Aree interne, vescovi a confronto. Fusco: “Difendere i cittadini privati dei servizi”

Due giorni per parlare di aree interne: i servizi che mancano, la popolazione che invecchia, lo spopolamento, le difficoltà ad avere un rapporto diretto con la gente, costretti, come si è, a dividersi su più centri.

Non è la politica a farsene carico in questo caso, ma i vescovi italiani, quelli appunto delle aree interne. Una trentina in tutto, da dodici diverse regioni, riuniti ieri e oggi a Benevento per “Una pastorale delle aree interne”.

“E’ questo il secondo anno che si organizza questo evento, un confronto per trovare nuovi modelli di evangelizzazione, ma anche per studiare strategie per rispondere ai problemi del popolo di Dio – dice monsignor Michele Fusco, vescovo di Sulmona-Valva e in prima fila nell’appuntamento di Benevento -. I problemi sono gli stessi in qualunque zona interna del Paese e noi come vescovi cerchiamo di porre almeno l’attenzione sui problemi che i nostri cittadini affrontano quotidianamente. Siamo chiamati anche a questo d’altronde, basti pensare che qualche giorno fa mi sono dovuto far carico dello sportello bancario che chiudeva a Castelvecchio Subequo”.

E l’attenzione la hanno attirata, visto che ieri all’incontro ha partecipato il segretario generale della Cei (conferenza episcopale italiana) monsignor Giuseppe Baturi e oggi farà tappa a Benevento il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi.

“Il problema delle aree interne è legato soprattutto allo spopolamento e d’altronde anche la Chiesa sta da qualche anno accorpando le diocesi in base agli abitanti – continua Fusco -. La regola è quella di accorpare sotto un unico vescovo le diocesi sotto ai 100mila abitanti e noi siamo tra queste. Però, almeno per ora e fin quando ci sarò io, abbiamo fatto valere le difficoltà orografiche del territorio che non può essere accorpato. Già così è difficile dedicarsi all’evangelizzazione: una volta c’era un prete per ogni campanile, oggi nella nostra diocesi abbiamo una trentina di preti e una decina di religiosi su 76 parrocchie. Viene da sé che è difficile seguire le singole persone, recarsi nelle case, come si faceva una volta”.

3 Commenti su "Aree interne, vescovi a confronto. Fusco: “Difendere i cittadini privati dei servizi”"

  1. Apprezzo che i Vescovi si occupino in chiave religiosa, ma anche sociale dei problemi delle aree interne…approfitto dell’argomento per una proposta non per i Vescovi, ovviamente, ma per in nostri politici: una proposta per affrontare lo spopolamento dei piccoli paesi interni e dare accoglienza dignitosa ai profughi, cioè a chi fugge dalla guerra, ma anche dalla povertà. Due problemi un’unica soluzione: si potrebbero accogliere nei piccolo centri, spopolati dalla nostra emigrazione del dopoguerra fino agli anni 60, le centinaia di migranti che arrivano, quasi quotidianamente, sulle nostre coste. Nei paesi ci sono già case ( ormai abbandonate dai proprietari), luce, fognature, gas… i migranti potrebbero loro stessi occuparsi, con piccole sovvenzioni, delle ristrutturazioni, riavviare l’agricoltura e la pastorizia in terreni e pascoli abbandonati; per i loro figli potrebbero riaprirsi scuole chiuse da decenni, ambulatori, trasporti vi sarebbe, cioè, l’opportunità di creare posti di lavoro anche per italiani. L’Italia questo puo’ offrire…e offriamolo! Ci sarebbe posto per tutti. Intanto, però, offriremmo la possibilità di una vita dignitosa a queste persone ( che spesso fuggono da situazioni drammatiche generate, nelle loro terre, anche dalle politiche dei governi di altri stati del.. resto del mondo), i loro figli potrebbero studiare, emanciparsi laddove necessario e svolgere in futuro lavori adeguati alla loro formazione. Insomma, fra qualche anno, italiani e nuovi italiani potrebbero convivere tranquillamente rinforzando assieme il nostro paese.

  2. Si si facciamo entrare tutta l’Africa, così poniamo in essere una bella sostituzione etnica tanto cara alle sinistre e tutti i problemi sono risolti.
    Ma fammi il piacere..

    • Claudio,le sinistre vogliono la “sostituzione etnica”? Il tuo modo di confrontarti e’ “ma fammi il piacere”? Penso che hai bisogno di maggiore lucidità, di imparare a ragionare su cio’ che leggi ed a non offendere.

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