La scuola che va di moda

Fino alla riforma Gelmini, poco meno di una quindicina di anni fa, in via Silvestro Di Giacomo a Sulmona ci entravano i ragazzini delle medie, anzi quelli della scuola d’arte. Che da via Di Giacomo sarebbero poi passati in via De Matteis per proseguire all’istituto, anzi alla scuola d’arte. Seppure. Molti si fermavano alla terza media e a parte rari casi di convinta vocazione, perlopiù quello era il refugium peccatorum di quelli che già alle elementari avevano manifestato scarso interesse per lo studio.

Venivano chiamate scuole di avviamento professionale e avevano anche un loro blasone, come per i laboratori di oreficeria, arte nella quale Sulmona e il Centro Abruzzo – da Scanno all’Alto Sangro – hanno sempre eccelso.

La scuola oggi, quella scuola in particolare, è però cambiata. Nonostante faccia ancora fatica a scrollarsi di dosso il marchio della “seconda scelta”.

Giovedì scorso nell’open day, che questa settimana tutti gli istituti hanno organizzato per catturare iscritti e attenzione (fortunatamente non più con quell’avidità e quella competizione che c’è stata fino a qualche anno fa), i ragazzi del Mazara e i loro professori hanno dato dimostrazione di stare molte classi avanti.

Settantasette di loro si sono lanciati in un’avventura straordinaria: un percorso lungo un secolo che, attraverso i musical, ha messo in scena usi, musiche e costumi della nostra storia. Da Mary Poppins, all’America degli anni Venti di Chicago, dai Trenta della Berlino di Cabaret, al boom dei Cinquanta di West side story. E ancora il mito intramontabile di Grease, quello di Saranno Famosi, fino ai Novanta di Mamma Mia, quando dopo la caduta del muro di Berlino, l’Europa, la Svezia e i suoi Abba in particolare, hanno ricominciato a dettare tendenze e stili. I ragazzi hanno studiato la storia e il contesto, disegnato e cucito i loro abiti, organizzato coreografie e scelto le musiche. Una sfilata tra storia, musical e moda, che ha entusiasmato l’affollatissima aula magna e soprattutto loro, quegli studenti che una volta erano considerati la “seconda scelta” e che oggi, invece, in via Di Giacomo entrano perché ospitano dal 2009 i colleghi del liceo classico. Secondi a nessuno.

E non solo perché sanno cucire e ballare. Gli altri due indirizzi del triennio, oltre a quello di Moda e Design, non sono certo da meno: quelli di Architettura e Ambiente e quelli di Arti Figurative maneggiano AutoCad come professionisti e hanno realizzato una serie di lampade per interno che hanno messo in vendita su un web store organizzato da loro. Al Mazara i duecento iscritti vengono da tutto il Centro Abruzzo: dall’Alto Sangro e dalla Val Pescara, dalla Valle Peligna e dalla Valle Subequana. Colpisce, soprattutto, quando si entra in quelle classi, oltre all’estrosità di chi l’arte la sente dentro, l’entusiasmo e la partecipazione ai singoli laboratori. Tutt’altro che un ripiego: gli studenti sembrano essere felici di andare a scuola.

In una società dove la scelta dell’indirizzo di studi sembra solo ed esclusivamente costruito sulle competenze scientifiche, quella del Mazara è insomma una botta di vita e creatività vera. Che è poi la risorsa più importante del nostro Paese che, non a caso, dal prossimo anno, anche a Sulmona, istituirà (nell’indirizzo Economico Sociale del Vico) il liceo del Made in Italy per tutelare e valorizzare le nostre eccellenze.

In molti, di fronte al Made in Italy, hanno storto il muso e non hanno lesinato critiche, perlopiù sulla base di un pregiudizio politico (con quel presunto richiamo al Ventennio e al protezionismo), molto simile a quello culturale che si aveva nei confronti della “scuola d’arte” fino a qualche anno fa. In realtà l’indirizzo, fondato sull’economia politica e le lingue straniere, sembra essere l’altra metà della mela dell’Artistico, lo strumento attraverso il quale la creatività diventa economia e si fa spazio nel mercato internazionale. Due indirizzi che potrebbero completarsi a vicenda, a prescindere che l’ingresso sia in via Silvestro Di Giacomo.

2 Commenti su "La scuola che va di moda"

  1. Teniamoci stretti le scuole
    e valorizziamole.
    Sono l’ultima risorsa per Sulmona !

  2. Sono un ex alunno del Mazara (classe 1966)oggi architetto/imprenditore nel settore dell’edilizia,il Mazara è sempre stato un passo avanti ,sono contento che con il tempo se sono accorti un po’ tutti,allora eravamo considerati di serie C.

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