La pedonalizzazione e il “fake” del questionario

Le adesioni hanno superato finora le mille unità, anche se non si tratta di “utenti unici” per restare nel linguaggio del web. Perché il questionario che il Comune ha pubblicato sul suo sito web al fine di avere indicazioni dagli utenti-cittadini su cosa fare del centro storico e della proposta di pedonalizzazione ha tutta l’aria di essere un “fake”.


In fondo c’era da aspettarselo perché il tema della pedonalizzazione del centro storico è uno di quelli che divide e crea tifoserie e dove il conflitto, per usare le parole di una che di partecipazione, quella vera, se ne intende, come la professoressa Lina Calandra, “non risolve il problema”. Perché il problema, sostiene la docente dell’università dell’Aquila, è evidentemente un altro. E per questo andrebbe studiato con un metodo scientifico (a partire da interviste personalizzate e ad ampio raggio) e non con improvvisati metodi di consultazione che servono più a lavarsi la coscienza che ad avere indicazioni reali sui bisogni della cittadinanza.


Al di là dell’approssimazione con cui l’amministrazione comunale ha inteso semplificare un concetto molto complesso come la partecipazione, però, c’è soprattutto più di una falla nel sistema del questionario proposto dal sindaco Casini e che fino al 25 novembre sarà possibile compilare online dal sito del Comune o in cartaceo andando a prendere una copia negli uffici della polizia municipale a palazzo San Francesco o in quelli dei servizi turistici all’Annunziata.


Innanzitutto i quesiti posti sono unidirezionali, nel senso che non prevedono una risposta negativa, partendo dal presupposto che chi compila il questionario (e quindi potenzialmente tutti i cittadini) sia favorevole alla pedonalizzazione del centro storico. Insomma non è contemplata la possibilità di dirsi contrari al provvedimento, ma si può solo scegliere in che modo attuarla la pedonalizzazione: se per tutto l’anno, o solo nei fine settimana, se in estate o nei periodi di Pasqua e Natale.


La seconda falla riguarda invece l’efficacia e l’attendibilità della consultazione online: il questionario dovrebbe essere compilato una sola volta da ogni utente per avere un minimo di attendibilità. E invece, come dimostriamo nel video (guarda il video -Il questionario fake- nella sezione “de visu”), la possibilità di aggirare le limitazione imposte agli utenti profilati con gmail/Google (ovvero la maggioranza degli utenti web) è facilmente aggirabile accedendo al questionario con una navigazione anonima.
Certo ci vorrebbe un minimo di correttezza e civiltà, ma, come detto, essendo il tema di quelli che crea tifoserie opposte, c’è chi, e questo ci consta direttamente, ha approfittato della “falla informatica” per compilare decine e decine di questionari. E insomma, per la disperazione dei grillini, in questo caso uno non vale uno.

4 Commenti su "La pedonalizzazione e il “fake” del questionario"

  1. Signori benvenuti a Sulmona il paese con l’amministrazione delle comiche.

  2. La cosa bella è che devi votare si per forza!!!!!grande democrazia

  3. Claudio Di Rocco | 11 Novembre 2019 at 11:27 | Rispondi

    Ma oltre alla pedonalizzazione del centro(se continua lo spopolamento e, l’isolamento “premeditato”,quali altri pedoni oltre ai pochi vecchi residenti?)perché non si propone un questionario sul degrado e sul miglioramento del collegamento necessario con Pescara per rilanciare Sulmona?

  4. Prima ancora di ragionare sulle modalità in cui sono posti i quesiti occorrerebbe porsi il problema che il campione non è rappresentativo e quindi qualsiasi risultato, anche frutto di quesiti costruiti adeguatamente, sarebbe distorto. Tra l’altro, c’è un inevitabile selection bias dovuto al fatto che hanno maggiore interesse a rispondere quelli che sono colpiti dalla misura, oltre al fatto che per la modalità di somministrazione, sono esclusi gli individui con minore livello di alfabetizzazione informatica e più anziani.
    Insomma, un disastro.

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