La strada che non c’è

Secondo vicolo a destra questo è il cammino e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te… perché è una strada che non c’è. Non sono solo canzonette, per restare in tema, ma atti amministrativi, dai fini nobili e dalla forma un po’ bizzarra.

Da oggi a Sulmona esiste la strada che non c’è: ha un nome, via dell’Accoglienza, e anche dei numeri civici, divisi a seconda dell’esigenza in pari e dispari, ma nei fatti non esiste.

Un luogo fittizio, inventato dalla giunta comunale, con tanto di regolare delibera pubblicata ieri, per rispondere alle esigenze e alla tutela dei senza tetto e degli irreperibili, che sulla mappa stradale non troverete, ma in quella dell’ufficio anagrafe avrà, al momento, una cinquantina di “portoni”.

A tanti ammontano infatti gli “zingari” dell’anagrafe in città: 3 senza fissa dimora e 45 irreperibili, anche se la revisione che sarà fatta dagli uffici porterà probabilmente a dimezzare i numeri.

Tra i primi rientrano due tipologie di persone: quelli che non hanno una dimora abituale (girovaghi, artisti di strada, circensi) e quelli che una dimora non ce l’hanno per esigenza o per scelta (barboni, senza tetto, condizioni precarie economiche e sociali). Ed è in particolare per questi ultimi, ma non solo, che il Comune ha deciso di inventare questa specie di indirizzo del Metaverso, perché un indirizzo bisogna comunque averlo per accedere alle cure, agli aiuti economici, all’assistenza sociale. Per attuare cioè quegli interventi utili di contrasto alla marginalità. Loro, i senza fissa dimora, che sono sostanzialmente quelli che non hanno eletto un domicilio reale, ma risultano nati a Sulmona, alloggeranno nella parte dispari della strada, mentre tutti gli altri, irreperibili, iscritti all’Aire, alloggeranno invece nei civici pari di via dell’Accoglienza.

La posta la riceveranno sull’albo pretorio del Comune, il cui ufficio Anagrafe dovrà comunque preoccuparsi di aggiornare e verificare il diritto di residenza, ovvero se sussistono ancora i requisiti del senza dimora o dell’irreperibilità.

Che non ci si può sbagliare perché, non può esistere una strada che non c’è.

1 Commento su "La strada che non c’è"

  1. Mi sembra cosa buona. In qualche modo bisogna pur dare una regola, anche creando un domicilio che non è fisico.

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