In piazza contro gli incidenti sul lavoro: il bollino rosso dell’Abruzzo

Scendono in campo oggi a difesa dei lavoratori le sigle sindacali CGIL Abruzzo e Molise e UIL Abruzzo con uno sciopero generale di quattro ore per tutti i settori privati. Per ribadire quello che non si smetterà mai di sostenere soprattutto all’indomani della tragedia di Bargi in Emilia Romagna dove, lo scorso 9 aprile, l’esplosione di una centrale idroelettrica ha provocato la morte di tre operai e il ricovero in ospedale di altri cinque. Persone morte e ferite sul lavoro, mentre esercitavano quello che la nostra Costituzione definisce un diritto, non sempre sicuro.

Chiedono leggi più rigorose per fermare il fenomeno della precarietà, la formazione continua per tutti e soprattutto controlli intensificati sul rispetto delle norme di sicurezza. Quelle stesse norme spesso disattese con conseguenze troppo spesso drammatiche. E se sull’esplosione di Bargi la procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per reati di disastro colposo e omicidio colposo, in Abruzzo sono i dati a parlare. A partire da quelli che dal 2022 al 2023 segnano un + 44% di morti sul lavoro passati dal 25 a 36; in testa le province di Chieti e Teramo con 13 morti seguite da Pescara con 8 deceduti sul lavoro e L’Aquila con 2. Una regione la nostra “da tre anni stabilmente in zona rossa ovvero tra le regioni italiane con la più alta incidenza di morti sul lavoro rispetto alla generalità dei lavoratori occupati” ricordano le sigle sindacali sottolineando che a livello nazionale, le province di Teramo, Pescara e Chieti figurano tra le prime 17 in Italia.

Una tendenza che può e deve essere invertita anche attraverso “una giusta riforma fiscale”. Chiedono anche questo CGIL e UIL al Governo per cambiare una realtà nella quale i dipendenti e pensionati sostengono il 90% dell’IRPEF mentre molte categorie evadono fino al 70%. Per un’evasione fiscale annua in Italia da 90 miliardi di euro che, aggiungono i sindacati, certo non si combatte con sanatorie, condoni e concordati ma riducendo le tasse su lavoro e pensioni. “E promuovendo in fisco progressivo, abolendo la flat tax ed estendendo la base imponibile dell’IRPEF a tutti i redditi.

Con l’obiettivo di realizzare “un nuovo modello sociale di fare impresa”, l’unico per i sindacati in grado di garantire un lavoro dignitoso per tutti. Ventinove sono in Italia i contratti nazionali di lavoro scaduti di cui tre nel settore industria, undici in quello privato e quindici nel settore pubblico per un totale di 6,5 milioni di lavoratori interessati. “Praticamente 1 lavoratore su 2 in Italia ha il contratto scaduto”, accusano le sigle sindacali per le quali non è possibile attendere 2,5 anni in media per un rinnovo “mentre nello stesso periodo il potere di acquisto scende del 15%”. Temi che stamattina i rappresentanti della CGIL Abruzzo e Molise e UIL Abruzzo, in concomitanza con lo sciopero generale, affronteranno a Pescara in occasione dell’incontro organizzato presso la Camera di Commercio per una riflessione sul mondo del lavoro e le sue criticità.

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