Le meraviglie di Chiara Villani a “Scorci d’Abruzzo”

“Sembra avvolta da un candido lenzuolo adornato dove angeli rigidi, nature morte e vasi fioriti spiccano sullo sfondo bianchissimo disegnando giochi di simmetrie in perfetto equilibrio fra loro”.

È la stanza delle meraviglie che a Cansano conserva le opere di Chiara Villani. Una stanza di appena 16 mq dove la contadina e maestra di ricamo amava sedersi circondata da giovani donne desiderose di apprendere dalle sue mani esperte l’arte del ricamare. Una storia che il format RAI di Paolo Pacitti Scorci d’Abruzzo ha voluto raccontare in una puntata dedicata alla stanza delle meraviglie di Chiara Villani, per entrare nel passato del piccolo borgo della Maiella accompagnati dalle parole dello scrittore abruzzese Peppe Millanta e le immagini di Sem Cipriani.

Nata nel 1881, la Villani era una donna semplice che però nascondeva un carattere forte ed energico. Anche anticonformista tanto da scegliere di non sposarsi diventando così agli occhi dei suoi compaesani la strana, la diversa, la bizzarra.

Una stanza che conserva “un’eccezionale testimonianza di arte etnoantropologica” così viene definita l’opera dell’abile sarta che, come mostrano alcuni disegni incompleti, prediligeva la modalità della “quadrettatura” per poi disegnare e infine dipingere. Se con terra colorata mista ad olii oppure con olii puri o smalto non è chiaro ma il risultato è un’opera d’arte, una meraviglia del passato che torna a parlare di Cansano e di una sua “particolare” protagonista.

3 Commenti su "Le meraviglie di Chiara Villani a “Scorci d’Abruzzo”"

  1. Che meraviglia… Se potessi porterei nelle scuole queste opere ed inviterei i ragazzi a fare praticare… Sicuramente insegna la pazienza e precisione… Complimenti a questa bizzarra Chiara Villani

  2. Io, con lo psedonimo di Ludovico Spara, me ne occupai in uno speciale de Il Mezzogiorno (quotidiano di breve vita diretto da Callina) il 24 giuno 1972. Un’intera pagina che conservo, a disposizione di qjanti volessero consultarla. Avvarto che all’epoca si ysavano le dimensioni “elefante” e pertanto è intuibile la difficoltà della duplicazione. Almeno per le mie specifuche competenze.

  3. Precisazioni: “Callina” sta per “Cavallina, “Paolo Cavallina”, forse qualche collega lo ricorda; “qjanti” sta per “quanti”; “avvarto” per “avverto”; “ysavano” per “usavano”; “specifuche” per “specifiche”.
    NON SI SA MAI. Buon lavoro e scusate.

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