Parco Maiella, ex direttori dei parchi: “Risposte insoddisfacenti sulla richiesta di un Commissario”

Non è soddisfacente la risposta data ieri da Luciano Zazzara, in merito alla nomina del nuovo direttore del Parco Nazionale della Maiella che attende una procedura concorsuale dal lontano 2013. A dirlo sono Giorgio Boscagli, Massimo Pellegrini e Dario Febbo, che già nelle scorse settimane hanno fatto richiesta di un Commissario ad acta al Ministero dell’Ambiente.

“La risposta dell’Ente Parco esposta in una conferenza stampa del 21 novembre scorso lascia a dir poco basiti – comunicano i tre – poiché denota una vera e propria afasia amministrativa tipica di chi non può rispondere nel merito e divaga con la tipica (per i politici) tecnica di “buttare la palla fuori campo” e definisce con sarcasmo “saggi” i firmatari della presente mentre un poco di saggezza, o almeno di buon senso, nei vertici dell’Ente non guasterebbe proprio”.

“Nell’agenzia dell’Ente si leggono scuse di ogni tipo – proseguono – come quella che una nomina di un Direttore ora secondo quanto previsto dalla norma farebbe “perdere mesi” o quella della necessità di “scegliere il miglior direttore possibile” con un nuovo bando con la dovuta “competenza scientifica-amministrativa”, come se i candidati attuali fossero degli analfabeti. Ma l’assurdo si raggiunge quando l’Ente dichiara che “non si comprende la resistenza del Ministero vigilante” per un “bando pubblico”, ma allora è proprio un caso di afasia grave. Come se non bastasse l’Ente si lamenta di una “campagna denigratoria” e si dilunga in una profusa quanto inutile descrizione auto agiografica dei propri meriti”.

Nel lontano 2013, in piena conformità con le previsioni normative vigenti, l’Ente Parco Nazionale della Maiella ha approvato (e pubblicato) un Bando nazionale per la selezione di tre nominativi da sottoporre al Ministro dell’Ambiente per la nomina del Direttore del Parco. Nell’ albo on line del Parco è presente da anni il verbale del RUP che, in attesa di procedere con la istruttoria delle domande da parte del c.d., nel lontano 2014 aveva verificato la sussistenza dei requisiti di ammissione per 13 dei candidati, dei quali ben la metà erano ex Dirigenti o Direttori di Parchi Nazionali.

Dopo 10 anni, l’Ente, secondo quanto dichiarano Boscagli, Pellegrini e Febbo, avrebbe volutamente ignorato il Bando, tentando in ogni modo di annullarlo per approvarne un altro con il solo fine, dichiarato, di permettere di scegliere un candidato locale gradito a Presidenti e Consiglieri.

Un tentativo che nel 2018 è stato bocciato da una sentenza del Tar. Da quel momento il Ministero vigilante ha ripetutamente imposto all’ Ente di individuare una terna di nomi VALIDA scegliendo tra i 13 candidati che risposero al Bando stesso. L’Ente, con ritardi pluriannuali, per ben due volte invece ha individuato terne che includevano solo i candidati non disponibili per motivi personali o perché già in pensione, escludendo scientemente quelli disponibili. Nel frattempo, la funzione di Direttore è stata assegnata prima a chi non aveva i requisiti ed ora ad un funzionario fuori pianta organica.

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