La Asl intasca il quinto dello stipendio, ma non paga le banche: dipendenti nei guai

Rischiano il recupero coattivo delle somme, una ingiunzione e nei casi estremi anche l’iscrizione nel Sic, ovvero nella banca dati delle informazioni creditizie, come “cattivi pagatori”. Solo che loro, i dipendenti della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, il loro debito lo hanno versato, anzi gli è stato ritirato alla fonte: cessione del quinto dello stipendio, si chiama. Un sistema, cioè, nel quale la busta paga e il datore di lavoro, garantiscono sul versamento delle rate dovute dopo che il dipendente ha acceso un prestito o un mutuo. Che sia per comprare la casa o la lavatrice. L’azienda, in pratica, toglie in busta paga la quota da versare per onorare il debito e versarlo alla banca o alla finanziaria che ha concesso il credito.

O almeno così dovrebbe fare. Cosa che non è accaduta nell’azienda sanitaria aquilana negli ultimi mesi, dove decine e decine di dipendenti si sono visti recapitare in questi giorni la raccomandata della banca: le rate di aprile e maggio non sono state pagate e, come da prassi, alla terza rata saltata si finisce dritti nella lista nera del credito.

Il problema sembra sia legato, così ha risposto la Asl alla richiesta di spiegazione dei dipendenti, all’attacco hacker subito dall’azienda. Un disastro che non finisce di mostrare man mano i suoi effetti. E non è un caso, probabilmente, che le rate non versate, ma regolarmente trattenute dalla Asl, siano proprio quelle di aprile e maggio, ovvero quando il sistema è stato hackerato dal Gruppo Monti.

“Avrebbero potuto almeno avvertirci – lamentano i dipendenti – avremmo provveduto con nostre risorse a coprire il debito, anziché rischiare di entrare nel Sic come cattivi pagatori e non poter più chiedere per mesi un prestito, neanche per comprare un frullatore. E invece lo abbiamo saputo da una comunicazione e preannuncio di ingiunzione da parte delle banche e delle finanziarie, con l’avvertimento che o paga subito l’azienda o paghiamo noi”.

Il tempo a disposizione per sanare le posizioni (che a quanto pare sono decine e decine) è poco: “Durante il Covid a noi dipendenti Asl ci è stata proposta la possibilità di accedere a finanziamenti a tasso quasi zero – continuano – attraverso appunto l’attivazione della cessione del quinto dello stipendio. Molti di noi ne hanno approfittato, anche se non ne avevano urgenza, per fare qualche spesa extra e togliersi qualche sfizio. Chi invece per necessità. Ora rischiamo di diventare cattivi pagatori, ma noi i nostri debiti li abbiamo saldati prima ancora di avere l’accredito dello stipendio sul conto corrente”.

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