Capitale della Cultura: Lanciano rinuncia, Sulmona sogna

Le possibilità di rientrare tra le finaliste, ovvero tra le prime dieci, sono cresciute, anche perché è difficile che dalla selezione della giuria escano due città della stessa regione. E in Abruzzo quest’anno ci avevano provato in tre. Avevano, perché Lanciano ha rinunciato alla corsa dopo aver presentato la manifestazione di interessi: la giunta insediata da dieci mesi, come a Sulmona, non se l’è sentita insomma di giocarsi una carta che poi l’avrebbe esclusa dalla selezione per il 2026. Anche se il 2025, anno giubilare, per la città sede del miracolo eucaristico, sarebbe stata una congiunzione astrale. Fatto è che ieri, termine ultimo per la presentazione del dossier da sottoporre alla giuria, Lanciano non ha depositato nulla. Restano così in corsa, in Abruzzo, Sulmona e Pescina, insieme alle altre 13 città italiane che aspirano a diventare Capitale della Cultura.

Una corsa che inizia nei fatti oggi e che vedrà la selezione delle dieci finaliste entro il 15 novembre, per poi arrivare allo sprint finale il 17 gennaio 2023.

Sulmona, o meglio l’intero Centro Abruzzo, ci prova, con un dossier di una sessantina di pagine, mettendo insieme il suo patrimonio materiale e immateriale, le sue lunghe esperienze associative pregresse e proponendo anche qualche novità. Cinquantuno enti e associazioni promotori, 200 associazioni coinvolte, più di 150 eventi, 5 festival, quattromila studenti (tra locali e da ospitare), 40 musei diffusi e siti archeologici, 10 mostre e, soprattutto, il desiderio di trovare o meglio di ritrovare un’identità e una vocazione; mettendo a regime e a frutto, dopo il fallimento del modello industriale, un’economia del turismo abbinata alla cultura e all’ambiente a cui, il sigillo di Capitale della Cultura, può dare un imprinting decisivo.

Il tema, un po’ scontato, ruota intorno ad Ovidio e alla sua opera: “La cultura è metamorfosi” è infatti il claim scelto, ma leggendo il dossier, in realtà, Ovidio è una scusa per mettere insieme cose e idee diverse, in un pot-pourri che, si vedrà se ben cucinato e digesto, se non altro, evidenzia le tante sfaccettature e potenzialità che offre il territorio.

Un dossier, insomma, che aspira ad essere qualcosa in più di un compito a casa, disegnando un percorso politico e identitario di una comunità vasta, ma sempre meno popolata. Vulnus, questo, che racconta con i numeri quel che è diventato il Centro Abruzzo e quel che può e potrebbe diventare. E questo dà già un senso alla sfida che sarà tutt’altro che facile da vincere, ma che proietta Sulmona in un sogno, un’aspirazione appunto. E non è poco.

Del progetto e delle singole proposte parleremo in modo approfondito in futuro. Per il momento si possono citare le realtà consolidate (dalla Camerata Musicale, alla Giostra, da Sulmonacinema al Muntagninjazz, dalla Settimana Santa a Celestino V) e citare qualche novità, come il Festival della Democrazia ispirato e collegato con l’esperienza danese; il progetto Exilium di arte partecipata; la lotta allo spopolamento che diventa con il progetto Balentes un confronto europeo tra piccoli centri; o ancora le innovazioni come la realtà aumentata di Inside Sulmona o il biglietto integrato Sulmonapass.

Svegliarsi il 16 novembre ancora nel sogno, sarebbe già una vittoria. Non svegliarsi sarebbe un successo. Perché è di un sogno che questo territorio ha bisogno.

13 Commenti su "Capitale della Cultura: Lanciano rinuncia, Sulmona sogna"

  1. Forza, splendida Sulmona, gioiello d’Abruzzo, ce la farai. Se esiste vera giustizia, potrebbe essere giunto il momento del tuo riscatto. Sei troppo bella e importante per rassegnarti a non recitare il ruolo di città più importante d’Abruzzo sotto il punto di vista storico culturale e monumentale. Hai tutte le carte in regola per aspirare a raggiungere lo storico traguardo di capitale italiana della cultura, più di tante altre.

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  3. Correggo il mio nome.

  4. frabcesco.valentini1935 | 14 Settembre 2022 at 18:48 | Rispondi

    Sulmona ha le carte in regola per aspirare al titolo di Capitale della Cultura “matrigna” permettendo.L’argomento e’ stato introdotto con una superba inquadratura del Campanile Annunziata illuminato che passera’ alla Storia:infatti da alcuni giorni e’ malinconicamente al buio. Siamo stati invitati al risparmio energetico,ma non prendiamocela con uno dei simboli della Citta’ visibile da lontano : cerchiamo e troveremo qualcosa da oscurare.

  5. Sua Maestà L’Aquila? Lo pensano solo gli aquilani..forse.
    Dai su non scherziamo.

  6. Sulmonacapoluogo | 15 Settembre 2022 at 09:23 | Rispondi

    Sua Maestà L’Aquila?
    Stiamo parlando per caso di quel paese di montagna al limite dei confini abruzzesi e lontano anni luce dagli interessi degli abruzzesi non aquilani. Scomodo, con salite e discese, bruttino da vedere e difficile da raggiungere? Quel paese che per togliere dall’isolamento e dargli dignità di capoluogo è stato necessario trapanare una tra le più belle montagne abruzzesi compromettendone per sempre l’equilibrio idro geologico?
    Ma fammi il piacere.

  7. Sulmona baricentro d’Abruzzo, vero capoluogo della regione.

  8. Sulmona non è neanche il baricentro della Valle Peligna.
    Eraldo va a nfurna’ l pizz

  9. ..invidioso.

  10. ..Tonino, penso che Eraldo intendesse baricentro in senso figurato, hai capito gnurant (dal verbo ignorare).

  11. Toninooooooo, ma d’ che buc d’ paes sci tu?

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