E’ finita!

La scuola (online) è finita!!
I maturandi sono ancora alle prese con la prova unica, orale e di presenza, ma per tutti gli altri studenti l’anno scolastico è terminato ormai da due settimane.
Un anno molto particolare. Chi lo avrebbe detto quel 5 marzo, quando gli alunni di tutta Italia aspettavano speranzosi l’annuncio della chiusura delle scuole “almeno per una settimana”, che invece in classe non sarebbero più tornati?
La scuola è diventata DAD: didattica a distanza.
Collegamenti alle 8 di mattina, tanti compiti da fare, scadenze da rispettare, interrogazioni e attenzione costante tutti i giorni. Non c’è stato modo di annoiarsi.


Il primo periodo eravamo tutti preoccupati per la salute, soprattutto delle persone più a rischio e il sentimento di gratitudine per il lavoro di medici e infermieri era più grande di ogni altra emozione. Tutto il resto era un di più: la spesa a domicilio, il lavoro in smart working, le videochiamate con i parenti…l’unica cosa che contava davvero era che tutto si risolvesse al più presto e nel migliore dei modi.
La DAD procedeva regolarmente e in cuor nostro la ringraziavamo perché, oltre a formarli, distraeva i nostri figli da una realtà terrificante, tenendoli impegnati e uniti, anche se solo virtualmente.
I problemi, soprattutto nelle prime settimane, non sono mancati e non solo quelli tecnici. I ragazzi si lamentavano per il numero eccessivo di ore da passare davanti ai monitor e per il carico di compiti assegnati. Gli insegnanti hanno subìto un aumento della mole di lavoro e un approccio forzato al mondo digitale, dove si può essere solo “on” oppure “off”, senza una via di mezzo: per una volta gli studenti erano più preparati dei professori, almeno sugli strumenti di connessione. I genitori si sono dovuti barcamenare tra turni per l’uso di tablet e computer, Gigabyte non sufficienti al fabbisogno di tutta la famiglia e impegno nel seguire i bambini più piccoli nelle attività didattiche.
E poi, in generale, tanti dubbi sulla privacy.
Quando l’emergenza sanitaria si è allentata e sono stati riaperti negozi, locali e confini, è stato chiaro che la scuola sarebbe invece continuata online, visto che nelle aule il distanziamento sociale è difficilmente applicabile e gli assembramenti sono inevitabili e protratti nel tempo. E’ sorto così il problema delle valutazioni: cosa e come valutare?
I tempi in cui si discuteva dell’assenza di carta igienica nei bagni delle scuole sembravano tanto lontani.
Spiegare senza poter leggere negli occhi dei ragazzi l’interesse, il dubbio o la noia non deve essere semplice, ma fare lezione con il sospetto che gli allievi possano disconnettersi, copiare, suggerire o sfottere ha rischiato di trasformare il tutto in una caccia alle streghe.
Tra piattaforme, mail, link, chat e webinar i mesi (3) sono passati ed è arrivato l’ultimo giorno di scuola, senza il suono dell’ultima campanella, senza urla di gioia, senza gavettoni e senza foto di classe.
Tutto finito e tutti promossi, con la speranza di rivedersi in classe a settembre: un mese che, a dirlo, sembra lontano nel futuro e invece è tanto vicino e pieno di soluzioni da trovare.
Dopo una partenza frettolosa e incerta, la DAD ha funzionato (purtroppo non in tutti gli istituti e non per tutti gli studenti d’Italia), ma la DAD non è scuola: è emergenza. È stato il solo modo possibile per incontrarsi durante un tempo di “non scuola” molto-troppo lungo.
Ha assicurato un minimo di continuità didattica, ha tenuto vivo un rapporto di vicinanza tra alunni e insegnanti e, proprio con i suoi limiti, ha evidenziato l’importanza della didattica in presenza.
Di quanto successo dobbiamo fare tesoro, perché niente accade invano: ora la scuola ha un piano B da poter affinare e attuare al bisogno. Da oggi in poi, ad esempio, ogni studente costretto ad assentarsi a lungo dalla classe per qualsiasi motivo, potrà tenersi aggiornato sulle lezioni e reperire facilmente il materiale caricato dai docenti. La DAD come supporto alle lezioni tradizionali.
Negli ultimi mesi abbiamo imparato ad adattarci, ad essere flessibili e a guardare i fatti da un punto di vista diverso, dando la priorità alle cose importanti e procrastinando il resto.
Non tutti i programmi sono stati ultimati e le valutazioni probabilmente sono state imperfette, ma la scuola ha potuto lavorare sul senso di responsabilità dei ragazzi, in un momento della loro vita che non dimenticheranno mai.
Nessuna trovata informatica potrà mai eguagliare l’efficacia del rapporto diretto tra insegnanti e alunni, però il contesto nel quale la didattica a distanza è entrata nella quotidianità dei nostri figli, l’ha resa certamente un’esperienza formativa, forse più di qualsiasi piano di studio, che sono certa verrà prontamente recuperato nel corso del prossimo anno.

Buone vacanze ragazzi!

gRaffa

Raffaella Di Girolamo

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