E’ stato approvato oggi il decreto legislativo sulle filiere forestali. E’ stato approvato da un consiglio dei ministri targato Pd sonoramente bocciato alle scorse politiche, ma che, tuttavia, continua a macinare approvazioni ed impugnazioni ad un ritmo serrato con riunioni che si rincorrono una dietro l’altra, quasi a voler chiudere per forza di cose i conti, prima che il “giocattolo” del governo passi a qualcun altro. Le reazioni all’approvazione della legge, fortemente contestata dalle maggiori associazioni su suolo nazionale (Greenpeace, Wwf, Isde, Soa, ecc.) ed internazionale (perchè di perplessità ne ha destate anche in Europa) non sono bastate a frenarne il seguito lasciando la palla ai futuri governanti, no.

Apertura che non si è avuta, ancora una volta un muro che divide i cittadini favorevoli dai contrari, e i più alti livelli istituzionali. Voci che non vengono ascoltate, relegate ad un angolo pur di portare a termine l’obiettivo, in sordina, senza considerare opinioni autorevoli del campo scientifico che si sono espresse negli ultimi tempi. Come accaduto con la centrale Snam in località Case Pente a Sulmona. “Dall’elaborazione e redazione dell’atto normativo – specifica Bracco – sono stati esclusi esperti di ecologia, botanica, zoologia, patologia vegetale, geologia, idrologia e medicina. Nel testo di legge inoltre la foresta non è stata intesa come un ecosistema complesso e infatti i riferimenti all’importanza della fauna e alla sua protezione risultano assenti”. Boschi come patrimonio si, ma solo da trasformare in denaro, dalla sola “potenzialità produttiva della foresta. Aree protette a parte- aggiunge il consigliere-, non è stata adottata alcuna zonizzazione che permetta di escludere determinate porzioni di territorio dal concetto di produttività il quale, di conseguenza, diventa l’asse portante del T.U. Produttività che, in concreto, si traduce in varie modalità di taglio”. Come se di tagli, anche illeciti, non ce ne fossero già abbastanza.
Simona Pace
Da libero cittadino figlio di contadino delle colline emiliane vi confermo che l’Emilia non aveva boshi Con le cure della gente di campagna eravamo diventati esportatori di legna Con le montagne spopolate ed i boschi non tagliati e curati siamo all’autodistruzione degli stessi Piante nocive come edere stanno soffocando querce secolari, basta dieci cm di neve non reggono al peso e crollano Rovi e infestanti non permettono la crescita delle piccole querce che nascono spontaneamente