Minniti bacchetta il Governo. La riflessione sulla politica come “passione organizzata”

Il senso completo della parola politica e della sua azione, una riflessione su di essa come “passione organizzata”. L’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, intervenuto questa sera nell’aula consiliare del Comune di Sulmona, cita Antonio Gramsci quando parla di quello che un buon politico dovrebbe fare, quello che la politica dovrebbe seguire.

Affiancato dal Pd locale, con Bruno Di Masci, il segretario provinciale del partito Francesco Piacente, i candidati al consiglio regionale Valentina Di Benedetto e Antonio Di Rienzo e l’onorevole Stefania Pezzopane, spiega di non avere dubbi sull’uomo giusto per questo Abruzzo: Giovanni Legnini. “Un uomo autorevole, credibile, per la sua esperienza, incarichi, formazione, e soprattutto abruzzese, a differenza di qualcun altro, capace di leggere le carte e di di saper difendere e tutelare l’Abruzzo”. Minniti dice basta a quanti passati in questa terra per interesse, motivati da logiche che poco hanno a che vedere con i problemi regionali, sottolinea.

L’ex ministro, parla di una partita importante quella delle regionali, un voto che avrà risonanza nazionale. Perché per il deputato, il governo Cinque stelle-Lega attende queste elezioni come una sorta di banco di prova, come verifica dei numeri in un momento in cui le due parti politiche sono in chiara frizione.

Nel lungo discorso, non sono mancate bacchettate a Salvini sul caso Diciotti, sui migranti e i flussi che, rimarca, erano diminuiti del 78% dall’Africa centrale e del 85% dalla Libia. “Noi siamo una grande democrazia, siamo per apertura, accoglienza e umanità”. Stoccata poi all’uso troppo social del Governo e alle idee dei “nazionalpopulisti”.

I due candidati Di Benedetto e Di Rienzo hanno ribadito l’urgenza di dare dignità economica, culturale al territorio superando le divisioni e concentrando forze e obiettivi per trainare le aree interne.

A.S.

2 Commenti su "Minniti bacchetta il Governo. La riflessione sulla politica come “passione organizzata”"

  1. Come sempre belle parole. Peccato che poi sono i fatti che restano; ed i fatti parlano di un Pd che ha abbandonato negli ultimi 5 anni una regione nelle mani di un “pifferaio” che dopo essersi sbeffeggiato di un’ampia parte della popolazione abruzzese ha pensato bene di farsi blindare per un posto al senato; lo stesso posto che il PD non ha avuto alcuna remora nel garantirgli. Altri fatti testimoniano di mesi di balletto tra una poltrona e l’altra nella verifica della formazione del nuovo governo, e quindi della scelta di una data elettorale “invernale” giusto per “venire incontro all’esigenze degli elettori delle aree interne”.
    E poi una curiosità: ma l’ex ministro lo sa che nell’aula dove ha parlato fino a pochi mesi fa erano seduti “rappresentanti” (non simpatizzanti) del suo partito sia in maggioranza che in opposizione?
    Ultima considerazione la faccio per il candidato presidente che tutti vogliono far passare per l’unico baluardo regionale. A me risulta che pochi mesi fa ben altri erano i suoi obiettivi, altro che rappresentare il suo amato Abruzzo. Da ottimo rappresentante istituzionale aveva in animo di correre per la presidenza dell’Antitrust tanto da mandare in giro il proprio curriculum. (Salvo poi dover “ripiegare” verso la regione per questioni di partito, vedi link). Ma forse qualcuno obietterà sostenendo che in realtà aveva già in animo di spendersi per noi tanto da rinunciare al supporto del suo stesso partito e voler creare un “laboratorio” (si anche questo si è scritto in alcuni articoli anche nazionali) per una nuova sinistra civica (poi se in queste liste civiche c’è di tutto poco importa).
    Per quanto riguarda invece i candidati di Sulmona sarebbe bello chiedere (e magari avere una risposta) se la loro è veramente una candidatura alle regionali o semplicemente un gioco d’anticipo per le imminenti comunali (vista la scontata caduta “casinista”). Ma forse questo lo scopriremo a fine febbraio.

    https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2018/11/07/legnini-abruzzo-antitrust/226240/

  2. Certo che accostare Minniti al senso completo della “parola” politica, con le sue espressioni criptiche è come tentare di capire Di Masci nelle sue “opere comunicative”… ahhh.. mi scuso, il tutto risponde a verità!!!
    😀

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