Pluriclasse a Castelvecchio Subequo: muro Cgil. Interrogazione parlamentare di D’Alfonso

Si unisce alla protesta della comunità della Valle Subequana la FLC CGIL della provincia dell’Aquila, per contestare la formazione della pluriclasse nella scuola secondaria di I grado di Castelvecchio Subequo. Una decisione, quella della classe unica, destinata ad accogliere per l’anno 2024/2025 diciotto alunni di prima, seconda e terza media, che la sigla sindacale vede come preludio della futura chiusura del plesso scolastico.

“Un effetto combinato della denatalità e dell’applicazione di parametri di formazione delle classi che – afferma la segretaria generale FLC CGIL L’Aquila Miriam Anna Del Biondo – sono sempre più inadeguati al nostro territorio”. Con il rischio di far apparire le piccole scuole ancore più piccole. “Il fatto è che le scuole non sono mai piccole” afferma la Del Biondo soprattutto quelle inserite in un contesto sociale costretto a fare i conti con la propria sopravvivenza. Come la scuola di I grado di Castelvecchio Subequo, appartenente all’Istituto Comprensivo “Umberto Postiglione” di Raiano, uno degli ultimi presidi educativi, sociali e culturali di un’area “che ha perso gradualmente i plessi scolastici parallelamente alla perdita progressiva di abitanti e di attività produttive”.

Un mondo a parte, verrebbe da dire citando il film di Riccardo Milani, che proprio in questi giorni sta portando sul grande schermo la battaglia per la sopravvivenza delle piccole scuole, realtà spesso schiacciate dalla rigida logica dei tagli. Dal grande schermo a Castelvecchio Subequo, passando per Campo di Giove e le altre realtà dell’Abruzzo interno, la situazione non muta. Nonostante l’inserimento della Valle Subequana nell’area SNAI Strategia Nazionale per le aree interne che, attraverso la messa in rete di pratiche ed esperienze, ha sviluppato in questo territorio “una progettualità vivace e virtuosa finalizzata a superare l’isolamento e le criticità sociali e demografiche”. Senza dimenticare l’istruzione per la quale la stessa strategia dell’area SNAI parla di aumento di competenze di alunne e alunni da realizzare attraverso “una pratica di didattica innovativa e con l’aumento di offerta formativa curriculare ed extra curriculare” tanto da trasformare la scuola in “leva dello sviluppo e della crescita del territorio”.

Progetti che rischiano di essere vanificati da regole inadeguate, come quella che fissa a 18 il numero massimo di alunni per classe imponendo alla scuola di Castelvecchio una pluriclasse dove i diciotto alunni “non avranno le stesse opportunità educative e formative delle e dei coetanei delle aree urbane”. E meno scuola vuol dire meno lavoro, ricorda la sigla sindacale ribadendo sostegno e vicinanza a chiunque lotti per la sopravvivenza del proprio territorio.

Sulla vicenda è pronto a presentare un’interrogazione parlamentare l’Onorevole Luciano D’Alfonso, che si è espresso sul caso. “Non si può equiparare un territorio montano a quello di una città in pianura, dunque occorre una modifica legislativa per introdurre una deroga a favore delle aree interne. Ed è proprio su questo punto che mi impegnerò attraverso un atto di sindacato ispettivo che – partendo dal caso particolare – accenda un faro su un tema che è di carattere nazionale. E’ impensabile infatti riunire in un’unica classe ragazzi che sono appena entrati nella scuola secondaria di primo grado e altri che ne stanno uscendo. Questo equivale a stravolgere i programmi scolastici e imporre una coabitazione forzata tra fasce di età che hanno esigenze molto diverse. Bene hanno fatto i familiari degli studenti e i sindaci della Valle Subequana a levare la loro voce per far sentire il loro malcontento verso una situazione che non può assolutamente restare così. Le aree interne meritano un’attenzione particolare, non possono essere trattate alla stessa stregua delle comunità metropolitane. Noi saremo al loro fianco affinché non siano considerate “un mondo a parte”.

Apprezzamento esprime la FLC CGIL L’Aquila nei confronti della comunità subequana dove, lo scorso 2 marzo in occasione del passaggio della Carovana dei diritti, i rappresentanti della sigla sindacale hanno incontrato amministratori, dirigenti scolastici e popolazione per raccogliere proposte e progetti capaci di invertire la tendenza allo spopolamento delle aree interne. E che oggi intendono continuare a sostenere nella loro battaglia per restare in un mondo sempre meno a parte.

Nella mattinata di oggi una delegazione composta da sindaci del territorio e rappresentanti scolastici ha avuto un primo incontro a L’Aquila con il dirigente scolastico provinciale A seguito della riunione, i sindaci unitamente al Comitato spontaneo dei genitori hanno accolto positivamente le rassicurazioni ricevute.

“La sensibilità dimostrata dal dirigente provinciale verso le problematiche delle aree interne ed il conseguente spopolamento ci fanno ben sperare- dichiarano in coro -. Manterremo alta l’attenzione e vigileremo passo dopo passo affinché le rassicurazioni si traducano in risposte concrete e vengano assicurate almeno le condizioni ideali per garantire una didattica differenziata tra le due classi. Lavoreremo per scongiurare qualsiasi tentativo di smantellamento della scuola media in Valle Subequana”.

Contestualmente i sindaci continuano la loro azione politica, sostenendo i genitori e condividendo le loro preoccupazioni per il futuro. “Da lungo corso ci impegniamo a difesa delle aree interne affinché non vengano spogliate dei loro servizi- dichiarano senza remore. Chiediamo pertanto la modifica di norme e gli adeguati interventi legislativi anche attraverso il coinvolgimento della politica regionale e nazionale”.

5 Commenti su "Pluriclasse a Castelvecchio Subequo: muro Cgil. Interrogazione parlamentare di D’Alfonso"

  1. Mi sembra ovvio. Vista la denatalita e l’invecchiamento della popolazione, a parità di risorse, l’impegno dovrà essere sempre maggiore per l’assistenza agli anziani anziché per mantenere le scuole prive di alunni!

    • Più realista del re. Un suddito perfetto.

    • Realista ha centrato il noto problema, ma vi è l’ulteriore problema e cioè cosa fare per eliminarne la causa.
      Anche perchè le risorse indirizzate sui i piccoli centri dell’entroterra scendono in picchiata e con questo andazzo, via i bambini, via i vecchi, oggi via il paesello, domani i centri medi e dopodomani…
      Manca un disegno di riequilibrio… si tira a campare!
      E qua la Regione è chiamata a intervenire in prima persona e attuatore… ma sappiamo come va da tempo!
      Riusciranno le nostre “3 e dico TRE” consigliere a invertire la tendenza sul territorio?

  2. Santo Iddio, l’evento drammatico di questi poveri bambini dei paesini minori di così crudo destino è, che, non hanno la mamma come Virginia Raffaele (che poi in fondo non è un grandissimo che) ma molto più spesso come si vede in giro dappertutto in questi luoghi poveri di contadini, pastori operai ed impiegatelli, hanno la mamma un po’ tarchiata, oppure polpacciona, od anche molto grassa paccuta alle chiappe, oppure molto secca scarnita, oppure molto mammellona ma senza glutei o con le gambe rinsecchite come la capra, od anche pelosa, e, senza finire deforme da una parte che un poco zoppica, oppure ribassata di collo come se fosse avvitata al tronco o, di statura inconsueta, oppure molto espressiva nel volto od anche squilibrata al mento che tira da una parte etc.etc. In
    questo è fuorviante la triste commedia di Un mondo a Parte, perché questi non sono mondi a parte ma di estrema raccoglienza selettiva degli inadeguati dei deboli e dei repulsi dei mondi più forti e vigorosi .

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