Liceo classico: l’appalto con riserve

La scorsa settimana la giunta Casini ha approvato una delibera con la quale ricorrendo all’istituto dell’appalto integrato, ossia l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione di lavori può andare finalmente a gara per la messa in sicurezza del liceo classico Ovidio di Sulmona: una buona notizia, apparentemente, sulla quale però restano molte riserve.

La vicenda è nota: oltre 4 milioni di euro di fondi stanziati dal Cipe ormai sette anni fa per mettere in sicurezza l’antico edificio in piazza XX settembre che ha ospitato il liceo classico fino al 2009 e un’impasse burocratica dalla quale non ci si era mai riusciti a districare. Il nodo della vicenda è stata l’incapacità delle amministrazioni che si sono susseguite di trovare una quadra fra il progetto esecutivo stilato dal tecnico incaricato dal Comune e le prescrizioni che ha posto in essere la soprintendenza. L’edificio doveva da un lato avere un coefficiente di sicurezza tale da poter ospitare nuovamente la scuola, dall’altro non poteva subire alcuni interventi ritenuti invasivi visto che si tratta di un palazzo storico.

Con la fretta di fine mandato, l’assessore Zavarella smanioso di consegnare risultati alla sua giunta, aveva assicurato nello scorso giugno che con un iter da “bersaglieri”, l’inizio dei lavori si sarebbe avuto entro fine anno, marciando compatti e spediti verso la riapertura possibile dell’edificio già a settembre 2021. Annunci o poco più, perché il crono programma non verrà rispettato e il tentativo dell’assessore di far sedere allo stesso tavolo il tecnico e la soprintendenza è naufragato. Così si è arrivati alla scelta dell’appalto integrato, attraverso il quale l’impresa che realizzerà i lavori, si occuperà anche della progettazione esecutiva. Ma qui arrivano i però e probabilmente le “riserve”.

Non è scontato infatti che con la progettazione definitiva – che si basa su quella esecutiva che non ha l’assenso della soprintendenza e quindi il coefficiente sismico necessario – l’impresa sia in grado di restituire un edificio capace di ospitare la scuola, o meglio potrà anche farlo, ma non è certo che ci riuscirà con la dotazione economica attuale. L’appalto integrato, infatti, può prevedere dopo la sua approvazione le cosiddette “riserve”, appunto, che a metà dell’opera bussano in cassa per rendere efficace il risultato finale.

Certo è che a questa soluzione l’amministrazione Casini sarebbe potuta anche arrivarci tempo addietro risparmiando lungaggini burocratiche, disagi agli studenti e un degrado inaccettabile per uno degli angoli più preziosi della città. Ad ogni modo, si può affermare che fortunatamente qualcosa si muove per il liceo classico: in quale direzione si vedrà. L’auspicio ora è che l’amministrazione vigili sulla stesura del bando affinché al termine dei lavori non vi siano sorprese economiche per la comunità o addirittura – nella peggiore delle ipotesi – che l’edificio non possa ospitare più la scuola. Ipotesi tutt’altro che remota.

Savino Monterisi

8 Commenti su "Liceo classico: l’appalto con riserve"

  1. Giovanni Di Simone | 6 Novembre 2020 at 00:31 | Rispondi

    Gli appalti in Italia sono una disgrazia. Prima esistevano gli appalti alla Trabucchi con le schede segrete ma non per tutti, perché un segreto si può vendere.Ed in quell’ambiente generalizzato di malaffare venne sostituito da Bernardo Mattarella. Poi,”con queste leggi” Piersanti Mattarella propagandava,le carte apposto per gli appalti.In ultimo Sergio Mattarella era ministro insieme a Gava nel Governo Andreotti e tuttinsieme con la legge 142/90 abolirono il controllo costituzionale sulle delibere degli appalti a favore del più oscuro ed incontrollato intreccio criminale tra mafia PSI burocrazia e politica ,con una tremenda accelerazione del malaffare che spazzò via ,in ogni modo, ogni intrusione molesta, anche nel 1992. Ora in ultimo Sergio Mattarella ha promulgato ancora il decreto per l’affidamento diretto (e diretto nell’ambiente si traduce a pagamento) degli appalti ,anche a causa Covid ,ed in questa mangiatoia della sanità.Ed appunto per questo l’appalto a Sulmona è stato anche definito integrato almeno si confonde e sitraccheggia anni ed anni in dispute di potere su chi è il più forte per prendersi le tangenti. Altrimenti se i politici non fossero tutti “mediatori della spesa pubblica” un appalto in Italia, per come afferma la Costituzione ed il Codice Civile dovrebbe essere un semplice libero e paritario contratto di compravendita, da affidare liberamente a chi offre in prezzo più basso garantito dalla maggiore cauzione.

  2. caro Giovanni, hai dimenticato di citare nella tua ricostruzione la più grande truffa al popoli italiano: la CONSIP. formalmente una centrale di acquisti della Pubblica Amministrazione per evitare il “malaffare” come tu descrivi l’affidamento diretto ma in realtà la più grande e raffinata truffa nascosta ai danni dei cittadini italiani. il motivo: creare delle barriere di ingresso talmente elevate da ricreare il monopolio a poche aziende che di fatto, si spartiscono la torta. personalmente ritengo meno dannoso un affidamento diretto che un grande appalto che seppur corretto nella forma, spolpa lo stato, il territorio ed affama le piccole aziende che devono lavorare con ribassi da paura, e spesso poi le piccole ditte non vengono pagate a causa di “concordati preventivi” milionari avallati da professoroni e tribunali vari in cui magicamente cadono grandi gruppi a cadenza decennale. quindi non pensare che l’affidamento diretto sia sempre dannoso.

    • Giovanni Di Simone | 6 Novembre 2020 at 10:31 | Rispondi

      Caro Corrado,lascia stare la Consip che è un tentativo meschino e grossolano del “New Deep State”, difatti non appena uscita scrivemmo” con le stesse leggi vuol dire che,invece che in molti posti ruberanno in un posto solo”. Ma per restare sull’argomento, a Sulmona abbiamo una scuola che per secondo nome si chiama come un ponte. Ora sembra che i ponti siano più importanti delle scuole perché lo hanno ricostruito a spron battuto in pochi mesi.Ma per costruire un ponte serve un ingegnere che ha iniziato studiando da geometra in una scuola. Figuriamoci quindi come stiamo messi se le maggiori scuole di Sulmona e dedicate anche a personaggiintestazioni rinomati nel mondo come Ovidio, dopo decenni debbono essere lasciate dilapsate in questo abbandono a causa del dilagante malaffare politico. A meno che sul tavolo del governo la De Micheli sia più forte della Azzolini.

  3. ma il progettista “vecchio” è stato retribuito….se la risposta è affermativa…. con quale copertura finanziaria

  4. Architetto fabrizio cantelmi | 6 Novembre 2020 at 11:52 | Rispondi

    L’appalto è regolare in quanto lasoprintendenza ha dato solo prescrizioni, molte, starà alla capacità del tecnico esperto a usare tecniche e tecnologie in grado di rispettare a pieno le prescrizioni.

  5. Sandro De Panfilis | 6 Novembre 2020 at 16:35 | Rispondi

    Non sono un esperto, ma se il vecchio progetto non si è potuto adeguare alle prescrizioni della Sovrintendenza, perché il nuovo dovrebbe essere in grado di rispettarle, sic et simpliciter??
    Il precedente progettista giubilari, ma regolarmente retribuito, restituirà la parcella con il relativo danno economico procurato??
    L’assessore Zavarella che aveva annunciato l’inizio lavori a settembre, si dimetterà??

  6. Ma quale prescrizioni della soprintendenza! quale appalto regolare! Il liceo Ovidio già è un 1089, ed in base alla legge Bottai e simili successive , deve essere ristrutturato nelle condizioni immutate in cui si trova dal 1929.il progettista non deve fare niente altro che leggere ed applicare la legge e la soprintendenza non deve autorizzare nulla perché è tutto già prescritto dalla stessa legge. Perciò questa è tutta una messinscena che dura da 10 anni, sostenuta anche dall’utente Grizzly che in queste discussioni sembra che capisca tutto lui. La mafia in Italia che ha fermato questo ed altri utili progetti si riduce proprio a cio’ per sfruttamento di cosi’ estrema ignoranza e credulità popolare.Quindi Il coreco che doveva controllare ed autorizzare gli appalti, validando le delibere negli aspetti di legittimità e di merito e che agiva a tutela della legalità in tempo reale come una estensione della Corte Costituzionale sul territorio, è stato abolito (primariamente dal PSI iniziando dalla 142/90 poi la Bassanini per arrivare alla riforma del titolo V) mentre al popolo si fa oggi credere che gli appalti (anche nei loro liberi esorbitanti ricarichi di costi da dividersi in succulente tangenti (grazie alla assenza reale di controlli ; essendo uno sbandamento di umanità i tribunali ordinari, totalmente nocivi ed inaffidabili se agiscono in completa deroga alla Costituzione anche loro; siano autorizzati e controllati da una fantomatica e risonante Sovrintendenza.
    La prepotente verità che non conosce l’utente Grizzly, proprio di ieri, è che Carlo Toto non ha finanziato con milioni di euri la fondazione Open di Renzi e facendosi passeggiate sottobraccio con Luca notti a Roccaraso, ma perché gli hanno autorizzato l’appalto diretto di centinaia di milioni per la ristrutturazione “a modo suo” dei viadotti autostradali, usando completa criminale prepotenza se per legge ignorata dalle Procuuure l’80% delle ristrutturazioni ,il Concessionario, le dovrebbe dare in libero appalto di concorrenza, e non certamente in house ai prezzi triplicati che si sono decisi lui e Matteo Renzi.
    Questo però,(e con la completa assenza della magistratura di Sulmona mentre L’Aquila per i viadotti di Tornimparte ha iniziato un accenno di procedimento penale) in termini sbrigativi e furtivi, in modo da compiere questa veloce rapina, tralasciando una situazione di grave pericolo che può causare enorme tragedia perché, IL PROBLEMA DE VIADOTTI DI BUGNARA OLTRE AL CEMENTO DEPOTENZIATO RIGUARDA LA INADEGUATEZZA DEGLI INERTI, CIOÈ IL CALCESTRUZZO PER I PILONI È STATO PRODOTTO CON MATERIALI PRESI DALLE CAVE DI SOMMARIA PROSSIMITÀ, SENZA TENERE CONTO CHE LE PIETRE SONO TROPPO MORBIDE RELATIVAMENTE ALLA SCALA DI MOHS ,E NON AVEVANO, COME NON HANNO ,I REQUISITI NECESSARI PER ESSERE AUTORIZZATE ALL’ IMPIEGO DI CALCESTRUZZO ARMATO DI ELEVAZIONE, andando perciò soggetto a pericolosissimo degrado e frollinazione che, non sono accaduti con gli stessi ritmi, per esempio, al Gran Ponte d’Italia , costruito con lo stesso metodo ma con altri materiali, per il passaggio della ferrovia Roma-Sulmona.
    Perciò con il falso espediente del sisma , vi stanno,per sola parvenza riverniciando ed a caro prezzo ,viadotti pericolosissimi che dovrebbero essere abbattuti e ricostruiti.Figuriamoci percio’ se non esistesse il malaffare dei politicanti staremmo ora a discutere della mancata annosa ristrutturazione delle scuole di Sulmona.

    • Difatti se fai domanda per riattivazione di quelle stesse cave,te le bocciano o ti autorizzano il prelevamento tout-venant per il solo uso per rilevati massicciate sottofondi stradali etc.ma non per calcestruzzo preconfezionato per opere di elevazione armata.

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