Case in centro per i profughi

Nuova linfa vitale nel centro storico sulmonese potrebbe arrivare direttamente da oltreconfine, da chi soffre e fugge dagli orrori della sua terra. Sulmona, infatti, ha fatto richiesta per la partecipazione al bando del progetto di RETESAI-Sistema Accoglienza Integrazione. L’obiettivo è la costruzione di una rete per un sistema d’accoglienza coinvolgendo anche i privati di corso Ovidio e dell’intero centro storico. L’idea è quella di mettere a disposizione per le 20 famiglie ucraine appartamenti e case private nel cuore della città.

Il tutto avverrà attraverso un partenariato tra il Comune e un ente del terzo settore. Il progetto non prevede solo la sistemazione in un alloggio, bensì un vero e proprio percorso di integrazione cittadina. In elenco, infatti, ci sono anche progetti legati all’inserimento scolastico e alla formazione professionale per soddisfare le richiesta lavorative del comprensorio. Inoltre sono state contattate anche le società sportive locali per un’integrazione a 360°. “Preferisco un’integrazione cittadina a quella privata – spiega l’assessore Attilio D’Andrea – Portare i profughi a Sulmona significa evitare per loro una ghettizzazione”.

Sulmona ci prova e si butta a capofitto anche sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da palazzo San Francesco, infatti, arriva la delibera per la presentazione dell’istanza per la Missione 5, Componente 3, Investimento 1.1.1 prevista dal Pnrr. Quelli messi nel mirino da Sulmona sono fondi legati a proposte di intervento per servizi e infrastrutture sociali di comunità da finanziare nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e strettamente legati al potenziamento delle infrastrutture delle aree interne.

L’iniziativa mira a promuovere soluzioni a problemi di disagio e fragilità sociale, mediante la creazione di nuovi servizi e infrastrutture sociali e il miglioramento di quelli esistenti, favorendo l’aumento del numero di destinatari e la qualità dell’offerta, anche facilitando il collegamento e l’accessibilità ai territori in cui sono ubicati i servizi stessi, sotto forma di trasferimenti destinati alle autorità locali.

Per i Comuni con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (fascia nella quale rientra Sulmona) sono a disposizione fino a 2 milioni di euro per finanziare il progetto. Il tempo, però, scorre perché la chiusura della finestra per la presentazione del progetto è fissata per il prossimo 16 maggio, ovvero tra meno di due settimane.

La proposta progettuale che verrà presentata sarà relativa al potenziamento dei servizi rivolti ad anziani e disabili, con riferimento all’attivazione del servizio “Centri estivi” per anziani e disabili già in carico ai servizi domiciliari e residenti nel Comune di Sulmona. Un servizio rivolto a un numero massimo di 25 unità, per il quale sarà previsto anche un tetto del 20% riservato ai profughi di guerra e residenti a Sulmona. Una sorta di colonia estiva, dove i protagonisti però non sono i più piccoli.

64 Commenti su "Case in centro per i profughi"

  1. Il 16 maggio è prossimo e come al solito faranno scadere la data di presentazione, si sapeva da tempo di queste domande da fare. Per ciò che riguarda la venuta dei profughi e l’organizzazione per ospitarli al meglio va bene, mi chiedo però come mai non vi interessa risolvere i problemi dei giovani per quanto riguarda il lavoro o di chi quasi alla soglia dei 50 anni lo ha perso. Per loro che percorso state organizzando ?

    • Il percorso che hanno preparato per i nostri figli é quello di garantire loro scolarizzazione fino all’università a cifre accettabili, libertà di scelta di cosa diventare e come essere utili alla società. Se non trovano lavoro é perché non sanno fare niente o lo sanno fare male.
      Basta con questa pretesa che la collettività si faccia carico di persone che non si sono poste finora il problema di come essere utili e produttivi e pretendono che gli si trovi qualcosa da fare quando non sanno fare nulla.

      • sono da aiutare piú loro che hanno contribuito (direttamente o tramite la famiglia) allo stato piuttosto che profughi random

        propongo inoltre a chi vuole accogliere in maniera maggiore di usare il proprio patrimonio

  2. bravo, giustissima osservazione…e’ dura per noi cinquantenni ma soprattutto per i nostri figli… sono quasi tutti costretti ad andar via per lavorare,molto piu di quanto accade altrove, la realta’ e’ sotto gli occhi di tutti e da genitore…si soffre…molto,moltissimo,troppo…rifugiamoci nella speranza

  3. Perché solo per gli ucraini? Avete rotto! Per i profughi che scappano dall’Africa e muoiono nel mediterraneo? Per i palestinesi? Perché solo ucraini? Nel mondo ad oggi ci sono 28 conflitti dove muoiono innumerevoli civili ma i media italioti parlano solo dell’Ucraina. Nel 2014 quando gli ucraini trucidavano i civili nel don bass tutti muti. Vogliamo parlare di kolomosky “padrino” di zelensky e finanziatore dei battaglioni azov?

  4. Fattivederedaunobravo! | 7 Maggio 2022 at 12:12 | Rispondi

    ..invece Putin è un santo..ma fammi il piacere.

  5. Vattene a vivere in Russia, poi ci fai sapere..

  6. ..quindi, Vladimiro, se non ho capito male, hai messo sullo stesso piano 40 milioni, più o meno, di ucraini con quattro gatti di pseudo nazisti. Anche in Italia ci sono sparuti gruppi più o meno violenti e più o meno nazifascisti. Cosa cuol dire che gli italiani sono tutti nazifascisti? Ma come cazzo ragioni.

    • I 4 gatti come li chiama lei erano finanziati dai soggetti di cui sopra. Si documenti. In quel caso, gli ucraini “bravi” dove stavano che non si sono ribellati contro il loro governo e hanno permesso quanto accaduto?

  7. Illustre Vladimiro, forse non ti sei accorto che la maggior parte di profughi africani che arriva in Italia non scappa dalla guerra a differenza degli ucraini. Molti dei predetti profughi africani, tra l’altro, la casa se la trova da solo occupandole abusivamente con la complicità incomprensibile dello Stato. Stai facendo un po’ di confusione.

    • Gli africani non scappano dalla guerra quindi è consentito loro annegare in mare o ai più fortunati che arrivano non spetta un alloggio? Questa sarebbe l’inclusione sociale? Persone di serie A e persone di serie B? Invece per i palestinesi?

  8. Sono d’accordo con William.
    Non si può mettere sullo stesso piano il battaglione Azov con il resto della popolazione ucraina..

  9. CIM,vero, nessuno ha elogiato Putin, almeno non esplicitamente..

  10. Commendatore | 7 Maggio 2022 at 13:26 | Rispondi

    Gentile Vladimiro, perdonami, ma ho come l’impressione che tu non abbia le idee molto chiare.
    Cosa c’entrano i palestinesi in questa storia. Stanno forse scappando dai loro territori perché stanno subendo una guerra e quindi hanno bisogno di assistenza da parte nostra? Non capisco..

    • Bevete di meno | 7 Maggio 2022 at 17:06 | Rispondi

      Mi raccomando appoggi il suo governo italiota che ripudia la guerra secondo la costituzione ma che invece foraggia il comico ucraino sotto le direttive degli USA con l’invio di munizioni

      • Quindi se ci attaccassero, siccome ripudiamo la guerra ci facciamo massacrare?
        E non dire che non siamo in guerra anche noi. Solo voi coglioni Putiniani non avete capito.

        • concordo nel vendere le armi agli ucraini
          noi peró non siamo in guerra e dobbiamo fare di tutto per non entrarci, anche uscire dalla Nato se necessario
          Un missile nucleare su san cosimo é puntato di sicuro, non scordiamolo

  11. è inutile che vi scagliate gli uni contro gli altri, a mio avviso ognuno di voi ha in parte ragione, però per me il problema è che non vorrei si scatenasse la corsa ad intercettare i fondi per gli “aiuti” come fatto per altre etnie ecc….. ogni uomo a prescindere dalla razza va aiutato, ma non per questo va spolpato uno stato farlocco che ha vari problemi da risolvere con i propri cittadini (lavoro, sicurezza, tasse, ospedali, viabilità ecc. ecc. ecc.). chi cazzo paga le tasse?

  12. Vladimiro, ma tu pretendi che ad ogni africano che sbarca in Italia, sia dato un alloggio. Non so se tu ti renda conto di quello che dici…

    • Invece agli ucraini sì??? Mi faccia capire

      • Si Vladimiro, perché sono due operazioni completamente diverse. Gli ucraini stanno scappando da una guerra e torneranno in ucraina appena possibile. Il nostro é un sostegno temporaneo perché l’emergenza é temporanea (a meno che la guerra non si cronicizzi per anni) ma in ogni caso a un certo punto il flusso si fermerà.
        Nel caso africano, il punto é diverso. I soldi vanno spesi per garantire loro condizioni di vita accettabili nella loro terra.
        E comunque mi pare che l’Italia abbia fornito assistenza e risorse anche agli africani.

        • e sta cosa deve pure finire. Non capiscon perché dobbiamo essere i salvatori del mondo senza ottenere nulla in cambio proprio mentre entriamo in una delle crisi peggiori

  13. Voglio replicare al signor Mario che dice che i nostri ragazzi non sanno fare nulla, ci vuole un bel coraggio a fare certe affermazioni. Ammesso che fosse così (ma non lo è )sarebbe colpa della scuola e di molti insegnanti che non dovrebbero stare al loro posto.Si chieda come mai laureati o diplomati italiani trovano lavoro ben pagato all’estero e non qui.Anche x fare il lavapiatti cercano le referenze, dove fanno esperienza se nessuno dà la possibilità di provare. Mi auguro che la maggioranza delle persone non sia come lei che si mette su un piedistallo pronto ad annientare tutti gli altri.

    • Oh mio Dio, nessun piedistallo, e me lo conferma lei. Quelli che non lavorano (tra i giovani), non lavorano perché non sanno fare nulla, altrimenti laborerebbero all’estero con stipendi che riconoscerebbero il loro valore.
      Pensare di fare un percorso di studi seri per lavorare a Sulmona, mi perdoni, è del tutto irragionevole, Per il solo fatto che le posizioni alle quali un universitario deve ambire a. sulmona non ci sono.

  14. Calmi hai ragione. Visto che comunque dobbiamo essere solidali,allora facciamolo con i veri profughi ucraini e stoppiamo l’ingresso ai falsi profughi dall’Africa..

  15. Vladimir, e lei perché non si ribella contro il suo governo visto che sta finanziando gli ucraini e quindi i nazifascisti? È andato a manifestare sotto Montecitorio?

  16. CIM,si svegli. A proposito sulla sua critica sull’elogio a Putin.Provi a togliere la lettera o da Vladimiro e capirà.

  17. ..della

  18. Anche io, Svegliati, protesto con il voto nella cabina elettorale, proprio come fa il popolo ucraino, immagino, visto che lì il presidente lo hanno eletto loro e non come in Russia dove il presidente è in servizio permanente effettivo, volente o nolente, ormai da ventun anni.

    • Faccia un esercizio di memoria e provi a ricordare quanti presidenti del consiglio e quindi altrettanti governi ha votato il popolo italiano e quanti no… e poi ne riparleremo.

      • Temp, ma gli elettori votano il Parlamento. Il Governo lo nomina il Presidente della Repubblica. O la nostra non é più una Democrazia Parlamentare??

        • MarioS, si parlava di voto espresso in cabina elettorale e gli elettori votano i deputati e i senatori e mi va bene per la nomina dell’esecutivo del primo governo, i successivi rimpasti non sono più frutto della volontà degli italiani. Ovviamente i sistemi elettorali sono diversi fra Russia e Italia, solo che loro il dittatore se lo scelgono, mentre da noi viene imposto d’imperio “democratico parlamentare”.

          • Temp avevo capito e proprio lì sta il punto. É la Costituzione. Non é che una cosa ti va bene o non ti va bene. L’errore lo commetti tu quando pensi che votando un partito allora voti anche un governo che lo rappresenti. Semplicemente non é così. Anzi, la carta specifica esattamente il contrario, cioé che non c’é alcun vincolo di mandato! I governi rimpastati sono sempre votati dai parlamentari che hai eletto tu, e quindi legittimi quanto gli altri.
            Sia chiaro, anch’io preferirei un bel maggioritario con elezione diretta del presidente del consiglio, ma la storia ci dice che in Italia non funziona già il maggioritario, figuriamoci il presidenzialismo.

  19. Allora su mandiamo tutti i ragazzi all’estero anche chi non ha percorsi universitari e svuotiamo Sulmona anziché batterci e lottare per cercare di fare rinascere la nostra città. Qui clientelismo ed egoismo hanno la meglio.

    • Questa é un’altra questione. Si discuteva di quale percorso si fosse garantito ai giovani. E ho argomentato.
      Per quanto riguarda il futuro di Sulmona, il tema é esattamente opposto: quale percorso hanno immaginato i giovani per questo territorio? Quali e quanti studi hanno fatto per contribuire allo sviluppo di Sulmona. Cosa possono portare in termini di conoscenze e competenze?

      • Ma nota marcate differenze di studi o di capacità intellettive in ambito provinciale / regionale? Se il percorso formativo riservato è quello che è, e gli sbocchi occupazionali non vi sono, ma cosa si vuole additare ai giovani? Il giovane lombardo ha forse più capacità dell’abruzzese o ha semplicemente più scelte? La domanda da porsi è diversa, e cioè cosa fare per eliminare queste disuguaglianze e ingiustizie.

        • Posso dare una risposta statisticamente non verificata, ma basata sulla mia esperienza.
          Innanzitutto ciò che dico credo valga in media per tutti i ragazzi che non riescono a trovare un lavoro, sia in Abruzzo che in Lombardia. E lo ripeto: o non hanno studiato, o hanno studiato male o hanno scelto studi che formano figure per le quali c’é bassa domanda.
          Non si tratta di disuguaglianze e ingiustizie, si tratta, sempre in media, di persone che hanno fatto male quello che dovevano fare, o hanno scelto male tra le alternative disponibili.
          Per metterla giù più diretta: se mio figlio alle superiori si gratta le balle, all’università studia sociologia e criminologia e ci mette pure 6 anni uscendo con 100/110, ma che lavoro vuole trovare? E perché la collettività si deve fare carico di trovargli un lavoro dopo aver investito risorse su di lui? Non ci ha pensato lui prima, ci devo pensare io ora?
          A questo aggiungi che si, l’Abruzzese, soprattutto dell’entroterra, ha anche delle attitudini che lo penalizzano (sempre in media): non é aperto al cambiamento, pretende di lavorare entro dieci metri da casa, non conosce l’inglese e vive in un contesto in cui il mantra é “ci devono aiutare”.

          • Le esperienze personali restano tali per l’essere arbitrariamente influenzate, coerentemente sarebbe stato più corretto e proficuo consultare in rete i rapporti ISTAT degli ultimi tre anni e da questi dati, prenderne spunto, discuterne e rifletterne. Da filtri di ricerca con parole cardine quali: istruzione, flussi istruzione-lavoro, occupazione, disoccupazione, migrazioni interne e quant’altro di suo piacimento, le avrebbero svelato, nei contenuti e nei grafici una risposta totalmente diversa dal suo acritico commento, che richiedono azioni mirate e soprattutto mai validamente applicate. Terrifiche le sue allusioni sugli autoctoni “cafoni” dell’entroterra abruzzese, ancor più quando non capita di sovente che sparuti autoctoni celtici (in numero minoritario nel loro territorio causa l’imbarbarimento “subito” dal sud) effettuino una migrazione all’incontrario. Concludo con il mantra d’eccellenza del qui indigeno “cafone”, certamente più incisivo del suo: “STÀ BUON ROCC, STA BUON TUTTA LA ROCC”!

          • Me lo sveli lei! Mi indichi un rapporto Istat che contraddice quello che scrivo. Il commento critico me lo faccia lei, un commento nel quale prende ogni mia affermazione che le risulta sia smentita dai dati e me li indichi. Non potrà, poiché l’ISTAT non fa rapporti di dettaglio sui mismatch nel mercato del lavoro (anche perché sarebbero comunque descrittivi e non avrebbero contenuto inferenziale).
            Inoltre, non ha affatto dato del cafone a qualcuno. Ho parlato di attitudini ad una minore propensione a lavorare altrove (e ci si può anche laureare con 110 e lode, ma se non hai soft skills il lavoro oggi non lo trovi) e una minore conoscenza dell’inglese.
            Terrificante è che si riescano a fraintendere tre righe.
            Ripeto, nella mia attività professionale questa è l’impressione che ho, anzi, questa è la percezione che i miei colleghi hanno. Non sarà un campione rappresentativo (e l’avevo premesso prima della sua lezioncina di metodologia delle scienze sociali), ma è bello numeroso.
            Può darsi che lei abbia impressioni informate diverse. Va bene. E quindi cosa occorrerebbe fare? Che gli facciamo fare al laureato in sociologia e criminologia? O al laureato in Economia e Commercio? O al milionesimo laureato in giurisprudenza?

          • osservatore | 8 Maggio 2022 at 19:38 |

            concordo con te ma il problema é proprio lo statalismo e permettere a tutti di studiare a poco.
            Mettiamo l’universitá a pagamento con borsa di studio garantita solo dal merito

  20. Temp,su questo ti do’ pienamente ragione.

  21. Avevo un professore alle superiori che era convinto che tutto ciò che pensava e diceva lui era sacrosanto, il parere degli altri contava poco e se le idee venivano da giovani ancora meno, per lui erano solo nullità. Aveva assorbito molto da alcune ideologie politiche.

    • Cara Mrs, questo spiega perché non riesce a leggere quello che scrivo senza pregiudizi.
      Io non penso che quello che scrivo sia sacrosanto, ma sono convinto di quello che scrivo, il che vale ovviamente per quello che vale, e cioé un opinione personale.
      Ma non ho mai conosciuto ragazzi, che avessero voglia di imparare e di studiare, rimanere disoccupati a lungo. Può succedere, può succedere che il lavoro non sia all’altezza della loro preparazione.
      Ma qui alcuni ragazzi crescono con la convinzione che é meglio stare a casa e prendere 400 euro di reddito di cittadinanza invece che lavorare e imparare un mestiere, non sapendone fare neanche mezzo.
      Non so a quali ideologie politiche faccia riferimento, ma non c’é niente di ideologico se penso che uno che non studia e non acquisisce competenze poi é probabile che non trovi lavoro, e che il problema l’ha generato lui!
      La soluzione é semplice: i genitori dovrebbero insegnare ai figli ad essere utili alla collettività, e non viceversa. Vi é mai capitato di avere a che fare con qualche giovanotti o giovanotta laureata in Italia e di origini transfrontaliere (albanesi/croate etc)?
      Ecco. Quando vi capiterà, capirete la differenza che c’é tra ragazzi svegli, con idee e volenterosi, e ragazzi seduti ad aspettare che i maggiordomi (i genitori tra i primi) gli infilino le ciabatee.

  22. bene,7/8 milioni di poveri in italia,minuscola di rigore,per logica,prima i Fratelli ,poi ,per quanto possobile gli altri Famigliari e,solo dopo,tutti i poveri del Mondo,o no?

    • Merdaschenko | 8 Maggio 2022 at 13:26 | Rispondi

      Chissà quale business ci sta dietro questa accoglienza… Ora non si parla più di morti del mediterraneo nonostante continuano ad esserci. Dove stavano quelli che inveivano contro Trump additadolo come un guerrafondaio e invece? Arrivato capello bianco direttamente dal centro anziani e tac subito guerra. Illusi!

  23. Ma quanta erudizione!
    Mi sembra di assistere
    ad un TOLC SCIÒ.😅

  24. Mi chiamo Antonio | 8 Maggio 2022 at 07:52 | Rispondi

    … i figli… non li fermate, fateli andare via… è dura ma non li fermate… se davvero li amate recidete tutte le pastoie e incoraggiateli… spingeteli fuori dal nido e fateli volare… evitategli le mortificazioni e scoramenti che gli riserva lo stato, le istituzioni, la società… dopo una Laurea… due lauree… un master… la conoscenza perfetta dell’inglese… concorsi truccati… domande e ricorsi… posti ( politici) riservati solo a conoscenti, cornuti e lacchè… facciamoli andare, questa nazione è già fallita, morta… facciamoli andare così prosciughiamo l’acqua torbida a tutti i pescecani che ci sguazzano, così fra poco l’enorme debito pubblico accumulato farà scoppiare questa nazione e si attaccheranno tutti… politici, ladri, elemosinieri di professione… questuanti… postulanti… quelli che tutto mi spetta e quindi: case gratis, RdC, RdE, pensioni senza aver lavorato un giorno, sussidi a gogó, bonus… finanche per la cuccia dei cani…

  25. @MarioS | 8 Maggio 2022 at 07:33 |MarioS, lei avrà anche capito ma a me non sembra e l’errore è tutto nell’avvio del suo commento. Lei è andato oltre il punto di discussione che le ricordo è “iniziato” con il “VOTO IN CABINA ELETTORALE”, e non i suoi sviluppi a venire, lo rammenti nel suo prossimo commento. C’è ancora chi vota per credo politico, ideologico, per scelta e per amore, per programmi più o meno credibili e chi per PROTESTA e tutti sono ugualmente validi nel loro principio. Non mi sembra di aver recriminato sul sistema elettorale, ma, e solo per interagire con il suo interpretativo commento, non mi va giù che i rimpasti si possano applicare… E’ permesso dalla Costituzione Italiana, e allora? Chi lo ha smentito? Posso essere contrariato al metodo e dirlo? Posso essere disgustato che partiti fra di loro agli antipodi, per interesse proprio, ma anche per “amore di Patria”, mi cambino le carte in tavola e che stravolgano in numero di rappresentanza politica e peggio “tecnica” ciò che il popolo italiano ha manifestato nel voto e che io mi ci incazzi sopra?
    In ultimo ed è la cosa a cui tengo più di altra renderla edotta, è che le sue preferenze di sistema elettorale non corrispondono minimamente alle mie, proprio per evitare l’acuire quei rischi di fatto dittatoriali che la Costituzione Italiana permette con la sua già citata pseudo “democrazia parlamentare”. No Grazie!

    • Temp, ci risiamo. Perché scrivi che si ribaltano le carte in tavola? NON CI SONO CARTE IN TAVOLA. Può non piacerti, puoi arrabbiarti, puoi dire che non ti va bene. Ma non puoi dire che si cambiano le carte in tavola.

  26. @MarioS | 8 Maggio 2022 at 16:54 |
    Premesso che dove trovare le risposte le è già stato indicato e che le ha prontamente snobbate nel loro contenuto, che rinnova le medesime domande e se ne da altrettanto prontamente anche la risposta, prendo distanza dal suo pensiero per le motivazioni già addottole, ritenendole viziate da giudizi unicamente esperienziali viziati nella composizione del da lei esaminato campionario, ritengo e preferisco dare validità e affidabilità agli studi dell’ISTAT che a lei. La cafonaggine, non l’ha citata lei ma io ed è usato a mo’ di “distinzione di quegli abruzzesi dell’entroterra” da lei citati, e mi è strano che la sua persona tanto arguta non l’abbia prontamente inteso. Una semplice soluzione è nel rimodulare indirizzi di studio inflazionati o comunque con disponibilità già sature, e ne vuole fare una colpa ai genitori o agli studenti di ciò? Se hanno scelto quell’indirizzo hanno commesso errore? Dovevano costoro preoccuparsi di fare prima uno studio di mercato e di settore? Che mi dice di professionalità imposta con piani quinquennali dallo Stato a mo di vecchia memoria socialista? Le garba? Sviluppiamo o invogliamo al ritorno in massa sulla “madre terra” a noi cafoni tanto cara, laddove nella maggior parte dei casi i genitori a lei tanto cari ne hanno perso la capacità semmai l’hanno precedentemente avuta e dove questi giovani hanno la colpa di aver tentato la via dell’istruzione per affrancarsi dalla ancestrale vocazione cafonale, laddove i genitori vi sono riusciti? Da tutto ciò ne esce uno spaccato di una società locale suddivisa in categorie di cafoni meritori e non, di chi non deve porsi più il problema (perché ormai affrancato) o i cui genitori non hanno più il problema di giovani figli da sistemare (già fatto) o che si sono dimostrati essere genitori esemplare di figli esemplari e che ormai, liberi da pesi, si arroga il compito di farne la cernita qualitativa, senza chiedersi e indicare del dove egli posizionarsi e del come a suo tempo vi si è forse meritoriamente posizionato e della disponibilità di scelte dell’epoca che ora è svanita! Evidentemente si soffre di memoria corta! Le ho ora aggiunto altre risposte “terra terra” alle sue domande, ora lei le dia alle mie punto per punto alle vecchie come alle nuove.

    • Temp:
      1) dice di non fidarsi della mia percezione, ma di rapporti Istat che però non è in grado di citare. Perché non ne esistono.
      2) ritiene che io abbia dato dei “cafoni” agli abruzzesi, e poi lui parla degli agricoltori come se fossero degli esseri inferiori perché cafoni;
      3) parla di Piani quinquennali di stampo socialista e poi parla di rimodulazione dell’offerta formativa decisa dallo Stato!
      In ultimo: “ne vuole fare una colpa ai genitori o agli studenti di ciò? Se hanno scelto quell’indirizzo hanno commesso errore? Dovevano costoro preoccuparsi di fare prima uno studio di mercato e di settore?” Mi pare ovvio! L’Università non si può fare tanto per fare oppure con lo spirito “io studio qualcosa, poi ci penserà lo Stato a trovarmi un lavoro”! Ma stiamo scherzando? Qui ormai siamo arrivati ad un livello di alienazione dalla realtà assurdo. Fra un po’ le imprese se la prenderanno con lo Stato se fanno prodotti di merda che non vendono, perché lo Stato doveva dire loro cosa e come produrre!
      E’ per questo che non abbiamo speranza come territorio. Perché il problema è sempre degli altri, e sempre gli altri lo devono risolvere.
      Aspetto con ansia l’indicazione dei rapporti Istat. Basta anche solo il titolo e la data di release.

      • MarioS:
        1) https:/www.istat.it/it/archivio/rapporto+annuale e clicchi sull’anno prescelto (le avevo indicato gli ultimi 3 anni ma a lei la libera scelta), dopodiché a nuova pagina clicchi sulla voce “volume integrale” e con la funzione e dai filtri di ricerca (ctrl+f) esegua le ricerche già suggeritele e quant’altro di suo piacimento e pur troverà qualcosa d’interessante anche per lei.
        2) La sta facendo diventare una cafonata quanto le è stato già spiegato il “tutto più volte” sull’utilizzo del termine, ma persevera.
        3) Le ho dato risposte, spunti, idee ai suoi quesiti e da lei non arriva nulla.
        4) Prendo atto dell’OVVIETA’ dell’errore dei genitori e ne sono di parere contrario, e lei non accenna una soluzione se non divagare astrusamente su altro non oggetto del problema.
        5) Chi di speranza… . Il problema è degli studenti e forse dei genitori e non è il suo, tanto meno ha prodotto suggerimento o soluzione, se non gettare sassi nello stagno e lo sta svuotando.

        Prenda il presente commento anche come risposta al @MarioS | 9 Maggio 2022 at 08:36

        p.s.: Attendo ancora risposta al commento temp | 8 Maggio 2022 at 17:51

        • 1) Ah quindi parliamo del rapporto annuale!
          Dove non ci sono dati sulla conoscenza della lingua inglese, né analisi sulle aree interne e marginali, né dati sulla propensione a lavorare lontano dal luogo di nascita/residenza. Tra l’altro, leggendo rapidamente a pag. 136-137 de rapporto 2021, l’Istat sottolinea che quello che ho detto è vero.
          2) E’ curioso che lei tenti di spiegare a me quello che IO intendevo dire.
          3) lo spunto è questo: non si deve confondere il problema della crescita e dell’occupazione con quello del mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
          4) la soluzione c’è ma non è a carico della collettività: chi ha competenze che non sono utili o non ne ha, studiasse e ne acquisisse di utili, altrimenti abbandoni l’idea di fare un lavoro che lo soddisfi (perché non è detto che esisterebbe);
          5) i genitori e i ragazzi devono assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Conosco moltissimi ragazzi in gamba che hanno studiato ciò che interessava loro, si sono preparati, parlano inglese bene (e non per finta come molti che mi capita di sentire), hanno preso 110 e lode e hanno trovato lavoro in fretta, accettando di spostarsi. Conosco altri che si sono laureati con 90, in 6 anni, in materie per le quali non c’è (da decenni) richiesta da parte del mercato del lavoro, che ora non lavorano, non perché non ci sia lavoro (certo, non è lavoro che usi le loro competenze; ma io ho fatto un corso di fischio, lo uso molto bene, ma non è che pretenda che qualcuno mi paghi per questo), ma perché trovano “sminuente” farlo.
          Torno quindi alla mia argomentazione iniziale. I giovani che non lavorano pur avendo studiato è perché non vogliono spostarsi, non sanno fare niente o quello che sanno fare non serve a nessuno. Ci sono eccezioni, ovviamente, ma non ho visto mai un ragazzo sveglio, che abbia studiato seriamente e scegliendo con passione e dedizione, che non abbia trovato lavoro, qui o altrove.

          • 1) Ah quindi parliamo del rapporto annuale! -> temp | 8 Maggio 2022 at 15:16 | <<>> le era sfuggito nella prima lettura?
            Dove non ci sono dati sulla conoscenza della lingua inglese…. leggendo rapidamente a pag. 136-137 de rapporto 2021, l’Istat sottolinea che quello che ho detto è vero. -> Non trova nulla dell’inglese, aree interne e altro, ma trova nella pagg. 136-137 il verbo della sua verità -> Ma quale? Pag. 136. >>> nel periodo di analisi anni dal 1978 al 2020 “Alla fine degli anni Settanta solo il 4,5% (u+d) risultavano in possesso di un titolo di laurea che nel 2020 risultava essere pari al 24% (u+d) …. Il possesso di un titolo di studio più elevato, oltre ad aumentare in media la probabilità di partecipare attivamente al mercato del lavoro, si dimostra fattore determinante nell’accrescere le chance di essere effettivamente occupati. L’andamento dei tassi di occupazione per titolo di studio (in età tra i 25 e i 64 anni) indica innanzitutto che tra il 2008 e il 2013 – man mano che gli effetti della crisi si riflettevano sul mercato del lavoro – il calo per chi era in possesso almeno di una laurea, (-2,6 punti percentuali) è stato inferiore a quello del gruppo con solo diploma di scuola secondaria, con un ulteriore aumento del differenziale (da 6,4 a 8,4 p.p.)… Sia nel periodo della crisi che, soprattutto, in quello successivo di ripresa, il titolo di studio terziario sembra aver svolto un ruolo determinante di protezione dell’occupazione.
            Pag. 137 >>> Per quanto riguarda invece le differenze territoriali, nelle regioni del Nord il tasso di occupazione dei laureati tanto nel 2008 che nel 2019, è pari all’85% (u+d), dei diplomati al 82.25% e della media inferiore al 70.5%. Molto diversa appare la situazione del Mezzogiorno, dove nel 2008 i laureati si attestano al 74.65% (u+d), nel 2019 al 72.2% (u+d) e nel 2020 al 72.3% (u+d).
            Nonostante i livelli inferiori rispetto al resto del Paese, il differenziale tra laureati e chi ha livelli d’istruzione inferiori nel Mezzogiorno è molto ampio, suggerendo che la possibilità di proseguire gli studi rappresenti, in queste regioni, un’opportunità decisiva sul mercato del lavoro.
            Se questo è darle ragione…>>>> Può sempre fornire il suo di studio per un confronto.
            2) Se tento è perché necessario e lei me ne da la riprova
            3) Io riscontro un divario economico fra Sud e Nord, che influenza e crea inconfutabilmente un disequilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro… il suo problema della crescita (quale?) non l’ho capito, anche se per me l’uno si inserisce nell’altro e viceversa, ma sono certamente miei limiti.
            4) A questi colpevoli genitori e studenti “impreparati” che pena vogliamo dargli? Mettiamo dei tutor per la scelta dell’indirizzo? Gli facciamo fare un percorso di recupero? Di storie simili alla sua ve ne sono altrettante in direzione opposta, ne conosco tanti che negli anni “anta” del passato secolo, mooolto più tanto assai scadenti dei giovani di oggi che sono stati “spintati” e ricoprono posti di riguardo senza averne le capacità, ma per costoro oramai ogni pena è andata in prescrizione.

            E il commento @temp | 8 Maggio 2022 at 17:51?

          • Posto quanto omesso fra i simboli maggiore e minore, sostituendoli con le virgolette:
            1) Ah quindi parliamo del rapporto annuale! -> temp | 8 Maggio 2022 at 15:16 | “sarebbe stato più corretto e proficuo consultare in rete i rapporti ISTAT degli ultimi tre anni” le era sfuggito nella prima lettura?

          • L’Istat fa decine di rapporti ogni anno. Non mi era sfuggito, era vago.

  27. Oh no, ancora con questi trattati in risposta alle altrui opinioni. Scrivete soltanto per farvi ammirare ( pensate )del vostra cultura. Non siamo in un’aula di tribunale, ma per favore…

    • Mrs, mi dispiace averla infastidita e lo capisco. Quando scrivo qui parto sempre dal presupposto che chi legge e scrive è interessato a confrontarsi con altri punti di vista, e quindi do per scontato che si debba fare lo sforzo di intendere ciò che l’altro sostiene e, nel caso, argomentare le posizioni diverse.
      Quando l’interlocutore ti mette in bocca pensieri che non hai avuto e poi ci sproloquia sopra, allora la cosa diventa diversa. Perché nella migliore delle ipotesi si tratta di un troll, nella peggiore di un disonesto intellettualmente o di mancanza di capacità cognitiva. Non si tratta di farsi ammirare, ma di evitare di vedersi attribuiti pensieri e concetti che non sono stati espressi. Non so a lei, ma a me dà fastidio, e tra adulti dovrebbe essere così.
      Poi, per quale cultura dovremmo essere ammirati? Io ho solo riportato un’opinione.
      Quando si vuole capire o si cerca di farsi capire, a volte serve scrivere un po’ di più (non è stato questo il caso, in effetti). Può essere noioso, ma si può sempre evitare di leggere!

  28. Rispetto la sua opinione sulle richieste che lei ha avanzato.

  29. @MarioS | 9 Maggio 2022 at 19:46 |
    Ahhhh… capisco, era “VAGA” la mia descrizione, infatti anche senza url al solo digitare nella barra di ricerca “rapporti istat”, guarda caso, si apre la stessa pagina dell’url che poi le ho dato! Chissà mai perché?
    Ma quel che più mi sorprende è il suo scemar nel proferir parola… per di più su di un commento di precisazione, saltando a piè pari il commento appena sopra >>> temp | 9 Maggio 2022 at 15:32 e l’ormai incancrenito commento >>> temp | 8 Maggio 2022 at 17:51, rimando del temp | 8 Maggio 2022 at 15:32, ma non demordo e resto in “cortese” attesa!

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