Il Punto di riNascita

L’approvazione da parte del Tavolo di monitoraggio della rete ospedaliera abruzzese, con il primo livello riconosciuto a Sulmona, è un passo importante, che inverte la rotta, se non altro, sul principio dei servizi in base ai numeri che ha dettato la linea nell’ultimo decennio. Una rotta, si spera, contagiosa anche per gli altri presidi dello Stato sul territorio (tribunale, agenzia delle entrate, Inps, etc.) e sulle aree interne in particolare che, a causa di questo continuo e progressivo ritiro dello Stato, stanno subendo molto più di quanto lo stiano facendo altri territori, un drammatico spopolamento che va di pari passo con l’invecchiamento della popolazione. Perdendo, come un cane che si morde la coda, attrattività e opportunità.

Un indicatore importante è dato dal Punto Nascita di Sulmona, quell’unità operativa riconosciuta complessa dopo una lunga ed estenuante battaglia, testa di ariete della vertenza sanità in Valle Peligna.

I numeri, si diceva, però, condannano il Punto Nascita e di riflesso il territorio ad una marginalità inequivocabile, che se ci fosse stata oggi la Lorenzin, altro che deroghe.

La battaglia del Punto Nascita di Sulmona si è giocata in questi anni tutta sulla soglia dei 500 parti annui minimi richiesti (anche se il decreto 70 ne prevedeva 1000), con il reparto dell’Annunziata che si è battuto sugli allori di qualche anno fa, quando cioè i 500 parti erano stati quasi raggiunti e quindi potevano essere ancora raggiungibili, se il reparto fosse stato messo nelle condizioni di operare bene. Così si sosteneva.

I numeri, oggi, però, dicono tutt’altro: nel 2022 i parti fatti a Sulmona sono stati appena 139 e quest’anno l’andazzo non è di molto migliore: ad oggi sono infatti una sessantina i fiocchi usciti dall’ospedale di Sulmona. E, per quanto oggi in Ostetricia e Ginecologia ci siano solo quattro ginecologi con due che sono andati via (trasferimento e aspettativa) e mai rimpiazzati, il problema non è, non solo almeno, dell’efficienza del reparto.

I numeri, ancora, lo dimostrano: nel 2022 i nati di Sulmona sono stati appena 100 a fronte di 359 decessi, con un saldo naturale della popolazione indigena di -259. Alla scarsa natalità, si aggiunge anche la scarsa attrattività della città, con gli immigrati nell’anno che sono stati 517 a fronte però di 545 emigrati (saldo a -28). Dopo il picco del 2020, il tasso di natalità a Sulmona è andato sempre più riducendosi, passando dal 5,46% dell’anno della pandemia, al 4,39% dello scorso anno, la percentuale più bassa negli ultimi cinque anni. Di contro il tasso di mortalità è passato dall’11,40% del 2018 al 15,79% del 2022. Due dati che possono leggersi in parallelo e che fanno comprendere come Sulmona (e di conseguenza tutto il suo territorio di riferimento) sia una città che sta deperendo, sta invecchiando, sta morendo e soprattutto non sta rinascendo: né direttamente (cioè con nuovi bimbi), né per effetto dell’immigrazione.

Sulla nuova rotta, ora, bisogna sapere navigare: facendo attenzione che ospedale e servizi in genere, non restino solo conquiste sulla carta, ma che siano in grado di offrire attrattività (anche per il lavoro) e una qualità della vita superiore, capace di spezzare la coda al cane.

14 Commenti su "Il Punto di riNascita"

  1. Ma nei fatti … | 25 Maggio 2023 at 02:44 | Rispondi

    É così, sulla carta è un ottimo traguardo, ma se non c’è una terapia intensiva neonatale, gli stessi ginecologi sono costretti a consigliare di partorire altrove, in caso di gravidanza non del tutto regolare. Non bastano i proclami, bisogna rendere il servizio realmente attrattivo e sicuro perché tutte le donne vorrebbero partorire a casa propria dove si sentono protette e possono essere accudite dai propri cari.

  2. SalviamoSulmona | 25 Maggio 2023 at 07:51 | Rispondi

    ..la battaglia continua.

  3. Tra 10 anni 2 milioni in meno | 25 Maggio 2023 at 08:49 | Rispondi

    …ma di riflesso ciò vale per tutto il territorio nazionale…se i numeri dicono che in Italia non si fanno più figli non è che in altre realtà è tutto rose e fiori…i stessi numeri dicono che fanno i figli solo gli immigrati perché sanno che non pagano nulla così come sono esenti in futuro da prestazioni sanitarie…presumo che lo stato abbia dato la deroga proprio per invertire questo trend di denatalità…e di conseguenza lo spopolamento nazionale…

  4. E quindi va bene così? Con un punto nascita senza nati? Con un Tribunale senza cause? Con una centro fatiscente e disabitato? Quali sono gli obiettivi che Sulmona si è data per il futuro e per i quali vale la pena di soffrire e rimanere e magari invogliando qualcuno a venire, pediatri compresi?

  5. Eh no, quello che farà da grande Sulmona, debbono stabilirlo i suoi cittadini ed i suoi amministratori, non può essere una scelta calata dall’alto. Occorre che ognuno si assuma le proprie responsabilità, nel bene e nel male e senza trovare scuse per i propri insuccessi.

    • E io che credevo fossero “anche e spesso” i politici oltre le mura cittadine a decidere e “infuenzare” le decisioni anche in un Comune, specialmente quanto queste competenze e decisioni non sono del Sindaco (che magari saranno anche delle sue desiderata e che caldeggerà a chi può agire)… ma forse nella sua cittadina non è così.

  6. Calato dall' alto! | 25 Maggio 2023 at 15:35 | Rispondi

    A proposito di ciò che cala dall’alto… Immaginate che colpo di fortuna sarebbe per questa città, poter avere un domani, un sindaco amico di vecchia data e militanza, addirittura del premier al governo e del presidente di regione!

  7. Comunque ancora non ho capito su cosa punta Sulmona. Dire sempre di no ed accusare gli altri non basta.

    • Semplice, punta a riavere quell’attenzione e importanza che aveva nel passato e che gli è stata strappata in ambito provinciale e regionale.
      Che poi sono le stesse cose che chiedono tutte le cittadine…. posti di lavoro e servizi, perchè solo così si mantiene viva una città e la si fa progredire.
      Nella sua cittadina, su cosa si è puntato? Così magari da poter impararne il metodo.

  8. Anziché continuare a dileggiare puerilmente il Capoluogo ed il suo Sindaco, magari leggetevi le 75 opere del PNRR approvate, non certo calate dall’alto…..

    • Si tanti pregi e capacità amministrative che altre non hanno e che altri fuori e lontano dalle mura civiche autorizzano, ma per posti di lavoro e servizi e su cosa punti l’amministrazione non ne da risposta.

  9. Sergio De Santis | 25 Maggio 2023 at 23:13 | Rispondi

    La tua città è un cesso di capoluogo che ha ottenuto in questi anni fiumi di denaro senza alcun merito… Senza gli universitari e gli uffici sareste un borgo montanaro senza futuro nonostante il podestà amico dei governanti di regione e dello stato.
    Quindi di che parli?

  10. E tu continua a rosicare però, mi raccomando, fai attenzione al fegato sennò ti tocca venire al San Salvatore.

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