Da rifiuti a risorse energetiche: a Sulmona arriva la Get-Energy

La Get-Energy sceglie di investire a Sulmona. Il nucleo industriale sulmonese è stato scelto dalla società che opera nel campo della ricerca, sviluppo, progettazione, costruzione e vendita di impianti per trattare materie con alto potere calorifero derivante da rifiuti, generando energia elettrica e termica. In mattinata, i rappresentanti dell’azienda hanno incontrato il sindaco Gianfranco Di Piero, l’avvocato Mariella Iommi (vicepresidente Arap) e il coordinatore dell’area industriale, Cristian La Civita.

Gli impianti della Get-Energy impiegano una tecnologia con brevetto europeo (Dissociatore Molecolare Pirolitico) frutto di una continua ricerca, anche tramite la collaborazione con le Università, che pone grande attenzione all’ambiente.

Il Sindaco ha sottolineato la valenza ambientale del nostro territorio e l’importanza che si pone affinché lo sviluppo industriale sia rispettoso della vocazione naturale di un’area posta all’interno di un sistema di Parchi Nazionali e Riserve Naturali.

19 Commenti su "Da rifiuti a risorse energetiche: a Sulmona arriva la Get-Energy"

  1. Se bruciano monnezza non è nulla di nuovo …chiarite questo grazie

  2. Invece di essere contenti che qualcuno investe nel nostro territorio partono e immagino partiranno subito le solite polemiche. Ps producono impianti non bruciano monnezza è scritto in Italiano non in aramaico antico

  3. Inceneritore

  4. La Get Energy con i suoi impianti trasforma i rifiuti Plastici e i pneumatici in Energia Termica ed Elettrica.

  5. … per chiarezza, vista l’enfasi con cui si da la notizia, è possibile avere notizie più dettagliate su questa azienda che per propria scelta ha deciso di INVESTIRE nel nucleo industriale di Sulmona?
    Lo si chiede perché nel passato la prateria della Valle Peligna, e i capannoni ormai in disuso lo testimoniano a futura memoria per le giovani generazioni, è stata oggetto di ripetuti passaggi di imprese e prenditori che hanno avuto una permanenza sul territorio inferiore alla neve che cade nel mese di Marzo…

  6. Quella della fabbrica di scarpe era vecchia🤣

  7. Il residuo da lavorazione può avere altri vari utilizzi come per la “pavimentazione” delle strade ma nel caso di pochi o assenti clienti fruitori di questi elementi potrebbe anche andare in discarica con una riduzione del volume iniziale del rifiuto utilizzato che si assesta a circa il 35%, se non diversamente utilizzato questo rifiuto va in discarica e qui le domanda? Sarebbe un rifiuto speciale? Se dovesse accogliere rifiuti da altri territori questo scarto in quale discarica andrebbe? Perché se “smaltito” in loco potrebbe diversamente acuire il problema della presenza di rifiuti in città che ha già dato tanto in termini di discariche.
    Gli impianti sono di piccole dimensioni e in questo caso la seconda domanda, quanti posti di lavoro potrebbe dare?
    Sono impianti economicamente sostenibili senza gli incentivi pubblici che potrebbero subire ridimensionamento o essere eliminati?

  8. Se fanno solo produzione di impianti sarebbe davvero una buona notizia.
    Se dovessero fare altro …si aggiungerebbe allo sfacelo ambientale già in essere (cogesa e centrale di spinta)

  9. Complimenti e buon lavoro.

  10. no comment…con tante aziende Peligne che versano contributi nel territorio da decenni sempre fuori casa vanno a pescare. voglio vedere quando qualche politico si degna di valorizzare il tessuto produttivo che resiste in zona. stiamo facendo scappare tutti. e poi ci prendiamo le bidonate su cose di cui non capiamo nulla.

  11. bene,per un ‘azienda innovativa,di ricerca, ecc,ecc il sito web di riferimento dovrebbe dare tutte le informazioni aziendali sulle tecnologie, prodotti,personale,responsabili,bilanci economici,ecc,ecc chiare e trasparenti,basta dare un’occhiata in rete:pochissime informazioni,e nessun portafoglio clienti,dice tutto, quindi qualche domanda bisogna porsela,legittimi i dubbi…oltretutto l’intervista dell’amministratore (ageei.eu/rifiuti-sul-mercato-un-nuovo-brevetto italiano di-getenergy-prime-italia ) l’impianto piccolo, per industrie con importanti scarti industriali , e’ smontabile e con un numero modesto di addetti/personale ,dunque cosa c’e da festeggiare ? E basta,o no?

  12. Dopo tutti questi botti di tappo di spumante sono andato sul loro sito web e….. mi sarei aspettato un sito con info dettagliate e soprattutto una gallery da paura. Sì, fa paura per quanto è vuota. Manco una foto di quello che fanno e realizzato. Questo mi lascia pensare. O forse ho “sbagliato” sito web.

  13. … bravo Musichiere… questa ricerca di verifica l’ho fatta subito anch’io… e se quello che appare corrisponde all’azienda dell’articolo, c’è poco da festeggiare con tanta enfasi…
    E come dice il lettore “ Anselmo: Se dovessero fare altro …si aggiungerebbe allo sfacelo ambientale già in essere (cogesa e centrale di spinta) “… ecco, non vorremmo che si aggiungessero disastri ad altri disastri, magari attirati dai benefici economici e fiscali della nuova ZES…

  14. Egregi signori la dissociazione molecolare nn è combustione pertanto non è incenerimento….prima di commentare vogliate studiare e/o almeno leggere il dizionario della lingua italiana… magari risparmiate qualche commento strumentale … grazie dell’ attenzione

  15. Più di qualche dubbio…condivido i dubbi del signor Anselmo…importeremo monnezza da tutta Italia…quando la struttura sarà piena ci sarà il fallimento e tutta quella “merda” resterà a noi. Ai posteri l’ardua sentenza.

  16. Il dissociatore molecolare, è un impianto che tratta i rifiuti scomponendoli grazie alla combustione in assenza di ossigeno (pirolisi) e con temperature ridotte (400°). Sarebbe come mettere una torta nel forno e farla tostare. Se non altro la valle profumerà di torta al forno.
    Hahaha com vedet du sold nen ce capet chiù nient .. pover a vu!

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