Covid, la stagione più dura

Con i 74 casi messi a referto ieri, si chiude la terza settimana consecutiva di aumento esponenziale della curva epidemiologica. Il virus è tornato a viaggiare speditamente, insomma, anche in Centro Abruzzo dove negli ultimi sette giorni si sono registrati 563 nuovi positivi, ovvero il 40,3% in più della settimana precedente che già veniva da un aumento a sua volta del 34,1% rispetto alla prima di marzo.

Il Covid ha mietuto una stagione impressionante nell’inverno che si chiude oggi: dal 21 dicembre scorso, quando cioè è entrata formalmente la stagione, infatti, i casi di positività in Centro Abruzzo sono stati ben 8459, più della metà cioè del totale registrato dall’inizio della pandemia (poco meno di 14mila) e dieci volte i casi accumulati nell’autunno (838). L’inverno nell’area peligno-sangrina ha coperto in pratica il 60,4% dei contagi complessivi sommati in due anni.

La speranza è che la primavera e la bella stagione invertano il trend, anche se le previsioni degli esperti parlano di una curva in crescita ancora per molto, addirittura fino a giugno.

Gli attualmente positivi sono 1171 e il bollettino di ieri ha confermato un contagio proporzionalmente distribuito con Sulmona, ovviamente, ancora una volta maglia nera con 32 nuovi casi. Quindi Pratola Peligna con 9 e Castel di Sangro con 5, stesso numero che registrano Prezza e Raiano.

2 Commenti su "Covid, la stagione più dura"

  1. ma perchè dare i numeri dei contagi così? che senso ha? vediamo chi sta realmente male. ormai è al pari di un raffreddore. dare numeri così senza spiegare ha il solo risultato di terrorizzare la gente. scusate il tono del commento e aggiungo che sono a favore dei vaccini . sono assiduo lettore di questa spettabile testata e vi stimo però avete rotto le cosiddette.

    • Gentile Alberto, che la pandemia si stia trasformando in endemia siamo stati tra i primi a scriverlo già dai primi di gennaio. Siamo consapevoli e contenti che il virus si sia indebolito per l’effetto congiunto del vaccino e dell’evoluzione virale e per questo, nel dare i numeri, non vogliamo fare allarmismo o terrorizzare. Ci sembra però giusto come organo di informazione riportare i dati, specie per le imminenti decisioni che saranno assunte dal governo. Sono dati, appunto, che vanno letti nel contesto epidemiologico variato, consapevoli che il 60% dei positivi registrati nella stagione invernale destano meno preoccupazione sanitaria del restante 40% accertato negli ultimi due anni.

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