Rifiuti tessili, al via la raccolta differenziata. Dodici cassonetti in città e nelle frazioni

Niente più abiti in discarica per i sulmonesi. Il riciclo del rifiuto tessile è ufficialmente iniziato anche nella patria di Ovidio, con l’installazione dei 12 cassonetti di colore verde per il conferimento di materiale e accessori di abbigliamento come scarpe, scarponi, borse, zaini, cappelli, sciarpe e guanti. I cassonetti sono stati collocati negli ultimi giorni sia nel centro cittadino (7), sia nelle frazioni (5). In particolare, sarà possibile effettuare la “differenziata degli indumenti” in via De Gasperi, nel Piazzale Vigili del Fuoco, in via
Mazzini, via della Cornacchiola, via Stazione Introdacqua, piazzale Di Bartolomeo e via Sallustio per quanto riguarda il cuore della città sulmonese.

Nelle frazioni, invece, i cassonetti sono disposti lungo via Case Lupi Badia, via Case Nuove (Marane),
via Bagnaturo, via Torrone e via Cavate.

Non solo un modo per contribuire al ciclo virtuoso dell’economia circolare, ma anche per portare fondi alle casse del Comune sulmonese. L’affidamento quinquennale del servizi, dato alla società emiliana Profiltek Srl, frutterà 19.000 euro l’anno per l’ente. Insomma, rigenerazione del rifiuto e soldi freschi per adattarsi alle politiche sempre più green dell’Unione Europea. In questo modo, infatti, Sulmona dà attuazione ad una delibera della Giunta, proposta dall’Assessorato all’Ambiente, nell’agosto scorso, in linea con la direttiva Ue che sarà obbligatoria dal gennaio 2025.

Si sblocca così una situazione in stallo, dopo l’incidente diplomatico con Humana e Cogesa. Il servizio di gestione del rifiuto tessile, infatti, era affidato alla società partecipata che, a sua volta, ha appaltato fino a luglio 2025 un settore del servizio ad Humana.

L’affidamento dell’appalto ad una terza ditta, aveva creato problemi di compatibilità, oltre che di rapporti istituzionali. Il Comune, nel procedere all’assegnazione di gestione del rifiuto tessile, non aveva tenuto conto di Humana che comunque, fino a prova contraria, si occupa del recupero degli abiti, a differenza di Profiltek che si occupa del recupero di tutti i rifiuti tessili, in linea con le direttive europee.

“La sottrazione dei tessuti inutilizzabili al circuito dei rifiuti con il loro inserimento nella cosiddetta economia circolare crediamo possa contribuire a ridurre un fenomeno che, ci accorgiamo, favorisce in altre parti del pianeta condizioni di inquinamento drammatiche. Si tratta per questo non solo di un’opportunità economica ma della riconosciuta necessità di una solidarietà più ampia”, ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente, Sergio Berardi.

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