Loreto Valente: declamatore sulla due ruote, 180 km per Ovidio

Un viaggio lungo duemila anni ripercorso a ritroso da un sulmonese fiero, seppur in trasferta romana da un pezzo.

In sella al suo nobile destriero, una bici da corsa, munito di occhialini e fotocamera, Loreto Valente ha dato il via al suo singolare e appassionante omaggio ad Ovidio, in occasione del bimillenario, partendo dalla Tiburtina e macinando così chilometri verso quella Sulmo mihi patria est, obiettivo: il poeta latino in piazza XX Settembre.

Ebbene il Valente, quando nomen omen aiuta, ha deciso di ricalcare i passi che il giovane Ovidio, 12 enne, fece con suo fratello Lucio, alla volta di Roma per proseguire gli studi, questa volta però, l’itinerario si capovolge in una versione redux, Roma-Sulmona. Ben180 chilometri sotto il sole d’agosto, valicando il confine regionale e attraversando il suo Abruzzo, ben 10 ore di pedalate immergendosi in una terra verace e bella, genuina e forte, forse poco glamour ma dal potenziale naturale invidiabile.

Un’avventura che da buon videomaker ha voluto cristallizzare in un breve filmato, un video con gli highlights, i momenti salienti, ironici, piacevoli, leggeri, e col suo messaggio di millenaria grandezza da portare a tutti, insomma 11 minuti da gustare.

Dunque, salutata Roma, poi Tivoli, fa il suo ingresso nella regione verde, insaccando un paese dietro l’altro, tra ciclabili e non, nella sua corsa green che sposa l’ecosostenibilità, in strade nostrane piuttosto libere, poche auto in giro e luoghi in cui i bambini giocano ancora per strada. 

Pedalate e versi declamati alla bellezza del paesaggio, quelli dei Tristia, ricordi del liceo e momenti esilaranti di un Loreto burlone che mette alla prova la conoscenza di Ovidio tra una fermata lampo e un passaggio nei municipi incontrati, tra conoscitori del poeta e lacunose risposte, perfetti sconosciuti, risate di cuore e buona tavola, il nostro “ciclo-declamatore” non perde occasione per lasciare in ogni luogo la traccia di Ovidio

Si sale e si scende, sotto il sole, si scavallano metri importanti nell’Abruzzo montano tra borghi ed affacci, nella mano la borraccia, e così la Marsica, le pecorelle in ascolto, poi Forca Caruso e la distanza che si accorcia, quella de: dieci volte 9 miglia da Roma, per quell’Ovidio che istruito politico volle fare lo scrittore.

Castelvecchio, le Gole di San Venanzio, odori, voci e nomi che iniziano a farsi più conosciuti, il pit stop doveroso alla Corfinium, dove si pronunciò per la prima volta la parola Italia. E poi Pratola, ancora pochi metri ed è Sulmona, i 180 chilometri sulle gambe lasciano la corsa verso il centro storico e l’arrivo a Piazza XX al grido di “Publio!”

Un’avventura che vale la pena vivere in 11 minuti tutti d’un fiato, per non perdere nemmeno un metro di quel viaggio, né una sfumatura di quelle pedalate, in formato ridotto certo, e chissà se la nonna dopo aver visto il video crederà finalmente a suo nipote Loreto, oppure lo congederà di nuovo con un “ma pè piacer, camina”

Anna Spinosa

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