Il comitato Agricoltura Valle Peligna ha incontrato, nei giorni scorsi, il commissario del Consorzio di bonifica Aterno Sagittario, occasione per discutere dei problemi che affliggono gli agricoltori del territorio. Ridotti i costi di gestione con il commissariamento, i coltivatori lamentano un canone dell’acqua irrigua ancora troppo alto ed insistono sull’abolizione dei contributi sui terreni boschivi e non coltivabili e per quelli non interessati da coltivazioni.
Quello che chiede il comitato, quindi, è di individuare i terreni che non portano beneficio ai coltivatori “perché non irrigui o troppo lontani dagli impianti di distribuzione dell’acqua, e di prendere seriamente in considerazione tutti quegli agricoltori e proprietari di terreni che non vogliono beneficiare dell’acqua irrigua”.
Il gruppo chiede ancora di abolire le leggi regionali e nazionali che non consentono il taglio di alberi nei terreni agricoli seminativi ed irrigui. “Questo è veramente inaccettabile – prosegue il comitato -, si deve pagare l’acqua e non si può coltivare, sembra al quanto paradossale che lo Stato permetta una cosa del genere”.
Un altro problema che tornano a porre i coltivatori è quello degli animali selvatici e gli effetti sui raccolti distrutti per cui chiamano in causa la Regione abruzzo, il Parco Majella e gli altri parchi: “Non è più tollerabile assistere a questo scempio, ci sono tanti modi per fermare queste invasioni magari anche con recinzioni elettrificate”.
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