Immobilità sostenibile

Al terzo bando i richiedenti sono solo 9, meno dei 12 di quello di settembre e dei 26 di quello di giugno. Nei fatti, però, finora sono stati liquidati solo 21 acquisti di bici elettriche e nessun buono mobilità. In tutto 5557,77 euro dei 17434,25 a disposizione. Insomma, un altro mezzo flop per la mobilità sostenibile su cui, pure, Sulmona ha puntato per convertirsi in città smart e green.

I sulmonesi non sono evidentemente amanti di bici e monopattini elettrici, anche se le ragioni dell’insuccesso sono riconducibili a più fattori.

La storia: il Comune di Sulmona a giugno scorso, aderendo al progetto che ha come capofila Avezzano, ha emanato il bando mobilità, prospettando contributi per un massimo di 300 euro a chi avesse acquistato una bici, bici elettrica, un monopattino, un kit per elettrificare una bici normale, ma anche caschi e i cosiddetti bonus mobilità, ovvero soldi (100 euro) a chi avesse dimostrato tramite una applicazione di muoversi senza consumare Co2.

I numeri: al bando hanno risposto e sono state ammesse 47 domande, divise in tre diversi avvisi (a giugno 26, a settembre 12 e ora 9) per i contributi per l’acquisto il cui budget totale ammontava a 12358 euro. Delle 38 richieste fatte nei primi due avvisi, 21 sono state liquidate, altre 7, invece, sono in standby perché, insieme al contributo per l’acquisto, hanno presentato anche la richiesta di bonus mobilità (che non riesce ad essere evaso), mentre altri 10 hanno o rinunciato o non sono stati in grado di presentare le fatture di acquisto. Questo anche perché le bici elettriche, a causa della pandemia, ad un certo punto sono sparite dal mercato. A tirare le somme, insomma, alla fine meno della metà del budget a disposizione è stato impegnato per l’acquisto di bici.

Peggio però è andata per il bonus mobilità, il cui fondo di poco più di 5mila euro è rimasto finora intonso: la richiesta di 100 euro (50 centesimi a chilometro per due mesi a partire dall’apertura delle scuole), finora, è stata avanzata infatti da sole 7 persone che per questa richiesta aggiuntiva attendono ancora di vedersi liquidato il contributo per la bici acquistata. Il problema è che questa applicazione che dovrebbe certificare la percorrenza di almeno 2 km al giorno per le quotidiane attività di spostamento (accompagnare i figli a scuola, fare la spesa, etc) non è chiaro come funzioni e d’altronde nessun controllo, che pure era stato previsto, è stato fatto finora sull’effettivo utilizzo del mezzo elettrico.

Morale il bando è scaduto e i soldi (oltre 12mila euro) sono rimasti in cassa. Qualcosa sarà evaso con i 9 rientrati ora in graduatoria e con i 7 in attesa, per cui si prevede che resteranno in cassa inutilizzati circa 5mila euro per l’acquisto di biciclette e oltre 4mila (ovvero quasi tutto il budget) per il bonus mobilità.

La speranza è che il ministero, titolare del finanziamento, proroghi i benefici fino ad ottobre prossimo e che questi soldi, prima o poi, qualcuno si decida a prenderli. Non per farci il pieno di benzina.

6 Commenti su "Immobilità sostenibile"

  1. Per una bici decente con motore centrale ci vogliono almeno 1600 euro considerando lo sconto di 300 euro. Mica bruscolini. Bisogna portare l’incentivo al 50% dell’importo per renderlo allettante. Ovviamente chi di competenza deve vigilare sui prezzi di listino che non devono essere drogati per via dell’effetto degli incentivi. Altrimenti succede come per il 110 con i prezzi alle stelle.

  2. Mi chiamo Antonio | 3 Febbraio 2022 at 07:20 | Rispondi

    … chi vuole comprarsi la bici elettrica che mettesse mano dentro alla saccoccia sua… non a quella degli altri fessi che pagano le tasse.
    Basta con ‘sti Bonus coi soldi a-gratis, riducete le tasse comunali… che fra poco non ci rimarrà più nessuno in giro.
    Per non consumare Co2 c’è un modo più naturale per farlo: camminare… almeno per spostarsi da casa a Corso Ovidio.

  3. Vero signor Antonio camminare è un ottimo modo per non consumare e stare bene. Cmq le somme messe a disposizione non vanno a gravare sulle tasse comunali sono fondi indirizzati esclusivamente alla mobilità sostenibile quindi fondi europei

    • Mi chiamo Antonio | 4 Febbraio 2022 at 07:40 | Rispondi

      …. la storiella dei soldi che ci da l’Europa, gratuitamente e senza restituirli è meglio che finisca presto, a partire da alcuni politici che ripetendola anche loro a “pappagallo” nei vari programmi televisivi a cui sono invitati da esperti di un bel caxxo di niente, la inculcano a molte persone che li ascoltano.
      I soldi non ce li regala nessuno, l’Italia è una nazione finanziatrice della Unione Europea, praticamente ogni anno gli versiamo sempre più soldi di quelli che ci riprendiamo indietro. Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto sempre un bilancio a saldo negativo che varia dai 2 a 5 miliardi di Euro annuali.
      Soldi che vanno in parte a finanziare le spese di funzionamento per il “ Carrozzone” messo in piedi, e il beneficiario maggiore a ricaduta è il Belgio, e la restante a finanziare lo sviluppo dei paesi Europei diciamo più poveri tra cui: Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, Grecia e tutti gli altri piccoli Stati membri.
      E fin qui va bene, aiutiamoli a crescere, d’altronde anche l’Italia è stata aiutata prima del 2000… quello che non si comprende è il saldo attivo del Belgio, che nel 2017 ha versato all’Unione europea 2,978 miliardi di euro, per riceverne indietro 7,357 miliardi… o del Lussemburgo, che sempre 2017, ha contribuito con 307mila euro all’Unione europea, ricevendo indietro 1,827 miliardi.
      Per dare due numeri: il Pil Pro capite del 2018 dei cittadini di questi due paesi è stato rispettivamente di 46.696 USD per il Belgio e di 115.536 USD per il Lussemburgo, si avete letto bene 115.536 USD
      ( il più grande paradiso fiscale nel cuore della nostra cara UE)… per l’Italia invece il Pil pro capite del 2018 è stato di 34.321 USD.
      E questi dati hanno mantenuto una media stabile negli ultimi 10 anni.
      Poi non bevetevi la storiella del saldo positivo per l’Italia dai soldi del Recovery, nel breve periodo appare questo in quanto l’Unione Europea i soldi se li è fatti prestare da investitori Mondiali a bassissimo costo, scommettendo sull’aumento delle Risorse proprie nei prossimi anni tipo digital tax, tassazione sulle emissioni e/o aumento dei Dazi sulle merci d’importazioni, ma se questo non dovesse avvenire significherebbe per i Paesi membri farsi carico di una contribuzione maggiore per finanziare il rimborso dei prestiti dal 2028 fino al 2058.
      … e così sarà, inevitabilmente… inesorabilmente…
      Altro che soldi gratuiti a saldo positivo che vanno cianciando i nostri politici…i debiti sono sempre debiti e andranno ripagati, e chi ha preso di più… pagherà di più.
      Provate ad andare in una banca per farvi prestare dei soldi con la prospettiva di restituirli fra 20/30 anni per un aumento delle entrate personali o familiari… nella migliore delle ipotesi verrete “gentilmente “ accompagnati alla porta… nella peggiore vi sottoporranno a un TSO .

  4. E all’Europa chi li dà i soldi?

  5. Glieli diamo noi!
    Per questo è meglio che troviamo modi per riprenderceli.
    Almeno in parte.

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