Telefonata da dietro le sbarre: altri cellulari sequestrati nel carcere di Sulmona

Colto con le mani nel sacco e con il telefono cellulare all’orecchio, durante una telefonata dalla propria cella. E’ avvenuto nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, dove un agente della Polizia Penitenziaria ha scoperto un detenuto, che intratteneva una chiamata da un telefonino introdotto illegalmente dietro le sbarre. Il device è stato requisito e ora si attendono provvedimenti per il detenuto.

La struttura è stata battuta palmo a palmo dagli agenti della Polizia Penitenziaria, coordinati dal comandante Miriam Di Desidero, per cercare eventuali dispositivi in possesso dei carcerati. Dall’ispezione sono emersi altri due telefoni cellulari con dei caricabatteria, tra le mani dei detenuti. Una vicenda che è stata segnalata alla Procura della Repubblica.

La vicenda avviene a distanza di pochi giorni dal fermo di due uomini di origine campana, denunciati dai Carabinieri della Compagnia di Sulmona, poiché sorpresi a far volare droni nei pressi del penitenziario sulmonese. Dai velivoli pilotati da remoto sarebbero stati introdotti i telefoni cellulari trovati nelle celle dei detenuti. In totale, dall’inizio del 2024, sono stati sequestrati 14 dispositivi elettronici all’interno della casa di reclusione peligna. Una media di tre telefoni al mese, tanto da far finire il carcere sulmonese nell’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli, che vede 19 strutture di reclusione italiane coinvolte in una sorta di giro d’affari per l’introduzione di smartphone e telefoni dietro le sbarre.

4 Commenti su "Telefonata da dietro le sbarre: altri cellulari sequestrati nel carcere di Sulmona"

  1. Credo che sia chiaro che a questo punto la faccenda si fa gravissima !
    Andrebbe dato risalto a livello Nazionale!
    E’ un carcere di massima sicurezza

    • Più che un carcere un call-center, tanto vale farci una succursale della 3G e i detenuti li assumi tutti come operatori.

  2. Gratteri docet | 4 Maggio 2024 at 20:56 | Rispondi

    Come Gratteri ha affermato in una intervista , questa è una cosa che accade in tutte le carceri, segno che l’attuale sistema carcerario è fallimentare e che il sistema politico se ne infischia, ora come allora. Basterebbe neutralizzare ogni trasmissione telefonica … Così come si agisce sulla piccola criminalità locale, nota ma tollerata, così si agisce sui grandi criminali: si finge di non vedere !

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