Il preside e il liceo

Un ex preside, un ex studente e uno che il terremoto dell’Aquila l’ha vissuto sulla sua testa. Con Giuseppe Evangelista e Francesco Paolucci ci siamo trovati una mattina di febbraio davanti al liceo classico Ovidio, chiuso da quel giorno di aprile di 13 anni fa. Avevamo a disposizione un paio d’ore per fare un intervista dentro quel palazzo per un documentario su Carlo Tresca che per ora è solo una suggestione, se farà passi avanti ne riparleremo. Carlo Tresca é un romantico paradosso per Sulmona. Sindacalista rivoluzionario, leader anarchico di scioperi leggendari per il movimento operaio in America ma misconosciuto in Italia e faticosamente ricordato anche nella sua città.

Pure lui frequentò l’Ovidio, senza brillare negli studi peraltro, indisciplinato e ribelle fin da allora. Questo era il nostro spunto ma sapevamo che per noi entrare in quelle aule dopo tanti anni non sarebbe stato facile. Inutile aggiungere molto altro alle immagini girate da Francesco e alle parole di Peppe. Posso solo dire che sono andato subito a cercare la mia III A, desolatamente vuota, che ho provato a sfogliare i registri delle riunioni dei miei anni, accatastati alla rinfusa nella polvere. Ho visto verbali scritti in calligrafia dai presidi di allora ma anche i segni degli ultimi tempi. Una foto di Obama che resisteva su un muro scrostato, a terra giornali inchiodati ai primi giorni di quell’aprile e poi i libri, alcuni serrati per fortuna negli scaffali a vetro della biblioteca, altri, molti altri alla mercé del tempo e degli incolpevoli piccioni.
I ritardi, i contenziosi, i ricorsi che hanno impedito finora i lavori sono una brutta storia per tutti, ma quelle cose abbandonate al loro destino fanno ancora più male perché non costava nulla metterle in salvo da subito. Come quando devi lasciare la casa pericolante tu cerchi di portar via quello a cui tieni di più, la foto sul comodino o il diario o i gioielli. Quello che scegli parla di te. Aver portato via i banchi e lasciato libri e registri mi ha raccontato quello che non avrei mai voluto sapere sulla mia vecchia scuola. Ma forse è solo un’impressione di un giorno di febbraio, prima della guerra.

Angelo Figorilli

9 Commenti su "Il preside e il liceo"

  1. L’ennesima, brutta storia della nostra città

  2. Domenico Forgione | 25 Marzo 2022 at 08:53 | Rispondi

    Una storia questa del liceo classico che racconta la decadenza di Sulmona, quando arrivavo a Sulmona dal mio paese in vallata mi sentivo in città, oggi quella che era una città rappresenta solo il paese più grande della vallata.

    • Pura verità.
      Una decadenza acuitasi da decenni nella intera nazione e regione,ma che qui in Valle Peligna é significativamente più incisiva.
      E andrà sempre peggio!!! 😥

  3. E dopo tanti anni, improvvisamente, come se ci si fosse svegliati da un lunghissimo letargo, qualcuno si ricorda di tutto ciò? E cosa devono dire alunni del tremila( come dice Zalone…) che hanno frequentato il “Classico” sballottati tra artistico e croce rossa senza mai avervi messo piede? Senza una vera identità, credo che non abbiano un gran ricordo dei loro anni di liceo….

  4. Ripensiamo il Territorio | 25 Marzo 2022 at 21:27 | Rispondi

    Una Città, che si fa vanto di essere luogo fi cultura, che ha dato i natali a Ovidio e che ha una sua statua a monito davanti la porta del Liceo Classico, dovrebbe VERGOGNARSI NEL VERO SENSO DELLA PAROLA, per non essere stata dopo 13 anni di riaprire un fiore all’occhiello come la scuola , il Liceo Classico Ovidio,appunto. E veramente uno scandalo che grida vendetta. Sia creato un commissario ad hoc come per le grandi opere.I sindaci si Vergognino per primi, insieme a tutti gli amministratori che in questi anni si sono susseguiti. Abbiano almeno questo coraggio.

    • “i sindaci” quello di Pratola ha ben lavorato per portare e tenere lì l’istituto per rag e geometri, e bene ha fatto, essendo sindaco/a della sua cittadina. Sulmona non ha un sindaco decente da troppo tempo, e il risultato è quello che vediamo, non solo in campo di edilizia scolastica ( torniamo a Pratola e al nuovissimo e funzionalissimo plesso scolastico) ma anche di insediamenti commerciali, o di svago. Sulmona sta morendo tra le beghe di chi più può portare a casa come risultato il solo suo unico compenso, degli ultimi 5 anni a pieno scrocco ne vogliamo parlare? Per quelli a venire vedremo, intanto crogioliamoci sui fasti dei tempi che furono mentre ammiriamo, le “vie di fuga” del mercato, che alla fuga hanno dato solo gli ambulanti, le fiere di chincaglieria e/co, le multe (che da qualche parte pure si deve battere cassa) e le sfilate, quelle in costume e quelle su passerelle tanto fragili quanto ridicole.

      • All’epoca, i “Sindaci di Pratola” hanno avuto il vantaggio di avere una scuola praticamente nuova e vuota di studenti e a costo zero, cosa che Sulmona non aveva e non ha.
        Che poi la gestione della vicenda abbia avuto una gestione catastrofica è un altro discorso.

      • Che film ha visto? La scuola di pratola o meglio l’edificio, è di proprietà pubblica (provincia) quindi dei contribuenti. Non vedo perché si sarebbe dovuto pagare un privato come per le varie scuole di sulmona

        • È lei che non ha ben inteso la trama del suo film!
          Costo zero vuol dire costo zero!
          Chi ha scritto di pagare affitti a privati se non e solo lei?

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