Donne in trincea

Donne che imbracciano le armi, che la “Jin” (la casa e il lavoro) la scaldano anche se in una tenda di un campo profughi o issata sotto la loro casa distrutta dalle bombe. Donne madri e guerriere, politiche e attiviste, portarci di una cultura della parità di genere che neanche l’occidente può immaginare. Le donne del Kurdistan sono state, ieri, il punto di partenza della settimana dedicata alla violenza di genere: una serie di eventi che animeranno la città, i luoghi, le riflessioni di grandi e piccoli. Uomini e donne. Ad organizzare l’evento sono state le associazioni La Diosa, Ubuntu e Altrementi, che nell’aula consiliare hanno portato l’esperienza e le fotografie di Maria Novella De Luca, fotoreporter che nel Kurdistan si è recata nei momenti caldi della liberazione di Kobane tra il 2014 e il 2015.


Una serata di riflessione per vedere cosa c’è e cosa accade oltre il proprio giardino, per aprire la mente e il cuore a luoghi così lontani e raccontati troppo spesso dai filtri dei media, della moda, dell’immediatezza della cronaca. Ma anche per conoscere l’altro volto di un popolo e di un popolo di donne che hanno molto da insegnare anche a noi, oltre che al medioriente, sui temi dell’emancipazione, della parità di genere, della cultura.


Un taglio del nastro di spessore, che accompagnerà la città fino al 25 novembre con una serie di eventi di sensibilizzazione e dimostrativi, lungo le strade del centro storico di Sulmona, ma anche nelle banche, negli enti pubblici, nei posti di lavoro. Flash mob, materiale informativo, assemblee dei lavorati e delle lavoratrici e tante chiacchiere e strette di mano: “Perché la sensibilizzazione è molto importante – ha spiegato Gianna Tollis, presidente de La Diosa – che al di là dei casi estremi e purtroppo sempre troppo frequenti di femminicidio, serve per dare e far prendere consapevolezza di una violenza di genere che si esercita in tanti modi, non solo con le aggressioni fisiche: dalla violenza economica, quella che impedisce alle donne di maneggiare il denaro di casa, alla narrazione distorta in cui spesso cade anche la stampa”.

6 Commenti su "Donne in trincea"

  1. Francesco Valente | 17 Novembre 2019 at 08:12 | Rispondi

    Nella città di Ovidio queste sintesi risuonano puerili.Per Ovidio ,le donne subiscono dalla natura con ciclico orario giornaliero lo stimolo ad accoppiarsi sessualmente ,e qualsiasi uomo deve essere attento a capirne l’attimo poiché quando arriva quell’istante un maschio vale l’altro.Poi, e sempre secondo Ovidio ,gli animali quali gli equini i bovini gli ovini i caprini etc. sono migliori degli uomini perché le femmine dì quelle specie non si prostituiscono e non chiedono compensi o remunerazione per lo svolgimento di un atto naturale.Poi le donne (per giusta visione dì Ovidio) sono ognuna per sè e tendono ad impegnare la loro bellezza per ottenere denaro e benessere con la attrazione sessuale verso il maschio.Difatti nelle città e zone ricche ed ad alto reddito dove girano Ferrari ed altre macchine di gran lusso a profusione, le corrispondenti donne che si incontrano sono in media di gran lunga più giovani ,belle , avvenenti e certamente non impegnate in queste riflessioni ed in questi convegni che invece accadono in aree povere e marginali come Sulmona ove le donne che girano sono generalmente vecchie grasse brutte e basse in una sorta di fenomeno selettivo naturale dove una bella ragazza iniziando da Eva Riccobono o Monica Bellucci (per fare un esempio) a scendere ,viene subito attratta a Parigi NewYork Dubai da maggiori possibilità di guadagno e di arricchimento, mentre le sfortunate che nascono in quelle più selettive realtà vengono smaltite e spedite in questi “mondi di scarto” come Sulmona e circondario per unirsi con qualche altro povero sventurato contadino , montanaro operaio ,impiegato ,ad affrontare vita grama e,ed ad interrogarsi in queste manifestazioni. Quanto detto è dimostrato dalle foto propagandistiche delle pseudocombattenti curde che, per la efficacia del messaggio, sono state tutte scelte per la loro valenza e bellezza estetica.Quando anche poi le donne di queste più miste e basse etnie mediterranee non sono molto belle in rapporto alla maggiore fisicità delle donne molto più alte e caratterizzate delle etnie estreme come le bionde germaniche o le negre africane. Questa è la dura e cruda verità che nessuno può smentire.

  2. Leggendo questo commento rimbalza subito la volontà di tradurre il suo personale giudizio sulla donna attraverso le opere di Ovidio, un “peccato di presunzione “imbarazzante.Eppure nelle metamorfosi le donne vengono punite con il silenzio sulla violenza che soffrono , ma Ovidio come ce le racconta? A Filomena , per esempio, dopo lo stupro viene tagliata la lingua .Ovidio però le lascia le mani e con le mani Filomena racconta ciò che le è successo con il telaio.Ci mostra che non è possibile mettere a tacere la donna , perché conosco altri modi per raccontare le loro storie, non hanno bisogno del linguaggio degli uomini…lascio a lei la metamorfosi dei personaggi!
    Quanto alla sua percezione della “donna sulmonese” mi soffermo solo per dirle che è ormai sdoganata anche dalle più banali fiction televisive!
    Infine quel “peccato di presunzione” ricompare con lo stesso imbarazzo, lì dove commenta le foto che evidentemente non ha visto . Non mi rimane che augurarle una buona domenica.

  3. Francesco Valente | 17 Novembre 2019 at 15:59 | Rispondi

    Ho visto foto di soldatesse curde in posa che sembrano più che altro fotomodelle oppure appartengono alla harem dello sceicco del kurdistan e Oliviero Toscani le ha vestite da soldatesse per fare queste foto dal calendario così ben riuscite. Esiste anche un sito Facebook con le più belle soldatesse del mondo ed effettivamente da soldato italiano se te le trovi di fronte ti verrebbe scrupolo a sparargli. Non dimentichi che la prima guerra che ci dichiarò Roma avvenne per il ” ratto delle sabine” Quindi invece che ucciderle in battaglia le donne le rapivano per usarle per i più vari, Poi Le metamorfosi non sono il pensiero di Ovidio ma una riordinazione letterariamente poderosa della mitologia esistente. Ovidio filosofico lo leggi negli amores nell’ars amandi, I tristia, e non i Fasti.

    Ignoto meretrix corpus iunctura Quiiriti Apposita popnlum submovet ante sera. Tu tua prostitues famae peccata sinistrae;- Commissi etc.etc. sino a verba modesta locqui

    Non lo trovi nelle metamorfosi.

  4. Francesco Valente | 17 Novembre 2019 at 16:01 | Rispondi

    Per usarle per i più vari servizi.

  5. il signor Valente è il plastico esempio di involuzione della specie… in duemila anni è come se non fosse accaduto nulla. Dal medioevo al rinascimento al suffragio universale… puff tutto cancellato. PS da uomo le dico: deve aver avuto proprio una brutta vita di coppia

  6. Signor Valente, la lascio “navigare “ nei sui commenti , vorrei solo precisare che purtroppo persino la scienza ha dimostrato che pregiudizi e stereotipi si annidano nel cervello , probabilmente la filosofia , LEI si ,che è l’unica capace di ripulirlo! …e Ovidio lo sa bene tanto da distinguere amore, erotismo donna e uomo!

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