Pd: “Restituire al territorio un sistema di gestione democratico”

“L’auspicio è che si restituisca alla città ed al territorio, attraverso i sindaci che siedono nelle assemblee degli Enti sovraccomunali, un sistema di gestione democratico dove a prevalere siano esclusivamente gli interessi della collettività”.   È il circolo sulmonese del Pd ad augurarselo in riferimento alle ultime vicende del Cogesa.

“‘Il potere logora…… chi non ce l’ha’, sembra che dicesse Andreotti nei tanti anni passati nelle stanze del governo nazionale ai tempi della c.d. ‘Prima repubblica’. Non così, evidentemente, per l’Amministratore Unico del Cogesa che, nel corso della sua conferenza stampa di chiarificazione delle vicende che in questi ultimi mesi hanno fatto squillare più di un campanello d’allarme per lo stato di salute dell’Ente che ha amministrato, ha dichiarato di essere stanco, invocando la ‘pacificazione’ della società. Asserendo quindi di essere ormai d’accordo sulla necessità  di passare ad una nuova forma di ‘governance’ della società con un organo collegiale, la cui presidenza, visto il suo logoramento, potrebbe passare nelle mani di qualcun altro”.

E continua il Pd: “Non è dato sapere per la verità, – ne’ l’Avv.to Margiotta è stato più chiaro al riguardo – di quale pacificazione ci fosse bisogno al Cogesa e a seguito di quale guerra sia rimasto personalmente colpito. Ad oggi, dopo anni di gestione monocratica, praticamente con una maggioranza bulgara nell’Assemblea dei soci, è successo che un Organo tecnico e non politico ha invitato i soci a non approvare il bilancio consuntivo. L’Amministratore ha assicurato, però, che la successiva perizia contabile richiesta gli ha dato ragione e che quindi il bilancio presentato potrà essere approvato, presumibilmente per la metà di settembre. Perché, dunque, la necessità di una ‘pacificazione’? Per dirla tutta, l’intervento della magistratura che ha determinato il sequestro dell’area destinata a stazione ecologica, l’ulteriore intervento del ‘Noe’ ed i vari incidenti di percorso con automezzi della società e autovetture di dipendenti incendiati, raccontano di una realtà diversa. Di una gestione sostanzialmente fallimentare con conti non proprio in ordine, con un A. U. plurindagato ed i miasmi provenienti dalla discarica che hanno provocato proteste della popolazione del posto, a più riprese. Da qui dunque la presa d’atto, piuttosto, di un fallimento conclamato di un intero sistema di gestione della cosa pubblica che, all’interno di un movimento civico ondivagante senza riferimenti ideologici (una volta a destra, un’altra a sinistra) – all’Ente sovraccomunale come al Comune di Sulmona – è proteso esclusivamente al procacciamento di consensi a fini elettorali, con i risultati dal punto di vista amministrativo che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Con l’attenta regia del non rimpianto ex assessore regionale, i suoi due pupilli: l’Amministratore Unico e la sindaca di Sulmona sono stati gli artefici di un disastro annunciato. Quest’ultima, in qualità di presidente del ‘Controllo Analogo’, ha praticamente abdicato ai sui compiti di ‘indirizzo e controllo’ della società di cui è la maggiore azionista, avallando un sistema di gestione che nulla ha a che fare con i criteri di trasparenza ed interesse della collettività che avrebbero dovuti essere affermati in quella sede. La soluzione, quindi, di passare ad un Cda a 5 – conoscendo i proponenti – sa tanto di ‘foglia di fico’. Di tentativo di salvare in extremis una immagine fortemente compromessa e riversare su altri, responsabilità gestionali di anni di mala amministrazione nei confronti di una ‘partecipata’ che, per la natura del servizio che assicura, non può essere sottratta al controllo del territorio che vi è rappresentato. Fermo restando l’assoluta contrarietà del Pd ad un coinvolgimento in gestioni pasticciate in continuità con quanto finora verificatosi, quello che ci auguriamo come forza politica è che alle dimissioni di Margiotta non segua un gattopardesco Cda in cui tutto viene cambiato perché nulla cambi, a cominciare dal pagamento di cambiali elettorali ad Andrea Liberatore, e dove continuino a recitare un ruolo coloro che hanno determinato questo sfascio gestionale e morale”.

3 Commenti su "Pd: “Restituire al territorio un sistema di gestione democratico”"

  1. Bell’articolo. Bravi

  2. Il PD dovrebbe dirci quando questo territorio abbia mai goduto di una “gestione democratica” da restituire. Forse ai tempi delle guerre italiche, ma non in questi ultimi secoli. l’Italia è una Repubblica Fascistesca dove vigono ancora leggi di tenore sabaudo e la Costituzione non è stata mai effettivamente è completamente applicata. La valle peligna è il medioevo assoluto Dove si va a chiedere con il cappello in mano allu Signore . La Di Girolamo, per fame dei 5S inizio con la strategia di evocare la Costituzione, Costituzione, Costituzione, ma non appena al Senato dove si acchiappa finalmenteuna corposa paga ,ha nuotato senza regole il decreto semplificazione che prevede l’assegnazione diretta degli appalti spudoratamente anticostituzionale ed oppositiva al sacro articolo 3, se, Lu Signore Statale da sopra ti concede l’ appalto, a le condizioni che decide lui, ed il cittadino da sotto lo riceve come una concessione dall’alto e poi; senza la libera paritaria contrattazione; sente il dovere di andare a ringraziare ,con la busta.

  3. VERSIONE CORRETTA DEL COMMENTO.
    Il PD dovrebbe dirci quando questo territorio abbia mai goduto di una “gestione democratica” da restituire. Forse ai tempi delle guerre italiche, ma non in questi ultimi secoli. l’Italia è una Repubblica Fascistesca dove vigono ancora leggi di tenore sabaudo e la Costituzione non è stata mai effettivamente e completamente applicata. La valle peligna è il medioevo assoluto dove si va a chiedere con il cappello in mano allu Signore . La Di Girolamo, per fame dei 5S iniziò con la strategia di evocare la Costituzione, Costituzione, Costituzione, ma non appena al Senato dove si acchiappa finalmente una corposa paga ,ha votato senza remore il decreto semplificazione che prevede l’assegnazione diretta degli appalti spudoratamente anticostituzionale ed oppositivo al sacro articolo 3, se, Lu Signore Statale da sopra ti concede l’ appalto, alle condizioni che decide lui, ed il cittadino da sotto lo riceve come una concessione dall’alto, e poi; senza la libera paritaria contrattazione; sente il dovere di andare a ringraziare ,con la busta, come faceva il servo della gleba allu Barone.

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