Coltivazione della genziana al via nel Parco Majella. Interessato anche Pacentro

Le strutture del Parco Nazionale della Majella deputate alla conservazione della biodiversità vegetale, la Banca del Germoplasma di Lama dei Peligni ed il Vivaio delle piante autoctone di Sant’Eufemia a Majella, sono pronte ad avviare un primo lotto di produzione di piante da seme di genziana per soddisfare le richieste giunte dalle comunità di Pacentro, Pizzoferrato, Roccamorice e Lettopalena.

Il Pnm infatti, sta continuando il suo impegno per il rilancio dell’agricoltura di montagna, in questo caso attraverso la coltivazione di specie vegetali officinali ad uso liquoristico come la genziana maggiore (Gentiana lutea). Il liquore di genziana, uno dei simboli che contraddistingue la regione, è attualmente prodotto con radici provenienti da paesi esteri in particolare dalla Francia. Le piante si metterebbero a disposizione di agricoltori che in collaborazione con il Parco, inizierebbero a coltivare la genziana le cui radici sono utilizzate per la produzione del liquore.  

Secondo il Pnm, la tecnica di coltivazione, a fronte della resa economica finale, presenta ancora alti costi di produzione; tuttavia questa può rappresentare un “prodotto di comunità”, in cui più aziende di concorrono a realizzare quantitativi poi immissibili nel mercato, o ancora meglio a definire una filiera locale completa.

Proprio a Pizzoferrato, qualche giorno fa il direttore del Parco Luciano Di Martino ha incontrato gli agricoltori interessati, i sindaci delle Amministrazioni di Pizzoferrato e Lettopalena e il professore Luigi Menghini dell’Università di Chieti della facoltà di Farmacia per mettere in piedi i primi nodi della rete che si spera potrà portare alla coltivazione e alla creazione della filiera della genziana d’Abruzzo.

Savino Monterisi

4 Commenti su "Coltivazione della genziana al via nel Parco Majella. Interessato anche Pacentro"

  1. Bellissima notizia, diamo ai nostri agricoltori la possibilità di valorizzare il nostro territorio creando anche nuovi posti di lavoro …,

  2. Notizia interessante per tutti e principalmente per l’economia territoriale.
    A che punto siamo?

  3. Minestra riscaldata | 24 Novembre 2022 at 20:51 | Rispondi

    … il Corpo Forestale dello Stato ne aveva avviato una coltivazione sperimentale almeno venti anni fa nel vivaio di Roccaraso… ma poi le menti “ illuminate”, sedicenti democratiche, ne hanno decretato la soppressione nel 2016, disperdendo la professionalità di una : “ forza di polizia dello Stato ad ordinamento civile, specializzata nella difesa del patrimonio agro-forestale italiano e nella tutela dell’ambiente, del paesaggio e dell’ecosistema, concorre nell’espletamento di servizi di ordine e sicurezza pubblica, ai sensi della legge 1º aprile 1981, n. 121, nonché nel controllo del territorio, con particolare riferimento alle aree rurali e montane. Il Corpo forestale dello Stato svolge attività di polizia giudiziaria e vigila sul rispetto della normativa nazionale e internazionale concernente la salvaguardia delle risorse agroambientali, forestali e paesaggistiche e la tutela del patrimonio naturalistico nazionale, nonché la sicurezza agroalimentare, prevenendo e reprimendo i reati connessi. E’ altresì struttura operativa nazionale di protezione civile»…

    • Di grazia, cosa c’entra l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri con l’articolo?

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