Giusy, la studentessa medaglia d’onore e il sogno nella robotica medica

Una ragazza di quelle determinate, con obiettivi da raggiungere ma anche tante passioni da coltivare.

Ex liceale del “Fermi”, attualmente iscritta al primo anno di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano, Giusy Spacone è una delle studentesse più brave d’Italia, un titolo che le è valso la Medaglia d’onore e un attestato di stima che il prossimo 8 novembre le sarà consegnato direttamente dalle mani del presidente Sergio Mattarella. Giusy, 19 anni, originaria di Scanno ma sulmonese d’adozione, è una dei 25 alunni più meritevoli dello Stivale, parliamo del premio “Alfieri del lavoro-Medaglia del Presidente della Repubblica 2018″, e di certo a quell’appuntamento così importante, la giovane studentessa, porterà con sé il suo liceo scientifico. Dallo stesso istituto peligno, arrivano, attraverso una nota, grande entusiasmo e la consapevolezza che “l’esperienza scolastica puó diventare una sfida motivante e stimolante che ci conduce verso elevati traguardi e successi meritati”.

Un riconoscimento figlio dell’impegno, di studio, determinazione, una notizia che in casa Spacone ha portato grandi emozioni “Quando ho ricevuto la telefonata di mia madre che mi avvisava di aver vinto il Premio, mille emozioni si sono accavallate nella mente. Ho ripensato a questi anni, alle difficoltà incontrate e ai risultati ottenuti. Sicuramente, questo riconoscimento costituisce il coronamento di anni di studio ed impegno. Al tempo stesso mi spinge ad andare avanti nel mio percorso cercando, giorno dopo giorno, di ampliare il mio bagaglio di conoscenze e competenze”.

Della sua vita da liceale si descrive semplicemente una ragazza come tante, sveglia al mattino presto, scuola, lezioni, senza però dimenticare i suoi interessi fuori i banchi, del liceo prima, e ora dell’università.  Alla domanda “come si diventa studentesse migliori d’Italia?” spiega “credo che non sia possibile stabilire un criterio per ottenere un riconoscimento come questo. Sicuramente, la costanza e l’impegno giornaliero mi hanno ripagata. Al tempo stesso, un ruolo fondamentale è stato svolto da tutte le persone che ho incontrato nel mio percorso. In primis, la mia famiglia, che da sempre mi ha stimolata, aprendo ogni giorno porte ad infinite opportunità. Tutti gli insegnanti che ho avuto la fortuna di incontrare in questi anni sono stati un punto di riferimento. Non a caso, nonostante abbia scelto di proseguire i miei studi in un ambito prettamente scientifico, continuo a coltivare interessi anche in ambito umanistico, cercando ogni giorno di scoprire la bellezza che è nelle cose”.

Una vita da studentessa divisa tra studio e sport “Sin da bambina, ho diviso i pomeriggi d’inverno tra libri e piste da sci: ho iniziato a sciare all’età di tre anni e, all’età di dieci, sono entrata nel mondo dell’agonismo. Credo che la determinazione, la perseveranza e la capacità organizzativa, elementi che hanno contribuito ad ottenere questo riconoscimento, derivino proprio da lì. Nei mesi primaverili ed autunnali, ho praticato altri tipi di sport, anche grazie alle varie opportunità offerte dalla scuola”.

Non solo libri insomma, attività sportive, ricreative e diverse passioni “Sono fermamente convinta dell’idea che, attualmente, uno studio fine a sé stesso non conduca verso risultati concreti. Ho fatto parte della redazione del giornale “Iperbole”, la testata del Fermi, occupandomi sia della stesura dei testi che, lo scorso anno, della realizzazione della grafica. Sicuramente, è stata una grande opportunità per mettermi in gioco, conoscere in maniera “attiva” la scuola e la realtà che ci circonda e, al tempo stesso, unire conoscenze apprese sui libri a competenze individuali”.

 Sui progetti per il futuro, un grande sogno, quello di lavorare nella robotica medica, “mi affascina l’idea dell’incontro tra scienza e uomo, delle possibilità che la ricerca scientifico-tecnologica stanno aprendo quotidianamente. Al tempo stesso, è un settore che apre le porte a mille interrogativi di carattere etico”. Non c’è un modello di riferimento specifico ma tante possibilità di spunto e ammirazione “Credo che ogni persona, con le proprie caratteristiche e la propria storia, possa contribuire a diventare un punto di riferimento. Cerco di imparare e di osservare da chi eccelle in un particolare settore, mantenendo sempre, però, la mia identità”

Anna Spinosa

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