Il pollice verde

Una mano lava l’altra e tutte e due la coscienza. Per ripulire la città dalle erbacce, il Comune di Sulmona, alla fine, ha dovuto fare un compromesso con i volontari. Ieri, infatti, è stata pubblicata una determina con la quale si affida, con trattativa diretta, alla ditta Pavind “con urgenza alcuni lavori di manutenzione del patrimonio verde” che, di per sé, è una contraddizione in termini. Perché a dirla tutta dove c’è manutenzione non dovrebbe esserci urgenza, specie se si tratta di un fenomeno piuttosto noto in natura come quello dell’erba che cresce a primavera. E non bisogna essere certo un pollice verde per capirlo.

L’assessore al ramo, Franco Casciani, che lamentava, in mancanza dell’approvazione del bilancio, l’assenza di fondi programmati per gli interventi, ha così trovato nel cassetto 20mila euro “spese necessarie ad evitare un danno patrimoniale all’Ente – si legge nella determina -, nonché di carattere continuativo necessarie per garantire il mantenimento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi esistenti, non essendo pertanto necessario il frazionamento in dodicesimi dei relativi importi”.

I lavori che saranno (e in parte sono stati già) eseguiti dalla Pavind, il cui titolare è tra gli attivisti del gruppo volontari, riguardano lo sfalcio una tantum del parco fluviale, di via della Repubblica, via Mazzini, via Montesanto e delle aiuole nei pressi dei semafori (almeno quelli che funzionano) lungo le circonvallazioni.

Per la parte a gratis, quella dei volontari, invece, è stato raggiunto un accordo per quanto riguarda il coordinamento e la programmazione degli interventi da fare: ogni giovedì i volontari comunicheranno via pec al Comune dove intendono operare nel fine settimana e se avranno bisogno del supporto dell’ente per farlo, come ad esempio quello della polizia municipale per la gestione del traffico. Cosa che sarà verosimilmente necessaria già domani, quando cioè i volontari ripuliranno l’area che da sotto ponte San Panfilo arriva fino al parco fluviale.

Superato “l’inaspettato” arrivo della primavera, però, bisognerà tornare ad un piano di gestione del verde pubblico che, volontari a parte, dovrà rispondere ad una programmazione precisa, ovvero ad una manutenzione ordinaria. La richiesta di preventivo fatta al Cogesa è arrivata ieri sui tavoli di palazzo San Francesco ma, come c’era da aspettarsi, non sarà attuabile e comunque non risolutiva. Appena qualche anno fa, infatti, la partecipata fu al centro di aspre polemiche per la proposta di cambiare lo Statuto e diventare una sorta di multiutility: in altre parole Cogesa non può fare giardinaggio, perché non lo consente la sua ragione sociale. Il preventivo consegnato al Comune, infatti, riguarda solo le cosiddette bordature, ovvero la pulizia dei marciapiedi.

“Abbiamo già contattato una cooperativa sociale di tipo B – dice l’assessore – che ci ha chiesto 23mila euro per coprire, con venti ore settimanali, da maggio a settembre, il servizio di sfalcio ogni quindici giorni, in base ad una mappa dettagliata che abbiamo fatto. A questo si aggiungono i nostri giardinieri che ora potranno finalmente diventare quattro, essendosi sbloccata la graduatoria del concorso che avevamo fatto”.