I senatori del m5s presentano un’interrogazione al governo sulle infiltrazioni mafiose in Abruzzo un business colossale di milioni di euro che potrebbe distruggere le economie locali. “Un’interrogazione rivolta al Governo per fare luce sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose all’interno del territorio abruzzese. L’ombra della criminalità organizzata sembra farsi spazio in vari settori sensibili: dalla Mafia dei pascoli, a cui non sembrano esenti le montagne abruzzesi sfruttate da imprenditori senza scrupoli, con finte transumanze di bestiame, al solo scopo di intascare ingentissimi rimborsi dell’Unione europea; allo smaltimento dei rifiuti, da sempre terreno fertile per atti criminosi e riciclaggio; e, non da ultimo, il settore del turismo, in particolare quello edile legato ai villaggi turistici” lo afferma Primo Di Nicola che ha firmato il documento insieme a nove senatori del M5S: Lannutti (Primo Firmatario), Di Girolamo, Presutto, Pavanelli, Trentacoste, Vanin, Romagnoli e Puglia.
I territori montani abruzzesi, già vittime di un corposo fenomeno di spopolamento
potrebbero essere ulteriormente danneggiate da meccanismi criminosi portatori
di degrado socio economico che alla lunga potrebbe accelerare il progressivo
abbandono dei monti dell’Abruzzo. L’interrogazione è rivolta ai Ministri in
materia (Interno, Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Politiche
agricole alimentari e forestali ed Economia e delle finanze) e ha lo scopo di
sapere se questi siano a conoscenza di quanto riportato dal documento e
quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere per
effettuare controlli sia circa il corretto uso dei fondi comunitari e, in caso
affermativo, quali siano gli esiti di tali controlli. E se ritengano, per
quanto di competenza, di dover intraprendere iniziative allo scopo di
verificare ed eventualmente prevenire operazioni di riciclaggio in beni
immobiliari da parte della criminalità organizzata nelle zone altamente
turistiche, così come segnalato dalle associazioni antimafia locali.
“Situazioni – afferma Di Nicola a commento dell’interrogazione – che non possono restare confinate nei territorio regionale ma che debbono essere affrontate nelle sedi proprie della politica nazionale a cominciare dalla Commissione parlamentare antimafia”.
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