Il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha respinto il testo di legge, non ferma la battaglia. La consigliera regionale Antonietta La Porta è infatti intenzionata a correggere, dove necessario, la legge contro la mafia dei pascoli, di cui si era fatta interprete, per cercare di mettere fine ad una piaga che costa agli allevatori e all’economia degli abruzzesi milioni di euro l’anno.
Ieri, così, c’è stata una riunione all’hotel Manhattan di Sulmona con gli allevatori e a cui hanno partecipato l’assessore regionale Imprudente, il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero, l’assessora Catia Di Nisio, la responsabile del Forum regionale contro le mafie Teresa Nannarone e ovviamente le associazioni di categoria con Confagricoltura.
“La sentenza ribadisce che l’uso civico è sempre e solo a favore dei Cives insediati storicamente e da generazioni nei vari territori, rafforzando il concetto di consuetudine. È su questo punto che bisogna fare forza per, finalmente, trovare la giusta formula atta a contrastare la mafia dei pascoli – commenta Antonietta La Porta -. La Lega, io in prima persona, continueremo a batterci e impegnarci in tal senso, restando al fianco delle categorie produttive di questa Regione e della Nazione. Stiamo lavorando e lavoreremo facendo tesoro delle indicazioni della sentenza sugli atti necessari da produrre per difendere i nostri allevatori e combattere questa piaga”.
Il sistema di frode della mafia dei pascoli si basa sull’indebito ottenimento dei contributi europei, con spesso fittizie aree dedicate al pascolo che servono solo per intascare i contributi. Un’inchiesta, tra le altre, della procura di Messina, scoprì due anni fa che nei possedimenti fittizi gestiti dalle cosche mafiose siciliane c’erano diversi terreni abruzzesi.
Alle parole fate seguire fatti concreti per favore, TUTTI INSIEME… e questa è una bella notizia, elaborate un testo condiviso e non attaccabile giuridicamente e rapidamente approvatelo in Consiglio Regionale.
Non “ allargate “ le maglie d’ingresso, e mettete nero su bianco che almeno la metà degli introiti di fida pascolo o d’affitto dei pascoli montani vadano spesi – TASSATIVAMENTE – per migliorare le condizioni di vita dei pastori locali, degli stazzi, degli abbeveratoi e dei rifugi pastorali, nonché la viabilità di accesso agli stessi. Se necessario realizzandone di nuovi.
Lo dovete agli allevatori Abruzzesi ed a chi negli anni ha combattuto e fronteggiato, rischiando spesso in prima persona, contro la cosiddetta “ Mafia dei Pascoli” .
Comandante Leonardi grande intervento parole sante speriamo che siano recepite dagli addetti ai lavori. Io aggiungo che le indagini sulla cosidetta “Mafia dei Pascoli” sia affidata a veri investigatori e non a dei dilettanti allo sbaraglio.