia. Per questo la Regione ha concentrato i suoi sforzi sulla programmazione ordinaria, quella cioè dei fondi strutturali 21/27 che, secondo una proiezione fatta dallo stesso Marsilio, valgono in Abruzzo 2,2 miliardi di euro.

Come spenderli e a chi dare la priorità, la Regione lo ha sintetizzato nel documento Abruzzo Prossimo che contiene la strategia per l’utilizzo, la gestione ed il monitoraggio delle nuove risorse e la definizione del nuovo modello di sviluppo, in un orizzonte di dieci anni. Documento presentato ufficialmente questa mattina.

Innovazione, integrazione, identità, impatti e interazione, sono le cinque “i” che disegnano le linee guida su cui si muoverà la programmazione della Regione che, nei fatti, raccoglie in Abruzzo Prossimo le linee programmatiche di tutti i settori in una sorta di unica banca progetti.

L’innovazione è rappresentata da una Cabina di pilotaggio, interna alla Regione, che ha l’obiettivo di contrastare i rischi della sovrapposizione degli interventi, delle liste della spesa e delle progettualità poco coerenti con le esigenze del territorio.

L’integrazione è quella, come detto, di tutti i fondi in un quadro unitario di consistenze economiche, ottimizzando l’allocazione dei fondi in maniera razionale rispetto agli obiettivi e ai progetti.

L’identità si muove poi sugli assi della digitalizzazione per competere; della infrastrutturazione dell’Abruzzo come cerniera dell’Adriatico; della tutela del territorio per centrare la transizione; dell’inclusione per contrastare le fragilità. Si aggiunge poi il tema trasversale: riequilibrare l’Abruzzo per un benessere diffuso che darà centralità alle zone interne e alla valorizzazione dei sistemi urbani. Ciascuna area ha i suoi obiettivi specifici per un totale di 37 e che vanno dalla estensione della banda larga a tutti i comuni, alla digitalizzazione delle scuole, della Pa, delle imprese, alla telemedicina al fascicolo sanitario elettronico. Dalla Zes alla infrastrutturazione dei porti, delle ferrovie all’integrazione della macro regione Adriatica. Dalla decarbonizzazione al potenziamento delle fonti rinnovabili, alle politiche per l’idrico, al turismo sostenibile. Dalla centralità delle donne e dei giovani, dal contrasto alla fuga dei cervelli, all’alta formazione, alle politiche per gli affidi e le adozioni, al sostegno al lavoro. Dalle politiche per le famiglie contro lo spopolamento e per la residenzialità alla emersione di nuovi brand turistici e culturali nelle aree interne. 

Gli impatti sono quelli della verifica delle ricadute degli investimenti sui territori e infine l’interazione vedrà l’adozione di un codice per il partenariato per la condivisione cioè delle diverse misure.

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