Amarena, l’indagato: “Vivo nella paura”. Batuffoli con l’odore dell’orsa per catturare i cuccioli

Ha perso il sonno, teme per la sicurezza sua e della propria famiglia e viene subissato di messaggi e chiamate intimidatorie. E’ la “gabbia” di terrore nella quale è rinchiuso il 56enne di San Benedetto dei Marsi indagato per aver sparato e ucciso l’orsa Amarena. “Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più – ha detto all’Ansa -. Ricevo in continuazione telefonate e messaggi di morte, hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna”.

Messo sotto scorta, con le pattuglie dei carabinieri che vigilano davanti l’abitazione dell’uomo, il profilo Facebook dell’indagato è stato oscurato dopo i messaggi e commenti intimidatori arrivati a valanga. “Ho sbagliato, l’ho capito subito. Ci devi passare per capire quello che sto provando ora – ha detto l’uomo – ho sbagliato; l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo. I carabinieri li ho chiamati io. È successo in uno spazio piccolissimo, io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all’improvviso quest’orso ed ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo”.

Sulla vicenda continuano le indagini della Procura della Repubblica. Intanto proseguono i tentativi di cattura dei due cuccioli di Amarena, individuati nella campagne del Fucino. Trappole con esche sono state disposte all’interno del perimetro nel quale si muovono i due plantigradi spaventati. Un primo tentativo di prelevarli è purtroppo fallito: è stata predisposta una gabbia-trappola con esche all’interno. Cibo, ma anche batuffoli imbevuti dell’odore di mamma Amarena. La commistione nell’area di odori di più soggetti può avere infastidito e impaurito i cuccioli. Una volta catturati verranno messi in sicurezza, poiché ancora troppo piccoli per procacciarsi il cibo necessario alla sopravvivenza.

Intanto il sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, ha annullato il sit-in di protesta che si sarebbe dovuto svolgere in paese. La scorsa mattina, inoltre, davanti l’abitazione dell’indagato è apparso un murale di che ritrae un cacciatore che spara con la scritta “giustizia”, ma nel primo pomeriggio è stato subito cancellato con della vernice rossa.

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