L’idea è partita in verità da alcuni genitori della Lombardo-Radice, la scuola trasferita da via Togliatti nel capannone dell’ex Croce Rossa, disposti ad autotassarsi pur di far tornare i propri figli a fare educazione fisica, tanto più che in questa scuola l’ora di ginnastica, come si chiamava una volta, non si fa già da un anno.

Sul tavolo del Comune c’è già un preventivo: 13mila euro a tensostruttura per i sette mesi che mancano alla campanella di fine anno. Una spesa di poco più di 50mila euro, insomma, che farebbe tornare a sudare i ragazzi anziché i genitori.
“E’ una delle ipotesi che stiamo vagliando – spiega Angelucci – e che valuteremo nelle prossime ore. Prima dobbiamo infatti capire quali potrebbero essere i tempi per mettere le carte in regola alle palestre esistenti”.

La strada dell’autorizzazione firmata direttamente dal sindaco tramite un’ordinanza, d’altronde, non sembra essere percorribile giuridicamente, anche se in realtà questa strana pratica dell’ordinanza-autorizzativa (per cui il sindaco si sostituisce a mansioni e responsabilità che sono dei dirigenti e che non le competono), è stata già utilizzata per lo stadio Pallozzi, la palestra Serafini e la pista d’atletica dell’Incoronata.
Una cosa è certa: i genitori (supportati dai medici) tra mense e palestre chiuse sono esasperati e se non arriveranno risposte rapide hanno annunciato forme eclatanti di protesta e denunce alla procura e al provveditorato. Il diritto allo studio, che sia in grembiule o tuta da ginnastica, in fondo è stato violato.
Tutti falliti che non comune allo sbaraglio nn sanno governare una città .a Sulmona nn c’è più nulla e una vergogna resterà un paese di solo anziani.