Personale con la valigia: l’ordine di servizio per svuotare l’Annunziata

Sono quattordici gli infermieri che nelle ultime ore hanno fatto le valigie dall’ospedale Annunziata per essere trasferiti in altri nosocomi: otto sono andati ad Avezzano, nel nuovo reparto di malattie infettive, sei all’Aquila in parte a malattie infettive (quattro) e in parte a rianimazione (due). A questi vanno aggiunti i tecnici e gli operatori sanitari, sia dell’ospedale, sia del servizio prevenzione, che nelle ultime ore sono stati messi chi in isolamento, chi in sorveglianza attiva, dopo che sono stati accertati casi di positività tra i colleghi. Una spoliazione che interviene su una già strutturale carenza di organico con cui da anni la sanità peligna combatte senza avere risposte.

L’ospedale peligno è praticamente stato svuotato sotto gli occhi distratti o comunque pigri della politica locale, svegliatasi – si fa per dire – solo quando i buoi erano ben lontani dalla stalla. A meno che non si consideri azione di politica sanitaria qualche lettera o comunicato stampa.

Il paradosso è che, comunque, l’ospedale Annunziata continua ad essere nei fatti un ospedale Covid, pur non essendolo sulla carta: questo vuol dire che non può contare su nuovo personale, su fondi e strumentazioni, ma che allo stesso tempo deve sopperire alle emergenze e non solo legate al virus. Ad oggi ci sono ancora pazienti in attesa di essere trasferiti e persino uno in rianimazione (trasferito tra l’altro da Avezzano) nell’unica stanza a pressione negativa del territorio.

L’idea che era stata lanciata dalla sindaca Casini sin dall’esplosione della pandemia di dedicare la struttura ospedaliera sulmonese alle degenze e alle urgenze non Covid, è stata nei fatti ignorata: piuttosto la Regione ha deciso, con ordinanza firmata ieri sera dal presidente Marsilio, di rimodulare dal 2 al 24 novembre quasi tutti i ricoveri chirurgici programmati (ad eccezione di quelli oncoematologici di classe A e quelli inderogabili) e, soprattutto, come benzina sul fuoco, di dare pieno mandato al responsabile sanitario per l’emergenza di “disporre assegnazioni temporanee del personale sanitario – in servizio con qualsiasi tipologia contrattuale – presso quelle Asl che presentino maggiori necessità assistenziali”. Infermieri e non solo di Sulmona, insomma, oltre che negli ospedali provinciali potranno essere spostati a discrezione della struttura dell’emergenza in qualsiasi altra città della regione. Il grido d’aiuto dell’ospedale formalmente no Covid di Sulmona, quindi, sarà destinato non solo ad essere inascoltato, ma verosimilmente ad acuirsi.

Tutto mentre i casi Covid continuano a crescere nel Centro Abruzzo, arrivando, con i 12 accertati ieri, a quasi 230 casi ancora positivi. Una parte di loro, inevitabilmente, prima o poi sarà “scaricata” nella scatola vuota dell’Annunziata nella speranza di trovare un posto letto da qualche parte, anche perchè, come mette nero su bianco il Cts, l’Abruzzo, già tra le regioni ad “alto rischio contagio”, potrebbe arrivare nel corso del mese di novembre a “rischio molto alto, con livelli di pressione molto elevati sui servizi ospedalieri, con segnalazione di superamento delle soglie critiche di occupazione dei posti letto di terapia intensiva e subintensiva”.

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3 Commenti su "Personale con la valigia: l’ordine di servizio per svuotare l’Annunziata"

  1. Scuole (geometri e ragioneria)
    Ospedale
    Stazione ferroviaria
    SVEGLIA SULMONA!

  2. Scusate ma in questa città esiste un movimento tipo jamm’mò per porre fino a questo scempio sanitario e politico?

  3. L’ASL opera dietro indicazioni della regione e i “nostri regionali” nuovi ed ex tacciono, presi da tutt’altre problematiche (leggasi interessi) politiche “lo ca li”!
    E’ stupendo quando:
    – escono quelle note della stessa ASL dove si enfatizzano le nuove assunzioni senza mai indicare il dove le stesse sono allocate, per poi scoprire (ma all’interno già si sa) che i presidi di Valle Peligna e Alto Sangro sono e saranno sempre più sguarniti;
    – un ospedale “no covid” lo è nei fatti, senza avervi fatto alcun investimento in attrezzature idonee e formazione del personale e dove il rischio contagio aumenta esponenzialmente;
    – in un ospedale per assenza di posti di ricovero covid si trova posto all’esterno di un anonimo parcheggio dentro un’ambulanza e li vi si muore nel totale e “freddo abbandono” e nessuno stranamente se ne scandalizza;
    – si osserva una rimodulazione dei posti letto in terapia intensiva (+66) sulle strutture covid regionali già in affanno e non se ne crea nessuno dove necessitano (Sulmona);
    – dove si spostano infermieri nelle strutture covid, sguarnendo i nosocomi no covid ma “covidzzati”, di fatto bloccandone la normale attività negli altri reparti, e conseguentemente aumentandone il rischio nelle zone che ospitano malati covid;
    – questa parte di Abruzzo patisce e muore grazie alla marcata indifferenza dei miei politici!

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