Memoria priva e memoria collettiva: al D’Andrea in scena “No, storia di un rifiuto”

“Uno spettacolo cantiere nella memoria collettiva” così Giacomo Vallozza parla del suo lavoro teatrale, “No, storia di un rifiuto” che sabato prossimo (ore 18) sarà messo in scena al teatro D’Andrea di Pratola Peligna.

Una storia che l’autore scava nella sua memoria familiare, raccontando la prigionia e la liberazione, ad opera delle truppe canadesi, del padre, militare italiano, imprigionato dal 14 settembre del 1943 al 6 aprile del 1945, nei lager tedeschi di Füllen.

Un racconto senza sentenze, ma di immagini per ripercorrere la storia italiana, dal fascismo al dopoguerra, attraverso diari, filmati, oggetti, narrando fatti spesso ignorati o toccati marginalmente dai libri di testo. “È infine – spiega l’attore – la consapevolezza che l’altra resistenza, la resistenza senz’armi, di seicentomila soldati, può indicare agli italiani di oggi un modo per uscire dal buio morale e materiale in cui brancolano”.

Uno spettacolo su cui riflettere che, non a caso, l’associazione Classe Mista, che gestisce la stagione del D’Andrea, ha scelto in concomitanza con la giornata della memoria.

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