Emergenza post Covid, il parroco chiude la porta agli studenti

L’unione, la collaborazione e gli “insieme andrà tutto bene”, si sono andati a far benedire. La solidarietà post Covid si è fermata davanti agli interessi di parrocchia, è il caso di dire. Così alla richiesta da parte del Comune di poter utilizzare gli spazi di Santa Maria Ausiliatrice, moderna struttura di via San Polo, al fine di ospitare sei classi della scuola Lombardo-Radice, il parroco Don Carmine, nonostante l’intercessione del Vescovo, ha risposto con un doppio “due di picche”: uno all’assessore Salvatore Zavarella, l’altro direttamente a preside e consiglio di istituto che avevano chiesto udienza.
I locali della parrocchia, memore forse della non esaltante esperienza pregressa (quando la Curia ebbe più di un problema a farsi pagare le bollette dei consumi dal Comune), non sono insomma disponibili, non più, per gli studenti per i quali, nel rispetto del distanziamento sociale imposto dal Covid, si cercano ora disperatamente degli spazi.


Il problema riguarda in particolare sei classi della scuola primaria che una volta era in via Togliatti e che da tre anni è stata stipata negli angusti locali dell’ex Cescot, insufficienti già prima della pandemia. E’ questa ora infatti la vera emergenza nella logistica scolastica post Covid, perché per gli altri studenti una soluzione sembra essere definita: fuori dai Musp (che non saranno più utilizzati) gli alunni della Masciangioli andranno insieme a quelli della Capograssi nella scuola messa in sicurezza (i lavori sono quasi terminati), mentre nel plesso di Sant’Antonio si farà spazio agli studenti della media Serafini, dove finalmente, a quasi cinque anni dall’aggiudicazione dei lavori, potrà partire il cantiere.


Tornando alla Lombardo-Radice, l’assessore Zavarella sta lavorando su più fronti: palazzo Manara (ex liceo scientifico) tornato libero dopo venti anni che però dovrà superare la prova della vulnerabilità sismica (oggi dovrebbe esserci il sopralluogo); i locali di “Don Achille”, in realtà di proprietà comunale, anche questi da sottoporre a verifica e persino i locali privati del Borgo dove doveva andare Euronics, ma che al momento sono privi di autorizzazioni urbanistiche. “Speriamo di risolvere con una delle prime due soluzioni – spiega l’assessore Zavarella – sulla terza vedremo, si tratta di una soluzione paventata dai genitori: seppur senza autorizzazione urbanistica il decreto governativo concede poteri speciali ai Comuni per decidere”.

7 Commenti su "Emergenza post Covid, il parroco chiude la porta agli studenti"

  1. È un articolo ingiusto che non da’ una corretta informazione, perché non mette in risalto il lavoro disinteressato,svolto con impegno e dedizione da parte dei parroci che si sono sempre fatti in quattro, per anni, per venire incontro alle esigenze delle famiglie…la parrocchia non può essere il caprio espiatorio di tante situazioni disastrose mai risolte. Spero che almeno le famiglie, che hanno a cuore il benessere e la formazione dei loro figli, sappiano comprendere fino in fondo che l’accoglienza e la gratuità non hanno un colore politico.

  2. Gli interessi di parrocchia per esempio…ma quali sono questi interessi? A che cosa si vuole alludere? Il titolo stesso è alquanto subdolo..cmq ognuno è libero di esprimere il suo pensiero e di farsi un’opinione..Buona giornata a tutti!

    • Subdolo? Alludere? Gli interessi li conosce il parroco, e non per questo debbono essere loschi. L’interesse potrebbe essere non dover pagare bollette salate, non sentire rumore, utilizzare gli spazi per altri scopi…

  3. Fiero di essere ateo

  4. ..non dover pagare bollette troppo salate, utilizzare gli spazi per altri scopi..sacrosanti diritti! Grazie per i chiarimenti.

  5. Viva la Chiesa | 16 Luglio 2020 at 06:59 | Rispondi

    Se fossi uno dei genitori della scuola in questione , cambierei parrocchia o religione…per dirla in parole povere qui si sputa sul piatto dove si mangia.

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