“Finisterrae: opere inedite”. A Sulmona l’installazione di Marco De Angelis

“Per rintracciare ancora i sentori dell’antico mestiere di bottega, quando si maceravano i pigmenti nel mortaio, si imparava a condurre la preparazione a gesso e colla e si cuocevano frattaglie di coniglio per ricavare un buon legante”.

Un viaggio nel tempo, questo sarà Finisterrae: opere inedite l’installazione temporanea di opere del pittore Marco De Angelis, in mostra per tutto il periodo natalizio in Corso Ovidio n. 90 a Sulmona. Una mostra che presenta per la prima volta i nuovi lavori di una ricerca artistica che alle tematiche già sviluppate nelle precedenti mostre Transiti e Finisterrae, affianca altre più recenti suggestioni. Ricerca stilistica non come “esercizio fine a se stesso ma ben preciso modo di condurre pensiero e pennello” per arrivare a “dipingere una frazione dove tempo e spazio si annullano, un istante dove esistono un tempo e un luogo giusto dove ogni cosa ha un inizio e una fine”.

Ma anche un viaggio nello spazio sarà la mostra d’arte contemporanea il cui nome nasconde l’intento di svelare una realtà fatta di racconti, ricordi e voci mai ascoltate di quanti, eremiti, bambini, stranieri, migranti e vagabondi camminano ai confini della terra finis-terrae appunto. Confini che è possibile superare solo nel mondo onirico, luogo per eccellenza dove essi sono destinati a dissolversi lasciando socchiusa la porta tra mondi diversi. E proprio per questo, come spiega lo stesso De Angelis “la maggior parte dei lavori nasce durante le mie veglie notturne e trance diurni. Lavoro molto nel passaggio dalla notte al giorno, quando davvero non sono né sveglio né addormentato”.

Alla ricerca di quel limen-frontiera che l’uomo da sempre tenta di superare come ricorda il mondo classico che ad esso tributava spazi sacri, Dee e festività, e che Marco De Angelis vuole rappresentare nelle sue opere, consapevole che una volta raggiunto il limite “non lascia mai indifferenti, ci pone davanti a una scelta: restare sulla soglia o oltrepassarla. Nell’andare oltre questo confine nasce il viaggio poetico di Marco”.

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