La Sulmona estiva mostra il suo profilo peggiore

In perfetto vestito, anzi costume, data la stagione, la Sulmona discinta apre il suo sabato del villaggio estivo con i must che visitatori e turisti continuano a fotografare.

Il riferimento no, non è al patrimonio artistico e culturale della bella della Valle, ma alla sua opulenta sporcizia e ai suoi radicati problemi di conferimento libero e di aspetto giunglesco. E così cercando un posto all’ombra, sul finire della Circonvallazione, imboccando il marciapiede con vista ponte Vella, il quadro che ci viene incontro è di sfacciata bruttezza, l’erba a metri alta e secca, piante che battono in testa al passaggio e il suggestivo affaccio al fiume, e intorno ad esso, lascia sempre il suo perché, con bottiglie, carte, vetri, buste, contenitori, e tanto altro occultato dalla fratta, la lista dell’inciviltà e dell’incuria che non si arresta. Tanti sulmonesi ormai provetti cronisti della munnezza pied à terre e delle foreste amazzoniche, erba incolta anche in via Cornacchiola e il parco, a pochi metri che affaccia su via Cappuccini, che non accenna al suo profilo migliore.

A reclamare l’attenzione poi, pochi metri più in là del Vella, risalendo la Circonvallazione, non è il solito degrado ma una manutenzione che forse non è arrivata, come suggerisce qualche cittadino, e così si passa ai tombini ostruiti da polpettoni di fogliame e erba in via Patini, croce dei residenti che all’accenno di pioggia in pochi minuti si trovano allagati, mettici pure i parcheggi selvaggi in una strada, presa di mira da molti, tra uffici e mercato, dalla carreggiata non proprio in perfetta forma.

Per il capoluogo peligno urge una bella seduta estetica e manutentiva, insomma barba, capelli, attività e fisioterapia. Perché alla consueta frase “naturale vocazione turistica” deve corrispondere anche una partecipazione alla cura del bene comune, insomma la bellezza, non ce ne vorrà il principe Myskin, Dostoevskij, da sola non può tutto.

Anna Spinosa