Il gioco che non riparte, dimenticate le agenzie di scommesse

Tra le attività a cui non è stata ancora concessa l’apertura e neanche una ipotesi di apertura ci sono le agenzie di scommesse che, opinioni a parte, rientrano in uno dei settori più fiorenti in Italia. Al terzo posto per fatturato con 9 miliardi di euro di introito e circa 3 miliardi di tasse l’anno da pagare allo Stato.

E sul territorio peligno sono diverse le attività di questo tipo rimaste in sospeso, con i gestori increduli della situazione attuale. “Non è stata prevista alcuna riapertura – spiega Alessandro di Prata, socio dell’agenzia Goldbet di Sulmona -, si ipotizza ad inizio di giugno, più che altro si vocifera, ma di certo non c’è nulla. Credo che siamo l’unico settore di cui non si sa nulla, dimenticato dal Governo nonostante l’importanza che rivestiamo come incassi per lo Stato. Non solo dimenticati, ma siamo, tra l’altro, gli unici a cui il nuovo decreto Bilancio imporrà un aumento delle tasse dello 0,30 per cento”.

“La nostra attività come tutte le altre deve ottenere rispetto – prosegue Di Prata -, c’è gente che vive di questo lavoro, paghiamo le tasse, abbiamo dipendenti che, al momento, non hanno nemmeno ricevuto la cassa integrazione. La nostra agenzia non ha ottenuto il prestito destinato alle imprese perché ritenuta attività a rischio, le banche non concedono mutui per la questione dell’antiriciclaggio”.

Senza date, senza supporti economici e senza possibilità di riorganizzarsi perché, al momento, non sono stati definiti protocolli legati a questo settore: “Non sappiamo nulla, quindi non ci possiamo nemmeno portare avanti con il lavoro” conclude Di Prata sottolineando come le agenzie di scommesse siano attività economiche a tutti gli effetti, compresi tabaccai e rivenditori di alcolici.

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