Centro Celestiniano, il giudice sfratta il Consorzio

Venti anni, tanto c’è voluto perché il Comune rientrasse in possesso di una sua proprietà: mercoledì scorso, infatti, il giudice del tribunale di Sulmona, Giuseppe Ferruccio, ha stabilito che il Consorzio Celestiniano dovrà restituire immediatamente le chiavi dell’immobile di via Matteotti, occupato nel 2000 con la scusa del Giubileo e trasformato negli anni in un bancomat alle spalle della collettività.
A fronte di un canone di millecinquecento euro l’anno e di un 6% sugli utili mai consegnati al Comune, infatti, i caritatevoli celestiniani hanno subaffittato gli spazi pubblici a privati, arrivando ad incassare fino a 5mila euro al mese. Centinaia di migliaia di euro di utile che palazzo San Francesco ha tentato di interrompere negli ultimi quindici anni senza successo.


La sentenza, per questo, è una sorta di liberazione per la città e, per usare le parole dell’ex assessore al Contenzioso, Pierino Fasciani, “questa è una vittoria della giustizia”.
Il giudice ha respinto in particolare la richiesta risarcitoria avanzata dal Consorzio Celestiniano di 70mila euro, riconoscendo per l’avviamento commerciale una somma di poco superiore ai 2.500 euro. Ha inoltre ordinato il rilascio immediato dell’immobile che in tutti questi anni è stato ostaggio del Consorzio e in particolare negli ultimi due, da quando cioè, con sentenza del tribunale, nel marzo del 2018, è stato decretato formalmente concluso il contratto di locazione.


Un contenzioso iniziato nel 2005, quando cioè, dopo cinque anni di occupazione dell’immobile, il Comune richiese indietro l’ex liceo scientifico che in base alla convenzione firmata dall’allora sindaco Bruno Di Masci sarebbe dovuta scadere in quell’anno. Il consorzio però si oppose da subito, trascinando il Comune in una serie di cause civili, facendosi prima riconoscere un contratto commerciale (sei anni più sei) e poi ancora uno alberghiero (nove più nove). Nel 2018 scaduti tutti i termini, però, i Celestiniani non hanno restituito le chiavi, non solo: alla richiesta del Comune di accedere per verificare la vulnerabilità sismica per eventualmente utilizzare lo spazio per ospitare le scuole, i caritatevoli celestiniani aquilani hanno fatto orecchie da mercante.
Con la sentenza di Ferruccio, ora, si tratterà solo materialmente di riprendere le chiavi della struttura: le possibilità di un suo utilizzo sono svariate.

4 Commenti su "Centro Celestiniano, il giudice sfratta il Consorzio"

  1. Finalmente una nuova restituzione di un bene alla cittadinanza.
    Speriamo se ne faccia buon uso una volta rientrati in possesso dell’immobile.

  2. Maria Antonietta Nardecchia | 24 Gennaio 2020 at 14:16 | Rispondi

    Ce n’è voluto di tempo per sfrattare degli inadempienti. Come è lenta la giustizia civile e non solo…

    • Ma quale inadempienti.Per la legge del mercato gli immobili a Sulmona non valgono niente e non producono niente,in un ambiente di forte declino verso lo spopolamento totale.Sulmona è un posto fallito ,estremamente marginale decadente e periferico che accoglie per ritorno ;i falliti ;e gli sfigati repulsi dalle grandi città dove vivono le persone più capaci e valide, mentalmente ed esteticamente. Difatti a Sulmona la gran parte delle abitazioni è vuota , invece, in alcune metropoli ad alto reddito anche europee , risultano affittati a prezzi altissimi anche le cantine e le soffitte in un raggio di 60 km se non 100.Rendersi conto dove la realtà sta portando il mondo.

  3. Ok. Il comune di Sulmona riavrà lo stabile. Ma avrà i denari per mantenerlo? O finirà in un lento declino?

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