Le assunzioni del coccodrillo

Una “forte accelerazione”, la definisce il manager della Asl1 Roberto Testa, per reclutare infermieri a tempo determinato e fronteggiare l’emergenza Covid: ovvero la nomina, solo ieri, della commissione incaricata di valutare i titoli dei candidati che hanno risposto all’avviso pubblicato a settembre. Due mesi, cioè, per nominare una commissione e, cosa ancor più grave, sei mesi per capire, dall’esplosione della pandemia, che sarebbero serviti rinforzi negli ospedali.

Ci sarebbe da ridere se la questione non fosse tanto seria da mettere a repentaglio la salute dei cittadini, di quelli con e senza Covid. Perché nel frattempo, come accaduto a Sulmona, gli ospedali sono stati svuotati di personale ed è diventato difficile anche accedere ad una semplicissima prestazione. A “spron battuto”, dice proprio così Testa, la commissione dovrà valutare 2100 candidati ammessi e quindi stilare una graduatoria, secondo un “calendario di lavoro estremamente serrato”. Il 3 novembre. Senza contare i 105 infermieri a tempo indeterminato che si dovevano assumere ben prima della pandemia, utilizzati come i carrarmati da Mussolini, ogni volta che si lamenta la carenza di organico. Per quelli “ci vorranno tempi più lunghi” però, messo che sia possibile.

I ritardi del sistema sanitario abruzzese e in particolare di quello della Asl dell’Aquila-Avezzano-Sulmona sono sconfortanti e giustificano l’ondata incontrollata dei contagi avuta nelle ultime settimane, tanto da far scalare alla provincia le triste classifica delle zone più colpite: 3494 casi, la maggior parte dei quali accertati negli ultimi quindici giorni.

In questo panorama sconfortante, la Cenerentola è e resta sempre Sulmona: a fronte delle nuove e prossime (quando?) assunzioni, infatti, non è dato sapere quante unità toccheranno all’Annunziata, se verranno persino rimpiazzati i quattordici infermieri già trasferiti negli ultimi giorni. Gli appelli e le richieste della sindaca di Sulmona, compresa la richiesta di convocazione urgente del comitato ristretto dei sindaci, sono rimasti inascoltati, come lo sono stati tutti gli allarmi e gli appelli che, dalla Valle Peligna, giungono da tempi poco sospetti, quando cioè ad agosto questo territorio fu il primo a finire sotto la seconda ondata di contagi.

Ed oggi che il virus ha travolto anche il capoluogo e la Marsica, c’è da giurare che le emergenze del Centro Abruzzo sono l’ultimo dei pensieri della dirigenza Asl. Mentre i casi continuano ad aumentare e oltre 900 persone sono in sorveglianza attiva. Che poi sorveglianza si fa per dire, perché non c’è nessuno in grado di controllare le violazioni, mentre la macchina della prevenzione è ormai in affanno da mesi.

3 Commenti su "Le assunzioni del coccodrillo"

  1. Mi verrebbe da dire che causa di ciò si potrebbe ricondurre “anche” alla fuoriuscita del nosocomio sulmonese dall’elite (ora più di prima) degli ospedali di primo livello; ma forse è tutta una favola, laddove altri “pazienti” stanno vivendo scene di terrore sulla propria pelle…
    Ma certamente il caso sarà oggetto di futura campagna elettorale “comunale” da parte di chi ne volle e pilotò dall’esterno la cancellazione e da chi ne votò in consiglio comunale la definitiva condanna e tutto ciò accaduto nel corrente quinquennio di amministrazione comunale che passerà agli annali come il “quinquennio dell’autolesionismo sulmonese”, richiesto e indotto per fini politici che mai si verranno a scoprire, ma che al contrario si conoscono tutti. Un quinquennio politico ancor meglio conosciuto e sviscerato in ambito medico come la “Sindrome di Sulmona”, con notevoli studi e applicazioni in campo, con i suoi due massimi esponenti conoscitori e fautori nelle persone dei Dott.ri(no in senso medico)Geroshal e Cashal, senza dimenticare i collaboratori firmatari; Purtroppo una sindrome che a tutt’oggi, nonostante tutte le forze messe in campo non ha alcuna cura nemmeno di natura palliativa.
    Eppur (NULLA)si muove!

  2. Sandro De Panfilis | 4 Novembre 2020 at 15:53 | Rispondi

    Chi è causa del proprio mal……..

    • Ben detto, ma il problema di fondo e che a piangere sono i pazienti e i loro famigliari in questo caso, come tutta la cittadinanza nei restanti ambiti spogliati di tutto e questo è valido in cielo in terra e in ogni luogo dell’ambito sulmonese.

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