Richiedenti asilo a Campo di Giove: Di Giandomenico chiede l’intervento di Gerosolimo

Disorienta l’annuncio fatto dal coordinatore del movimento Italica, Alberto Di Giandomenico, circa l’arrivo a Campo di Giove di 30 migranti che saranno accolti in una storica struttura ricettiva del paese montano. Una situazione di cui al Comune interessato, però, non sanno dare, al momento, particolari, anche loro, probabilmente, colti di sorpresa.

Dalla nota di Di Giandomenico, tuttavia, la cosa sembra fatta e secondo lui a pagarne le spese sarà il turismo montano che si vedrà sottratto  “Una tra le strutture più importanti per garantire flussi turistici ed eventi ai piedi della Maiella” afferma. “Se Campo di Giove vive soprattutto di turismo come farà a garantirselo senza strutture adeguate – chiede il coordinatore Italica – Come possiamo creare nuove premesse per sopravvivere, come aiutare gli imprenditori in difficoltà? Non vogliamo attaccare chi fa uso dei migranti, ma questa non è una soluzione”.

Per Di Giandomenico, insomma, i richiedenti asilo potrebbero portare problemi che si ripercuoteranno sia sul paese di Campo di Giove sia sull’intera Valle Peligna oltre a “fomentare la tratta degli schiavi. I migranti sono un affare per  le organizzazioni che dal mare alla terra gli girano attorno e ci lucrano. É sfruttamento, non è integrazione”.  E’ così che ad essere interpellato, in questo caso, è  l’assessore alle aree interne, Andrea Gerosolimo, al fine “di programmare una visita a Campo di Giove, per approntare un piano di contenimento dei problemi che attanagliano le località montane- suggerisce il leader di Italica-. Chiediamo a Gerosolimo di programmare azioni efficaci per invertire la rotta dell’autodistruzione che la crisi ha innescato nelle comunità, isolandole”.

Quello che l’assessore dovrebbe fare, in sintesi, è di aprirsi agli albergatori per capire quali strategie avviare per far fronte alla crisi economica che, stando a quanto afferma Di Giandomenico, in questo caso viene bypassata ospitando i migranti e lasciando in secondo piano la vocazione turistica del territorio. Certo una cosa non escluderebbe l’altra. Intanto gli amministratori a Campo di Giove cercano di far chiarezza sulla vicenda.

 

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