Lontra nel fiume Aterno, le associazioni chiedono stop al dragaggio

Sarebbe stato valutato troppo superficialmente un progetto del Genio Civile che prevede il dragaggio del fiume Aterno in un tratto tutelato a livello europeo. E’ quanto denunciano le associazioni ambientaliste LIPU, Stazione Ornitologica Abruzzese, Salviamo l’Orso e Altura, che hanno denunciato il progetto alla Regione e al Ministero dell’Ambiente. A far scattare la preoccupazione è l’avvistamento, del tutto inusuale tanto da meritare una pubblicazione scientifica, della lontra nelle acque tra Popoli e Vittorito. La tutela dell’animale e del suo habitat è l’obiettivo primario delle associazioni, che vogliono evitare anche il disboscamento previsto a pochi metri dal fiume.

Secondo quanto denunciato, lo Studio di Incidenza Ambientale non sarebbe stato redatto da uno o più specialisti in scienze naturali, come prescrive la norma. Nessun esperto di mammiferi, uccelli, insetti e flora. Il progetto sarebbe stato redatto da un architetto che “non solo ha ignorato la presenza della Lontra – quando l’informazione era di pubblico dominio, in quanto pubblicata da Ecology and Evolution – ma ha anche prodotto un documento carente di dati fondamentali per altre specie protette a livello internazionale come l’Osmoderma eremita, un coleottero rarissimo per la cui tutela la UE addirittura finanzia progetti Life milionari e che vive esclusivamente sui grandi alberi del tratto fluviale in questione nonché della ancora più rara Lampreda di ruscello”.

Ciò che lascia perplessi è la mancata rilevazione da parte del Comitato V.I.A. della Regione e il Comune di Popoli. Le evidenti lacune progettuali non hanno impedito l’approvazione di un progetto che non riporterebbe neanche quali e quanti sono gli alberi da tagliare, e quale sezione di scavo raggiungere con i lavori.

I ricercatori autori della scoperta, Romina Fusillo e Manlio Marcelli, su richiesta delle associazioni, hanno redatto una relazione tecnica che smentisce in maniera inequivocabile le conclusioni dello studio e del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale chiarendo che “Gli interventi previsti sull’Aterno dal Genio Civile riducono e depauperano il resting habitat della lontra nell’area”. Le azioni previste “possono rallentare o indebolire il processo di ricolonizzazione e consolidamento della presenza nell’area” considerando anche che “la vegetazione ripariale assolve molteplici funzioni di filtro, regolazione e di creazione di habitat per la fauna ittica, che contribuiscono al buono stato ecologico del corso d’acqua.”

Sia le associazioni sia i ricercatori evidenziano che basterebbe un intervento molto più leggero ed economicamente conveniente – anche per mitigare il rischio su tratti più ampi – quale quello della rimozione o taglio in piccoli pezzi dei tronchi presenti in alveo per evitare la creazione di “tappi” presso i ponti. Magari solo su due ponti su sette citati nel progetto può essere giustificata un’azione più incisiva per la luce ridotta degli stessi. Ricordiamo comunque che attorno al tratto di fiume in questione c’è solo campagna e non centri abitati a rischio e che la vegetazione ripariale è fondamentale proprio per evitare l’erosione delle sponde con danni ben maggiori.

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