Fine emergenza: a rischio sistema sanitario in carcere

La dichiarazione della fine dell’emergenza sanitaria, annunciata dal presidente Mario Draghi per fine marzo, potrebbe compromettere la già difficile gestione del sistema sanitario all’interno del carcere di Sulmona.

A denunciarlo è il sindacalista Uil Mauro Nardella che spiega come alla già pesante carenza di organico dei medici dietro le sbarre di via Lamaccio (4 in servizio sui 7 previsti in organico), si aggiungerà, a partire dal 31 marzo, quella degli Oss (operatori socio sanitari) che, durante la pandemia, sono stati fondamentali nell’evitare il collasso del sistema dietro le sbarre.

“Con il venire meno dello stato di emergenza gli Oss non sarebbero più contemplati dalla Protezione civile e quindi non più utilizzabili in carcere – scrive Nardella -. La sanità abruzzese non può non farsi carico di questo potenziale e pericoloso scenario futuro. Per questo motivo  la Uil  invita l’assessore alla sanità Nicoletta Veri e tutta la dirigenza Asl a farsi carico della situazione e a porvi subito rimedio. A tal proposito può essere utile invitare loro a destinare, con le modalità che la Asl saprà adottare, un’aliquota degli Oss facendo permanere le unità attuali impegnate in loco e che ben sanno cosa fare per continuare a soddisfare le esigenze dell’Amministrazione. Il tutto, nelle more dell’espletamento della procedura concorsuale aggregata (in corso di svolgimento) per le  Asl di Teramo, Lanciano-Vasto-Chieti e Avezzano-Sulmona-L’Aquila gestita dalla Asl di Teramo dalla quale sarebbe auspicabile l’assegnazione di unità presso gli istituti di pena di Sulmona (4 per 420 detenuti), L’Aquila ( 3 per 200 detenuti) ed Avezzano ( 2 per 60 detenuti)”.

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