Acari dietro le sbarre: rischio scabbia nel carcere

Cinque detenuti nel reparto verde del carcere di Sulmona e almeno il doppio in quello blu per casi di “acarosi”. Le stime (non ancora ufficiali) arrivano dalle segreterie sindacali che rappresentano la polizia penitenziaria, allarmate dalla sospetta presenza del Sarcoptes scabiei, meglio conosciuto come Acaro della scabbia, dietro le sbarre della casa di reclusione sulmonese.

I primi casi di acarosi sospette risalgono allo scorso maggio, con un detenuto che ad oggi è ricoverato presso l’ospedale SS. Annunziata di Sulmona da diverse settimane. Altri quattro casi di sospette dermatiti all’interno della casa circondariale sono stati segnalati negli scorsi mesi. Non infettivi e dipendenti da presunti morsi di insetti o malattie autoimmuni, le rassicurazioni che sono giunte dai medici ma che non hanno placato ansie, timori e incertezze del personale in servizio.

Lo stesso personale ormai stremato da una pesantissima estate dovuta alle eccezionali carenze che hanno portato a doppi e tripli turni ed accorpamenti di molteplici posti di servizio.

“Ad oggi il personale si trova oggi ad affrontare un pericolo ancor più insidioso – scrivono le Ooss -, la possibilità di infezioni dovute a rischio batteriologico per il mai estinto Covid-19 e per una “sospettata” epidemia causata dall’acaro della scabbia”.

Qualora venisse confermata la stima dei detenuti affetti da acarosi (che le segreterie ritengono non ufficiale) serviranno interventi seri da parte degli uffici ASL per arginare le infezioni, e da parte dell’Amministrazione Penitenziaria per tutelare i baschi blu.

La gestione è ovviamente resa difficoltosa anche per il sovraffollamento in cui versa l’istituto che relativamente ai detenuti AS 3 ha una capacità regolamentare di n. 200 posti, mentre gli attuali presenti sono 375, quindi siamo al 187,5% della capacità regolamentare, ciò ovviamente riduce se non rende impossibile la necessità terapeutica di isolare tanto i malati di Covid-19 (tre, al momento), quanto i malati di scabbia.

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