Botte e inseguimenti alla ex, rinviato a giudizio per stalking

La fine della relazione e della convivenza non l’aveva proprio accettata. Per un anno, fino a dicembre scorso, l’aveva pedinata e non le aveva dato tregua: telefonate, messaggi, controllo del telefono, ma anche inseguimenti e botte. Come quella del 9 maggio dello scorso anno, quando la inseguì con l’auto, le tagliò la strada, salì a bordo della macchina della sua ex e la picchiò, sbattendole la testa contro lo sterzo dell’auto.
Queste le accuse, definite almeno in cinque episodi distinti, che hanno portato ieri al rinvio a giudizio di Emanuele Sbraccia, quarantatré anni di Introdacqua.
L’uomo è accusato di stalking, violenza privata e lesioni, per aver reso impossibile la vita della ragazza, costringendola a cambiare abitudini di vita, ad evitare di frequentare luoghi ed amici e a temere per l’incolumità anche dei suoi familiari.
Una storia durata dal dicembre del 2017 a quello del 2018, con episodi consumati anche in presenza di testimoni, come quella volta che raggiunse la sua ex nei pressi dello stadio picchiando un uomo che era in sua compagnia.
Sbraccia dovrà ora rispondere delle accuse davanti al tribunale, dove è stato convocato per la prima udienza il prossimo 5 novembre.

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